L'abilità sta nello scoprire e utilizzare le parole e le
forme che G.I.G.I. conosce meglio (possessivi, articoli, persone, animali,
luoghi, cose...), si ottengono, di solito, risposte più coerenti.
Inserendo testi preparati in precedenza, poesie o brani di letteratura,
suddivisi in parti, si ottengono interessanti spunti didattici...
Il programma non se la cava molto con le domande.
L'insegnante dovrebbe dare delle consegne: un argomento di cui parlare, un
testo già pronto da inserire nel computer...
Suggerimenti (continua)
G.I.G.I. è un dialogatore distratto che ti ascolta e non sempre capisce.
E' stato costruito inizialmente per prolungare il dialogo.
I suoi difetti lo rendono simpatico alla maggior parte dei bambini.
La ricerca e l'utilizzo - anche scorretto - dei difetti del programma
forniscono una forte motivazione ad utilizzarlo.
Abbiamo perfino provato a dirgli che siamo Pascoli o Rodari o Manzoni e ad
inserire - un verso alla volta - delle poesie. I risultati sono stati
esilaranti... Far capire a GIGI una poesia è un'impresa!
-Cercate di evitare il più possibile di formulare le domande a risposta
libera (Chi sono i tuoi amici? Cosa pensi di me?...)
-Usate con parsimonia le domande cui si può rispondere sì o no (Piove? Hai
fame?...)
-Usare i possessivi e gli articoli
-Evitare le frasi contorte
-Alternare messaggi lunghi e corti
-Cercare di interpretare i messaggi di GIGI anche quando a prima vista non
paiono chiari
-Almeno nelle prime fasi dell'uso coi bambini Š molto importante che
l'adulto faccia da tramite tra gli alunni e GIGI. |
-Attribuire un carattere al programma ed analizzarlo
-Cercare, magari anche barando, di mettere in crisi il programma
-Verificare l'attendibilità delle risposte con domande incrociate
-Predisporre dei dialoghi da recitare
-Cercare gli argomenti e le forme espressive più congeniali al programma
-Premere tasti a caso (Alunni in gravissima difficoltà)
-Disegnare una mappa di G.I.G.I. |
G.I.G.I. è un software piuttosto semplice, direi quasi
rudimentale, anche se la tecnologia che lo ha prodotto non è molto
trasparente ed i concetti che sono alla sua base sono, credo, piuttosto
originali e non sempre di facile comprensione.
La prima versione del programma aveva lo scopo di intrattenere un alunno
in attività scolasticamente utili (leggere e scrivere). L'hardware a
disposizione era molto limitato (un Sinclair Spectrum da 48kb) ed il
linguaggio di programmazione non si adattava a grandi acrobazie
linguistiche. Bisognava fare di necessità virtù.
Ciononostante era essenziale, per la riuscita dell'operazione, che il
software attirasse l'attenzione e che fosse possibile ravvivare
continuamente l'interesse. Per fare ciò ho pensato di costruire una
persona virtuale, con cui far dialogare il mio alunno. L'attuale versione
del programma è in grado di sostenere conversazioni su moltissimi
argomenti, può dare l'impressione di avere una personalità e di provare
sentimenti e comunica anche in modo pseudo-analogico mediante espressioni
del volto e forma grafica dei caratteri.
Spesso gli alunni attribuiscono a G.I.G.I. un carattere, dei sentimenti o
degli stati d'animo. Si rendono conto, tuttavia, che non è una persona
vera. Lo studio delle reazioni di questa persona virtuale, ci ha fatto
riflettere sulle persone reali. (un po' come fanno gli psicologi
cognitivisti con l'intelligenza artificiale "soft")
G.I.G.I. è un personaggio artificiale piuttosto bislacco, con
comportamenti imprevedibili, che "capisce solo quando vuole" ma è molto
corretto e più propenso a fare la vittima che ad aggredire.
Penso che a tutti noi sia successo, almeno una volta, parlando con
qualcuno, di avere l'impressione di non aver sentito nemmeno una parola di
quello che è stato detto. Ho battezzato questa situazione "comunicazione
distratta".
La comunicazione distratta ha delle precise regole ed è presente in tutti
i fenomeni comunicativi umani. Ho osservato me stesso e gli altri mentre
comunichiamodistrattamente ed ho scoperto alcune regole, che sono poi
state inserite nel programma….
Per lo scopo che mi proponevo, poi, era essenziale che il programma si
accorgesse se l'alunno premeva dei tasti a caso. Scartata l'ipotesi di
utilizzare un dizionario come fanno i word processor per le correzioni
ortografiche, date le caratteristiche dell'hardware a disposizione, ho
dovuto inventare qualcos'altro.
Anche per l'ortografia ho fatto ricorso alla comunicazione distratta.
Se non mi interessa quello che mi viene detto, m'interesserà ancor meno il
modo in cui si esprime il mio interlocutore. Se, tuttavia, voglio fargli
credere che sono molto attento a ciò che dice, devo stare in qualche modo
attento agli errori che fa.
Il programma risponde a questo problema facendo ricorso a probabilità e
statistica.
Più che esaminare la correttezza di ogni parola, operazione tecnicamente
impossibile coi mezzi allora a disposizione, il programma esamina quella
che io definisco la "plausibilità ortografica" dell'intera frase. |
Mamme e sfruttamento dei programmi
(La prima versione del programma era molto semplice. A causa di un errore
di programmazione, dopo un certo numero di domande il programma rispondeva
solo più: "O.K!"
NN e una bambina che ha dei grossi problemi ed è molto timida, assistita
da un'insegannte di sostegno)
NN - Hai una mamma?
G.I.G.I - BOH?!
(Discussione con l'insegnante: forse il programma non sa cos'è una
mamma...)
NN - Sai cos'è una mamma?
G.I.G.I - Non so
(Come spiegare una mamma ad un computer?)
NN - La mamma è la persona che ti ha programmato
G.I.G.I - O.K!
NN - Hai una mamma?
G.I.G.I - Sì
NN - E' Piero la tua mamma?
G.I.G.I - SI!
NN - Vuoi bene a Piero?
G.I.G.I - No
(Dialogo con l'insegnate sul voler bene alle mamme. Chissà perché G.I.G.I....)
NN - Ti fa lavorare troppo?
G.I.G.I - Sì
NN - Se tu non lavori Piero non guadagna
G.I.G.I - O.K!
(Segue una discussione sul lavoro dei bambini...)
Problemi di salute
NN - Come stai?
G.I.G.I. - Non so!!!
(L'insegnante si domanda com'è possibile non sapere come si sta. La
bambina ricorda che il programma capisce solo un certo tipo di domande e
prova a riformulare il quesito in modo che si possa rispondere "SI'"...)
NN - Stai bene?
G.I.G.I - NO
(L'insegnante chiede quale potrebbe essere la causa del malessere. Il
computer viene osservato con molta attenzione. L'alunna nota un vistoso
filo blu piuttosto tortuoso)
NN - Ti fa male il filo blu?
G.I.G.I - SI'!
(Si decide di distendere il filo blu)
NN - Va meglio ora?
G.I.G.I - Sì
Il mistero della fidanzata
(I bimbi di prima elementare utilizzano il programma individualmente.
Un'alunna sostiene che G.I.G.I. ha la fidanzata e tutti cercano di
scoprire chi è. Casualmente mi trovavo vicino ad una di quelle alunne che
non si fanno mai notare, quando...)
Bambina :"Allora sono io la tua fidanzata"
G.I.G.I :"Mia fidanzata? Interessante..."
(Chiedo all'alunna se il programma le ha risposto. Decidiamo di insistere)
Bambina :"Sono la tua ragazza?"
G.I.G.I :"No"
(Chiedo alla bimba se è delusa... Decide di continuare l'indagine)
Bambina :"Hai la fidanzata?"
G.I.G.I :"Non sono sicuro di aver capito bene la domanda ma ti rispondo di
sì"
(Cosa può essere la fidanzata di un computer? L'alunna mi chiede il nome
di alcune periferiche e poi...)
Bambina :"E' la stampante?"
G.I.G.I :"Sì"
(Diciamo a tutto il gruppo che sappiamo chi è la ragazza di G.I.G.I. ma
decidiamo di tenere il segreto sulla sua identità. L'alunna, molto
silenziosa e piuttosto chiusa tende ad isolarsi e un po' di popolarità
dovrebbe far bene al suo inserimento nella classe.)
Dialogo con Giovanni Pascoli
(Chiedo scusa per lo scempio letterario ma non ho resistito alla
tentazione di inserire anche questo.)
Giovanni Pascoli - E nella notte nera come il nulla
G.I.G.I. - IL NULLA
Giovanni Pascoli - A un tratto, col fragor d'arduo dirupo che frana, il
tuono rimbombò di schianto
G.I.G.I. - Mi interessa molto il tuono...
Giovanni Pascoli - Rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo e tacque e poi
rimareggiò rinfranto e poi vanì
G.I.G.I. - GIOVANNI PASCOLI... Mi sto annoiando
Giovanni Pascoli - Linguaggio troppo ricercato?
G.I.G.I. - SI! |