Storia di un robot

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Storia di un robot è due cose: un piccolo software e un libro in versione .txt, da impaginare e abbellire ispirato alle idee e al  lavoro di S. Papert.
DOWNLOAD Il libro, scritto a più mani con l'aiuto dei miei dovrebbe essere letto dall'insegnante in classe (prima). Il software serve per dele semplici simulazioni. Noi avevamo costruito anche un grande robot do cartone da indossare...
Programma + inizio del libro .zip
Libro storia del robot (.txt)
Il programma
Si fa più in fretta a provare che a spiegarlo. Decomprimete i file in una directory (o in un floppy) e provate, o fate provere ad usarlo a qualche bambino...
Parte con Menu.bat, termina con F10
5 quadri con 5 robot che conoscono 5 linguaggi, sempre più evoluti…
-Primo robot
Il primo robot non funziona bene, esegue il primo comando e si guasta col secondo.
La cosa e' intenzionale: crea una situazione simile a quella della storia del libro ed abitua i bambini a calibrare il tocco dei tasti ed a non pretendere dalla macchina più di quello che può fare.
-Secondo robot
L'aggiunta del comando "S", rende tutto più facile ma il robot continua a saper fare troppe poche cose...La possibilità di cambiare la velocità offre vantaggi e  svantaggi...
-Terzo robot
Il comando "G" permette di muoversi sul piano. Ora il robot può fare dei percorsi più complessi. Può descrivere dei perimetri e riempire delle aree.
La storia del comando "S" è simpatica: Siccome ci siamo accorti che STOP non serviva più, un bimbo ha suggerito di usarlo per "SCANCELLARE" quando si sbaglia...
-Quarto robot
Dopo i comandi "A" ed "I", il robot aspetta un numero (parametro?).
-Quinto robot
La differenza principale con i precedenti robot è il fatto che il robot non gira più su angoli di 90 gradi.
A questo punto il libro ed il programma divergono maggiormente e la lettura della storia più che come supporto al programma va utilizzata come completamento e come fornitore di nuovi stimoli
e di modi diversi di vedere i problemi.
SUGGERIMENTI PER L'USO DIDATTICO DEL PROGRAMMA

Ho notato, poi, che i bambini che hanno cominciato con il programma "STORIA DEL ROBOT", acquisiscono un modo più riflessivo di usare la tastiera e si abituano a "provare prima di chiedere".
L'USO DEL PROGRAMMA...
è consigliato, oltre che alle scuole che dispongono di computer, a quei genitori che, avendo un computer in casa, vogliono provare ad utilizzarlo insieme ai loro figli, trasformandolo, da strumento che
divide, baby -sitter elettronica (o macchina maledetta davanti a cui ci si incretinisce), a mezzo di comunicazione, strumento che ci fornisce argomenti per discutere e stare insieme in modo costruttivo.
AI GENITORI
consiglio di dare uno sguardo ai consigli sull'utilizzo del primo robot e poi passare direttamente alla lettura della storia ai bambini.
In un secondo tempo, man mano che il bambino impara ad usare il programma, potrete leggere i suggerimenti didattici e la prefazione del libro (Ho cercato di essere il più possibile chiaro e semplice ma, per forza di cose, questi testi contengono termini tecnici che potrebbero essere difficili da comprendere per chi non si occupa di didattica e di computer...)
Il libro va letto ai bambini, è una specie di favola a puntate da raccontare... anche più volte. Leggere o raccontare le cose ai propri figli è utilissimo per creare un buon rapporto. Dopo la lettura si può
completare la storia con la fantasia. I personaggi e le scene sono appena abbozzati e ciò invita a disegnarli ed ad inventare giochi in cui si fa finta di essere un robot ed un inventore.Può servire la costruzione di alcuni robot:
Uno grande, da indossare, uno piccolo, verso la terza puntata, per ragionare sui percorsi.
Dopo aver letto la prima puntata della storia, cominciare ad usare i vari robot senza preoccuparsi troppo degli spunti didattici e cercando di giocarci in qualche modo.
Alternare tre attività: lettura di una robotpuntata (non più di una alla settimana coi bimbi piccoli), giochi coi robot di cartone, gioco col computer (All'inizio, non più di dieci minuti per volta specialmente coi bimbi piccoli)
Buon divertimento!
AGLI INSEGNANTI
Consiglio di leggere con attenzione queste pagine prima di proporre l'attività ai loro alunni, anche per sfruttare al meglio gli spunti didattici ed inserirli nella loro programmazione.
Salvo rare eccezioni, (un mio amico ha letto con profitto la storia ai suoi alunni di prima media, all'interno di un più generale discorso sulla comunicazione), di solito, il materiale viene usato con bimbi di cinque-sette anni.

L'IDEA...

di scrivere questo libro (e questo programma) mi ronzava in testa da qualche anno. Essa nasce da dieci anni di attività al computer con un numero sempre crescente di alunni, che mi dà molte soddisfazioni e mi diverte moltissimo. Questo libro è l'ultina versione di un testo che ho scritto  con la collaborazione e la dotta consulenza dei miei ragazzi e che ha costituito il filo conduttore di gran parte delle attività svolte col primo ciclo.
CREDO CHE GLI ASPETTI PIU' ORIGINALI SIANO QUESTI:
Ho cercato di scrivere una storia per bambini senza animali parlanti nè personaggi con nomi strampalati perch‚, quando avevo la classe, esaminando i testi per la biblioteca, ne sentivo proprio la necessità. I personaggi e gli scenari sono definiti solo
minimamente per dare ai lettori la possibilità di inserirsi creativamente nel processo di lettura. Il linguaggio è semplice
pur non evitando di usare, dove occorrono, parole e costruzioni sintattiche abbastanza complesse e difficili e termini tecnici,
anche perch‚ sono convinto che parecchi alunni non amano essere trattati "come i bambini". E' un libro a "robotpuntate", ogni
puntata è stata discussa, analizzata e, per così dire, completata in modo personale dai vari gruppi di alunni. La storia ha fornito
spunti per molte attività, (Alcune di esse sono presentate in questo libro sotto forma di "intervalli") ed è spesso utilizzata, in
aula computer, come riferimento ed esempio per capire il funzionamento delle macchine e dei programmi Man mano che la storia procede aumentano le difficoltà ed il numero di termini tecnici, secondo il principio della gradualità. L'idea degli intervalli è stata proposta da alcuni bambini che mi hanno detto che avrebbero apprezzato molto di più il libro se ci fossero stati anche dei giochi. Anche le domande finali e le conclusioni delle robotpuntate sono spesso state proposte dagli alunni e sono servite a tenere un filo logico senza dover ogni volta ricominciare da capo. Credo che il libro si adatti bene anche alla lettura individuale del bambino ma il miglior modo di usarlo è, secondo me, la lettura dell'adulto (genitore o insegnante che sia), almeno delle prime puntate, seguita da una piccola discussione finalizzata all'approfondimento degli spunti offerti dalla storia. Raccomando questo tipo di lettura sia ai genitori che agli insegnanti: se fatta con un po' di amore, è un toccasana per molti problemi.
I CONTENUTI "DIDATTICI"...
si possono dividere in quattro filoni: attività "LOGO", attività linguistiche, concetti della cultura informatica e discorso sul rapporto "uomo-macchina intelligente". Il libro, pur presentando argomenti anche molto tecnici, non vuol essere un corso specifico ma una storia divertente e, allo stesso tempo, uno strumento didattico il più possibile duttile.

I CULTORIDEL "LOGO"...

vi  potrebbero trovare spunti per lavori su lateralità  e topologia,  un  apprendimento  precoce  delle  tecniche  di programmazione strutturata ed una serie di spunti e problemi spero interessanti. La storia è una specie di "PRE-LOGO" che può
essere realizzato anche senza computer a disposizione. Nelle mie ultime esperienze ho usato semplici programmini scritti da me e ampollosamente definiti "simulazioni al computer", ma lo strumento più promettente mi è parso uno scatolone di cartone, decorato in modo da farlo somigliare ad un robot ed indossato dai bambini, che, a
turno, cercano di immedesimarsi nei personaggi dell'inventore e del robot. (Ho appena scritto una versione informatica di questa storia con i programmini di simulazione al posto degli intervalli.)

GLI ASPETTI LINGUISTICI...

oltre a quelli più propriamente espressivi citati sopra, possono essere trovati nelle parti della storia che offrono riflessioni su evoluzione della lingua, ortografia, grammatica e sintassi. Sono
spunti da ampliare: si tratta di utilizzare strumenti della cultura informatica per analizzare la lingua parlata e scritta. Anche una lingua di pochissime parole, come quella del mio robot, ha ortografia, grammatica e sintassi e può essere un interessante modello per studiare la lingua parlata. Questo lavoro di analisi potrebbe trovare
un valido sussidio, più avanti, coll'utilizzo di varie tecniche di diagrammazione che, in questo testo, però, non ho approfondito.

LA CULTURA DELL'INFORMATICA...

(più precisamente alcuni suoi aspetti che mi sono sembrati adatti alla scuola elementare), è presente in più parti del testo. Si parla,più o meno direttamente, di "LOOP", di "CICLI",  di "RICURSIONE", di sottoproblemi e, molto spesso, di gestione degli errori e , forse, questo rende un po' artificiosa la storia. I miei alunni, tuttavia,
hanno apprezzato questa parte e si sono divertiti a creare scoprire ed utilizzare, per esempio i loop, sia col computer, sia con disegni e storie e sia riflettendo sul comportamento umano. Credo anche che alcuni di loro abbiano cambiato idea sugli errori, intuendo a modo loro, il pensiero del POPPER. Penso che alcune di queste idee abbiano anche delle implicazioni geometriche e mi riprometto di cercare, con gli alunni, le analogie con rotazioni, traslazioni e similitudine.

IL RAPPORTO UOMO-MACCHINA...

filone apparentemente non molto approfondito, è uno  degli argomenti, che mi stanno più a cuore. Come  insegnante  che usa il computer in classe  e  come programmatore-hobbysta  ho sempre avuto  delle  perplessità sull'opportunità di insegnare i linguaggi, i sistemi operativi e la  stessa informatica per una serie di  motivazioni  che richiederebbero da sole un paio di libri come questo. In estrema sintesi posso dire che mi sembra inutile insegnare dei linguaggi o dei concetti che, sicuramente, fra qualche anno saranno obsoleti. Riguardo all'insegnamento dell'informatica, poi, non riesco a confutare questo ragionamento:
-Tutti usano le matite e i quaderni ma nessuno ha mai pensato di insegnare "matitatica" o "quadernologia"... E', però, anche vero che
lo studio dell'informatica e di alcuni linguaggi e tecniche di programmazione mi hanno spesso offerto spunti interessanti da usare a scuola e una motivazione forte per studiare anche altre cose. Il
computer e la sua "cultura" sono strumenti: si tratta di imparare a capire quando conviene utilizzarli e di imparare a destreggiarsi tra il gran numero di informazioni, ad intuire, a scegliere, senza ostruzionismi e senza farsi troppo trasportare da facili entusiasmi.
L'analisi dei problemi derivanti dal rapporto con le macchine, forse, potrebbe essere l'apprendimento più utile per alunni che fra qualche anno potrebbero aver a che fare con macchine facilissime da usare e in grado di fare moltissime cose in fretta e bene senza, spero, diventarne succubi. Spero che queste poche righe diano il senso della continua insistenza, che se non debitamente valorizzata potrebbe essere uno  dei lati negativi del libro, sugli errori  e  sulle incomprensioni tra inventore e robot.

Dal libro "Storia del robot"

PRIMA ROBOTPUNTATA
Dove un simpatico inventore costruisce uno strano robot
1.1.L'invenzione
Alcuni anni fa, in un paese lontano lontano, c'era un inventore che decise di costruire un bellissimo e fortissimo robot.
Il robot aveva una forza tremenda, consumava molta corrente e capiva due comandi:
-AVANTI e INDIETRO
Se qualcuno gli diceva: "AVANTI", lui andava avanti e
se gli si diceva: "INDIETRO", lui andava indietro...
Se qualcuno gli diceva qualsiasi altra cosa il robot restava immobile perchè capiva solo i comandi "AVANTI" e "INDIETRO"  e null'altro.
L'inventore, però, aveva sempre molto da fare e non trovava mai il tempo di giocare col suo robot e così lo dimenticò per  molto tempo nello sgabuzzino degli attrezzi...
1.2.Non funziona!
Un giorno l'inventore stava aggiustando il termosifone
e si accorse che gli serviva la chiave inglese.
Chiamò il robot:
-Robot, robot portami la chiave inglese!-
Ma il robot capiva solo "AVANTI" e "INDIETRO" e non si mosse.
Un altro giorno, mentre riordinava gli attrezzi nello sgabuzzino disse al robot:
-Aiutami, non star lì a fare niente...-
Ma il robot capiva solo "AVANTI" e "INDIETRO" e non si mosse.
Un altro giorno, mentre cucinava, gli disse:
-Robot, per favore, mi passi il sale?-
Ma il robot capiva solo "AVANTI" e "INDIETRO" e non si mosse.
Una sera gli disse:
-Spegni la luce, per favore!-
Ma il robot capiva solo "AVANTI" e "INDIETRO" e non si mosse.
Altre volte gli disse altre cose...
Ma il robot capiva solo "AVANTI" e "INDIETRO" e non si mosse...
Per alcuni mesi il robot rimase nello sgabuzzino e... non si mosse.
1.3.Il disastro
Una sera, era inverno e c'era il temporale,  l'inventore stava lavorando, lo sgabuzzino era aperto e  qualcuno suonò il campanello.
-Vai ad aprire-, disse l'inventore al robot...
Ma, come sappiamo, il robot capiva solo "AVANTI" e "INDIETRO"  e non si mosse.
-Chissà perchè ho inventato questa macchina inutile...-,  pensò l'inventore...
Il campanello suonò ancora. L'inventore gridò:
-La porta è aperta, AVANTI!!!-...
Sentendo il comando "AVANTI", il robot si mosse e cominciò a camminare.
Il campanello suonò ancora e l'inventore, che non si  era accorto del robot, andò ad aprire. Era il postino con un pacco.
E intanto il robot camminava, camminava...
Arrivato al muro, il robot continuò a camminare e,  siccome era molto potente, fece tremare la casa e tutti gli inquilini, spaventati, gridarono:
-Aiuto, il terremoto!-
Ma il robot capiva solo "AVANTI" e "INDIETRO" e continuò a spingere il muro. La casa tremava forte forte e tutti gridavano:
-Aiuto!-
L'inventore, che finalmente si era accorto di
quello che stava succedendo, rivolto al robot urlò,  con tutte le sue forze:
-Fermati!-
Ma il robot capiva solo "AVANTI" e "INDIETRO"
e continuò a spingere il muro.  La casa tremava forte forte e tutti gridavano:
-Aiuto!-
-ALT... STOP... Fermati, asino!-
Ma il robot capiva solo "AVANTI" e "INDIETRO"
e continuò a spingere il muro.  La casa tremava forte forte e tutti gridavano:
-Aiuto!-
L'inventore disse molte altre cose...
Ma il robot capiva solo "AVANTI" e "INDIETRO"
e continuò a spingere il muro.  La casa tremava forte forte e tutti gridavano:
-Aiuto!-
L' inventore stava quasi per piangere quando
gli venne un'idea.
-INDIETRO!-, gridò con tutte le sue forze.
Il robot si fermò.
Perché‚ si fermò?  Non avrebbe dovuto fare un'altra cosa?  Cosa succederà al nostro robot?  Lo saprete nella prossima robotpuntata.

(Ultima revisione giovedì 17 giugno 2004 )

  P. MUSSA