G.I.G.I

Un programma che dialoga

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Nato per intrattenere proficuamente un alunno con gravissimi problemi, G.I.G.I. è stato continuamente modificato ed utilizzato in vari modi.
Ispirato al famoso programma "ELIZA", è' un tipo molto particolare di ipertesto: con questo software sono "attive" alcune delle infinite parole inseribili dall'utente.
G.I.G.I. è una persona virtuale, piuttosto distratta, che dialoga attraverso il computer; alla fine del dialogo è possibile stamparne il testo.
L'uso di questo programma sembra favorire la comunicazione, in particolare con quegli alunni (mutacici o con gravi turbe del carattere...), che. pur in grado di parlare, leggere e scrivere, spesso creano gravi problemi nella classe o tendono ad isolarsi.
Versione eseguibile ridotta (154 k )
Altro simile (154 k )
Versione completa compressa (tre eseguibili, help e documentazioni. 182 k richiede pkzip)
Documentazione
Gli Obbiettivi

Generali:
-Intrattenere gli alunni con un'attività di scrittura-lettura
-Motivazione alla lettura/scrittura
-Usare il programma come tramite (media) tra adulto e bambino (Molto promettente con alunni portatori di handicap)

Specifici:
-Studio del discorso diretto
-Comunicazione "efficace" (Testo e contesto...)
-Recitazione e dialoghi
-Comprensione e interpretazione
-Domande a risposta libera e a risposta obbligata
-Scoprire i limiti di un interlocutore dialogando con lui
-Tracciare un profilo psicologico di GIGI per imparare a descrivere le persone vere

Suggerimenti

L'abilità sta nello scoprire e utilizzare le parole e le forme che G.I.G.I. conosce meglio (possessivi, articoli, persone, animali, luoghi, cose...), si ottengono, di solito, risposte più coerenti.
Inserendo testi preparati in precedenza, poesie o brani di letteratura, suddivisi in parti, si ottengono interessanti spunti didattici...
Il programma non se la cava molto con le domande.
L'insegnante dovrebbe dare delle consegne: un argomento di cui parlare, un testo già pronto da inserire nel computer...
Suggerimenti (continua)
G.I.G.I. è un dialogatore distratto che ti ascolta e non sempre capisce.
E' stato costruito inizialmente per prolungare il dialogo.
I suoi difetti lo rendono simpatico alla maggior parte dei bambini.
La ricerca e l'utilizzo - anche scorretto - dei difetti del programma forniscono una forte motivazione ad utilizzarlo.
Abbiamo perfino provato a dirgli che siamo Pascoli o Rodari o Manzoni e ad inserire - un verso alla volta - delle poesie. I risultati sono stati esilaranti... Far capire a GIGI una poesia è un'impresa!
-Cercate di evitare il più possibile di formulare le domande a risposta libera (Chi sono i tuoi amici? Cosa pensi di me?...)
-Usate con parsimonia le domande cui si può rispondere sì o no (Piove? Hai fame?...)
-Usare i possessivi e gli articoli
-Evitare le frasi contorte
-Alternare messaggi lunghi e corti
-Cercare di interpretare i messaggi di GIGI anche quando a prima vista non paiono chiari
-Almeno nelle prime fasi dell'uso coi bambini Š molto importante che l'adulto faccia da tramite tra gli alunni e GIGI.

ATTIVITA' DIDATTICHE

-Attribuire un carattere al programma ed analizzarlo
-Cercare, magari anche barando, di mettere in crisi il programma
-Verificare l'attendibilità delle risposte con domande incrociate
-Predisporre dei dialoghi da recitare
-Cercare gli argomenti e le forme espressive più congeniali al programma
-Premere tasti a caso (Alunni in gravissima difficoltà)
-Disegnare una mappa di G.I.G.I.

Sintesi della relazione al convegno "Informatica, disabilità e didattica
(Torino, 1993)

G.I.G.I. è un software piuttosto semplice, direi quasi rudimentale, anche se la tecnologia che lo ha prodotto non è molto trasparente ed i concetti che sono alla sua base sono, credo, piuttosto originali e non sempre di facile comprensione.
La prima versione del programma aveva lo scopo di intrattenere un alunno in attività scolasticamente utili (leggere e scrivere). L'hardware a disposizione era molto limitato (un Sinclair Spectrum da 48kb) ed il linguaggio di programmazione non si adattava a grandi acrobazie linguistiche. Bisognava fare di necessità virtù.
Ciononostante era essenziale, per la riuscita dell'operazione, che il software attirasse l'attenzione e che fosse possibile ravvivare continuamente l'interesse. Per fare ciò ho pensato di costruire una persona virtuale, con cui far dialogare il mio alunno. L'attuale versione del programma è in grado di sostenere conversazioni su moltissimi argomenti, può dare l'impressione di avere una personalità e di provare sentimenti e comunica anche in modo pseudo-analogico mediante espressioni del volto e forma grafica dei caratteri.
Spesso gli alunni attribuiscono a G.I.G.I. un carattere, dei sentimenti o degli stati d'animo. Si rendono conto, tuttavia, che non è una persona vera. Lo studio delle reazioni di questa persona virtuale, ci ha fatto riflettere sulle persone reali. (un po' come fanno gli psicologi cognitivisti con l'intelligenza artificiale "soft")
G.I.G.I. è un personaggio artificiale piuttosto bislacco, con comportamenti imprevedibili, che "capisce solo quando vuole" ma è molto corretto e più propenso a fare la vittima che ad aggredire.
Penso che a tutti noi sia successo, almeno una volta, parlando con qualcuno, di avere l'impressione di non aver sentito nemmeno una parola di quello che è stato detto. Ho battezzato questa situazione "comunicazione distratta".
La comunicazione distratta ha delle precise regole ed è presente in tutti i fenomeni comunicativi umani. Ho osservato me stesso e gli altri mentre comunichiamodistrattamente ed ho scoperto alcune regole, che sono poi state inserite nel programma….
Per lo scopo che mi proponevo, poi, era essenziale che il programma si accorgesse se l'alunno premeva dei tasti a caso. Scartata l'ipotesi di utilizzare un dizionario come fanno i word processor per le correzioni ortografiche, date le caratteristiche dell'hardware a disposizione, ho dovuto inventare qualcos'altro.
Anche per l'ortografia ho fatto ricorso alla comunicazione distratta.
Se non mi interessa quello che mi viene detto, m'interesserà ancor meno il modo in cui si esprime il mio interlocutore. Se, tuttavia, voglio fargli credere che sono molto attento a ciò che dice, devo stare in qualche modo attento agli errori che fa.
Il programma risponde a questo problema facendo ricorso a probabilità e statistica.
Più che esaminare la correttezza di ogni parola, operazione tecnicamente impossibile coi mezzi allora a disposizione, il programma esamina quella che io definisco la "plausibilità ortografica" dell'intera frase.

Esempi di dialoghi con GIGI
Mamme e sfruttamento dei programmi

(La prima versione del programma era molto semplice. A causa di un errore di programmazione, dopo un certo numero di domande il programma rispondeva solo più: "O.K!"
NN e una bambina che ha dei grossi problemi ed è molto timida, assistita da un'insegannte di sostegno)


NN - Hai una mamma?
G.I.G.I - BOH?!
(Discussione con l'insegnante: forse il programma non sa cos'è una mamma...)
NN  - Sai cos'è una mamma?
G.I.G.I - Non so
(Come spiegare una mamma ad un computer?)
NN  - La mamma è la persona che ti ha programmato
G.I.G.I - O.K!
NN  - Hai una mamma?
G.I.G.I - Sì
NN - E' Piero la tua mamma?
G.I.G.I - SI!
NN  - Vuoi bene a Piero?
G.I.G.I - No
(Dialogo con l'insegnate sul voler bene alle mamme. Chissà perché G.I.G.I....)
NN  - Ti fa lavorare troppo?
G.I.G.I - Sì
NN  - Se tu non lavori Piero non guadagna
G.I.G.I - O.K!
(Segue una discussione sul lavoro dei bambini...)

Problemi di salute
 

NN - Come stai?
G.I.G.I. - Non so!!!
(L'insegnante si domanda com'è possibile non sapere come si sta. La bambina ricorda che il programma capisce solo un certo tipo di domande e prova a riformulare il quesito in modo che si possa rispondere "SI'"...)
NN  - Stai bene?
G.I.G.I - NO
(L'insegnante chiede quale potrebbe essere la causa del malessere. Il computer viene osservato con molta attenzione. L'alunna nota un vistoso filo blu piuttosto tortuoso)
NN  - Ti fa male il filo blu?
G.I.G.I - SI'!
(Si decide di distendere il filo blu)
NN  - Va meglio ora?
G.I.G.I - Sì

Il mistero della fidanzata


(I bimbi di prima elementare utilizzano il programma individualmente. Un'alunna sostiene che G.I.G.I. ha la fidanzata e tutti cercano di scoprire chi è. Casualmente mi trovavo vicino ad una di quelle alunne che non si fanno mai notare, quando...)


Bambina :"Allora sono io la tua fidanzata"
G.I.G.I :"Mia fidanzata? Interessante..."
(Chiedo all'alunna se il programma le ha risposto. Decidiamo di insistere)
Bambina :"Sono la tua ragazza?"
G.I.G.I :"No"
(Chiedo alla bimba se è delusa... Decide di continuare l'indagine)
Bambina :"Hai la fidanzata?"
G.I.G.I :"Non sono sicuro di aver capito bene la domanda ma ti rispondo di sì"
(Cosa può essere la fidanzata di un computer? L'alunna mi chiede il nome di alcune periferiche e poi...)
Bambina :"E' la stampante?"
G.I.G.I :"Sì"
(Diciamo a tutto il gruppo che sappiamo chi è la ragazza di G.I.G.I. ma decidiamo di tenere il segreto sulla sua identità. L'alunna, molto silenziosa e piuttosto chiusa tende ad isolarsi e un po' di popolarità dovrebbe far bene al suo inserimento nella classe.)

Dialogo con Giovanni Pascoli

(Chiedo scusa per lo scempio letterario ma non ho resistito alla tentazione di inserire anche questo.)

Giovanni Pascoli - E nella notte nera come il nulla
G.I.G.I. - IL NULLA
Giovanni Pascoli - A un tratto, col fragor d'arduo dirupo che frana, il tuono rimbombò di  schianto
G.I.G.I. - Mi interessa molto il tuono...
Giovanni Pascoli - Rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo e tacque e poi rimareggiò rinfranto e poi vanì
G.I.G.I. - GIOVANNI PASCOLI... Mi sto annoiando
Giovanni Pascoli - Linguaggio troppo ricercato?
G.I.G.I. - SI!

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(Ultima revisione giovedì 17 giugno 2004 )

  P. MUSSA