Eugenio di Savoia - Soissons
Parigi 1663 - Vienna 1736

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Generale italo-austriaco figlio di Eugenio Maurizio e di Olimpia Mancini, avrebbe dovuto seguire la carriera ecclesiastica. Chiese a Luigi XIV di entrare nel suo esercito, non ebbe risposta. 
Il fratello Luigi Giulio morì combattendo contro i Turchi ed egli ne prese il posto entrando al servizio dell'imperatore Leopoldo I; si distinse nelle operazioni per la difesa di Vienna e a soli 24 anni fu promosso tenente generale.
 
 

Eugenio Di Savoia (1663-1736)

Nato a Parigi il 18 ottobre 1663 dal principe Eugenio Maurizio e da Olimpia Mancini (nipote del cardinale Mazarino), di costituzione gracile fu avviato da piccolo alla carriera ecclesiastica. Dopo la morte del padre al seguito del gen.Turenne, cominciò a temprare il corpo con duri esercizi fisici fino a renderlo sano e forte per la carriera militare.


Rifiutò i suoi servigi al re di Francia Luigi XIV offrendoli invece all'imperatore d'Austria Leopoldo I, in guerra contro i Turchi.

Nel 1683 all'assedio di Vienna dimostrò tutto il suo valore; combattendo con Giovanni Sobieski di Polonia sconfisse gli infedeli di Kara Mustafà a Kahlenberg e si guadagnò la promozione a colonnello di un reggimento di dragoni a cavallo. Il reggimento dragoni di Savoia divenne la sua guardia personale e seguì il principe nelle sue campagne coprendosi di gloria.
La guerra proseguiva e i Turchi persero l'Ungheria, passata sotto gli Asburgo, e Atene.

L'11 settembre 1697 Eugenio di Savoia sconfisse i Turchi del sultano Mustafà II a Zentha, prima battaglia in cui fu capo supremo delle truppe imperiali.


Il 9 luglio 1701 combattè a Carpi, dove sconfisse le truppe franco-ispaniche comandate dal maresciallo di Francia Catinat; le operazioni militari contro i francesi proseguono; da Parigi arrivano i rinforzi comandati da Villeroi che viene respinto il 1 settembre a Chiari e costretto a ritirarsi nella fortezza di Cremona.

Qui, nella notte tra il 31 gennaio e il 1 febbraio 1702, 400 granatieri imperiali al comando del principe Eugenio penetrarono nella fortezza attraverso un fosso scavato di nascosto presso la porta di S.Maddalena e presero prigionieri la guarnigione e vari generali francesi fra cui lo stesso Villeroi, ma sono costretti a ritirarsi dopo un lungo combattimento portandosi però dietro i prigionieri.

La guerra prosegue. I Francesi ora sono al comando del duca di Vendome, che assedia Mantova e Trento ma viene respinto. Nel 1704 Vittorio Amedeo II di Savoia abbandona la causa francese e si schiera con gli imperiali, ma viene assediato in Piemonte.

Il colle di Superga e l'assedio di Torino nel 1706
 

Nell'aprile 1705 il principe Eugenio, deciso ad accorrere in soccorso del Piemonte, scende dal Brennero con un nuovo esercito di 28mila uomini, attraversa con dei traghetti il lago di Garda fino a Salò e punta verso l'Adda, ma il 16 agosto viene ferito a Cassano e deve ritirarsi a Treviglio.

Torna a Vienna per farsi curare e lascia le truppe nel veronese per far passare l'inverno.

 
 
 
Nella campagna del 1697 contro i Turchi, con marcia rapidissima riuscì a sorprenderli al passaggio del Tibisco, presso Zenta, e ad annientarli; questa battaglia sortì effetti risolutivi sulla guerra austro-turca del 1683-99, per cui ad Eugenio furono donati vasti possessi fra la Drava e Danubio e divenne così ricco da potersi permettere di far demolire un intiero quartiere nel centro di Vienna e farvi costruire una fra le più belle residenze principesche d'Europa, il famoso palazzo del Belvedere,  dove il Principe raccolse tesori di libri e di arte, oggi ospita raccolte di arte tedesca.
Una leggenda vuole che nel bottino di guerra ci fossero sacchi di strani chicchi, sconosciuti all'epoca: il caffè, (che entrò in Europa proprio in quel periodo).
eugenio Allo scoppio della guerra per la successione di spagnola (1701-13), ebbe il comando supremo delle forze destinate al teatro italiano e batté il maresciallo Catinat fra Carpi e l'Oglio (1701), e il Villeroi a Chiari. 
Il nuovo comandante francese, il Vendôme, fu battuto (1702) a Luzzara, ma riuscì a impedire a Eugenio la conquista del Milanese, vero scopo delle sue operazioni. 
Nel 1703 divenne presidente del Consiglio aulico di guerra: dopo aver la vittoria di Höchstädt (1704), fu battuto dal francese a Cassano d'Adda (1705).

La geniale audacia di Eugenio si rivelò con la battaglia di Torino (1706), allorché insieme a Vittorio Amedeo II attaccò, fra Stura e Dora, il grosso degli eserciti francesi che stavano assediando Torino; i Francesi abbandonarono subito i loro trinceramenti lungo la Dora e il Po per portarsi in una posizione più favorevole, l'urto decisivo si risolse con la sconfitta dei Francesi.

Seguirono una meno fortunata diversione in Provenza (1707) e due vittorie nei due anni successivi (Audenarde e Malplaquet ). 
Nel 1711 l'Inghilterra voleva ritirarsi dalla lotta perché non voleva che Carlo d'Asburgo divenisse re Spagna e imperatore. Eugenio fu inviato a Londra per scongiurare questo ritiro ma gli inglesi non desistettero. 
Dopo la pace di Utrecht (1713), l'imperatore Carlo VI volle continuare la guerra con le sole proprie forze. Il principe dovette tenersi sulla difensiva, perdendo Landau e Friburgo: la pace di Rastatt (1714), negoziata dallo stesso Eugenio, poneva fine alla lunga guerra.

I Turchi intanto, imbaldanziti dalla vittoria riportata nel basso Prut (1711) su Pietro il Grande, ripresero (1715) la Morea ai Veneziani e assalirono le province ungheresi e transilvane degli Asburgo. Eugenio li sbaragliò (1716) a Petrovaradin e pose l'assedio a Belgrado (1717), che due mesi dopo capitolava; si giunse così alla pace di Passarowitz (1718).

Nel lungo periodo di pace del 1720-33 il principe si occupò della riorganizzazione dell'esercito ed ebbe un importante ruolo nel governo dell'impero. Fu consigliere della giovane Maria Teresa.  Fu in rapporto d'amicizia coi maggiori scienziati, letterati e filosofi del tempo, tra cui Leibniz, ed acquistò una ricca collezione d'arte. 
 
Scoppiata la guerra di successione polacca (1733-35), al principe, ormai settantenne, fu dato il comando di un fronte secondario, il Reno.

Fu uno dei più grandi generali dell'età moderna: Napoleone lo considerò come uno dei sette comandanti ai quali più deve l'arte della guerra.

 

Eugenio di Savoia torna in Italia, raduna le truppe a Verona e in luglio punta su Torino; il 19 agosto passa a Stradella, il 23 a Voghera e il 31 a Villastellone si riunisce con il piccolo corpo di Vittorio Amedeo II.

Il 1 settembre i due principi di Savoia osservavano dal colle di Superga le posizioni del nemico e decisero di dare battaglia. Il 7 settembre 1706 le truppe francesi del duca d'Orleans furono definitivamente sconfitte a Torino e costrette a tornare in Francia. In segno di devozione fu costruita la famosa basilica sul colle di Superga.

Gravi le conseguenze per il regno di Luigi XIV; Sardegna e regno di Napoli furono tolti alla Spagna, il Monferrato fu ceduto ai Savoia, Milano e Mantova restarono all'Austria.

Ma le battaglie contro i Francesi continuano. Ora la guerra si sposta al nord, in Svezia e nelle Fiandre dove il principe Eugenio combatte col duca di Marlborough a fianco di Inglesi e Olandesi nelle battaglie di Oudenard (1708), Malplaquet (1709), e viene sconfitto a Denain (1712) giungendo alla pace di Utrecht (11 aprile 1713), dove Filippo V viene riconosciuto re di Spagna, l'elettore di Brandeburgo Federico I re di Prussia e il duca di Savoia re di Savoia, Monferrato e Sicilia. La guerra tra Austria e Francia durò ancora un anno fino alla pace di Rastadt il 7 marzo 1714, diplomaticamente conclusa dal principe Eugenio e il duca di Villars.


Le ultime battaglie del principe sono combattute di nuovo contro i Turchi. Infatti l'Austria si allea con Venezia e invia il principe sul basso Danubio. il 6 agosto 1716 sconfigge i Turchi a Petervaradino, quindi con 85mila uomini marcia su Belgrado che viene assediata nel 1717.

La città è presidiata da 24mila uomini e in luglio giungono in soccorso le truppe del gran visir Hutschi-Alì, forte di 185mila uomini e 250 cannoni, che assedia gli imperiali nel loro stesso campo.

Dopo 3 settimane di indugi Eugenio il 16 agosto assale il campo turco sbaragliando le truppe del visir e rimanendo egli stesso ferito da un colpo di scimitarra. I Turchi persero 23mila uomini e tutti i cannoni. Il 17 agosto 1717 Belgrado si arrende e l'anno dopo, il 21 luglio 1718, fu conclusa la pace di Passarovitz.


Eugenio di Savoia combatté in 33 campagne e fu ferito 7 volte. Fu anche abile diplomatico dettando la pace fra Francia e Austria e a Passarovitz quella con i Turchi. Innamorato delle scienze e delle belle arti, protesse letterati e artisti fra cui lo storico Pietro Giannone.

Morì nella sua casa di Vienna il 20 aprile 1736, circondato dai suoi libri e i suoi quadri.

 Eugenio di Savoia

Gli stretti legami di Vittorio Amedeo II con Luigi XIV, il Re Sole , padrone di Pinerolo e Casale (1681), padrone di fatto del Piemonte, non lasciano presagire nulla di buono. Vitttorio Amedeo resta orfano molto presto. E' chiuso di carattere, ma curioso del mondo che lo circonda. Frequenta gente di basso rango o passa il tempo in una cantina o nel suo letto. La madre Maria Giovanna Battista, nominata reggente, a malapena lo saluta. Lo vede come un avversario al suo potere, alle sue relazioni scandalose. Nel 1682 la madre tratta il matrimonio del figlio con la figlia del Re del Portogallo Alfonso VI. Vittorio Amedeo ha 16 anni (da due anni è maggiorenne) e dovrà succedere al trono alla morte di Alfonso, allontanandosi dal Piemonte e lasciando la madre alle sue trame. Dietro a tutta questa macchinazione c'è il Re Sole. Vittorio finge di essere ammalato e rinvia la partenza. I malumori antifrancesi e antireggente della corte che ne seguono, fanno svanire il progetto di matrimonio con la portoghese, ma lo obbligano a sposare una francese Anna d'Orleans. A diciotto anni Vittorio "solitario, imperioso, violento" ha conquistato il potere contro la madre e contro il Re Sole. Questi nella sua politica espansionistica, sfida i principi protestanti e dichiara di ergersi paladino della chiesa, funzione questa già assolta dagli Asburgo. Nel 1685 il Re Sole revoca l'editto di Nantes che per cent'anni aveva garantito libertà di culto agli Ugonotti. La revoca dell'editto di Nantes ha come primo risultato la persecuzione dei valdesi, che hanno anche la sfortuna di trovarsi sulle rotabili da e per la Francia. Vittorio deve suo malgrado uniformarsi e nel 1686 revoca tutte le misure di tolleranza in vigore. Le sue forze e quelle francesi che stanziano in Piemonte sbaragliano le esigue bande valdesi. I morti e i trucidati saranno oltre 10.000 e i superstiti che non riescono a fuggire verso la Germania dovranno convertirsi. A mente fredda Vittorio ha modo di riflettere: ha combattuto contro i propri sudditi per interesse di uno straniero e del risultato non v'è certo da vantarsi. Tre anni dopo i Valdesi rientrano in un Piemonte che ha preso le distanze dalla Francia allacciando contatti con l'Austria. Lo scontro è inevitabile. Dal 1690 al 1695 i Piemontesi (senza l'aiuto di alcun alleato) subiscono sconfitte, ma non la capitolazione dai pochi francesi presenti. Il fronte italiano per i francesi è dispersivo e l'offerta di una pace separata viene accettata in cambio della neutralità. I francesi lasciano il Piemonte e Casale passa al Duca di Mantova. Gli spagnoli restano padroni di Milano. Passano pochi anni e si apre la guerra per la successione al Trono di Spagna (dominava anche sull'Olanda). Quando nel 1700 muore, Carlo II, ultimo discendente di Carlo V (un Asburgo), nomina erede un D'Angiò Francese. Nell'aprile del 1701 Vittorio firma un trattato di Alleanza con Parigi. La firma di un Savoia su un trattato ormai è vista come un puro esercizio di grafia; il palazzo è percorso da spie che cercano di sondare le reali intenzione del Duca.Pietro Micca da fuoco alle polveri Due anni dopo è la volta del trattato con l'altra parte. Il Piemonte viene messo a ferro e fuoco dai francesi e Torino assediata (1706). Prima che il cerchio si stringa Vittorio lascia la città e va incontro al cugino Eugenio, Comandante delle armate Austriache. Il famoso episodio di Pietro Micca che si fa saltare con la polveriera per salvare la città è di quest'anno. Eugenio è nato a Parigi il 18 ottobre 1663 dal ramo Carignano / Soissons. La madre Olimpia Mancini è nipote del cardinale Mazarino. Piccolo e brutto vorrebbe seguire la carriera militare ma viene indirizzato al convento. L'appellativo di "Abatino" lo seguirà per sempre nella sua vita. Matura allora la sua decisione di passare al "nemico austriaco" in gravi difficoltà contro i Turchi. Nel 1701 è comandante supremo in Italia e nel 1706 dalla collina di Superga realizza una delle sue migliori battaglie sbaragliando i francesi superiori di numero e difese. Ma ritorniamo al 1683. Il suo secondo cugino Eugenio ha già lasciato la corte di Versailles per mettersi al servizio di Vienna. Ai primi di Luglio il fratello maggiore Luigi Giulio viene ferito a morte alle porte di Vienna in uno scontro fra cavalleria imperiale ed ottomana. La sorte di Vienna sembra ormai segnata. Attraverso l'ultimo maglia dell'accerchiamento, il 7 luglio l'imperatore lascia la città. Al campo dove si era rifugiato si presenta Eugenio. La città non vieneSobieski di Polonia con lo scettro e alla sua sinistra il giovane Eugenio comunque lasciata in balia del nemico, ma affidata ad un abile generale Ruggero di Starhemberg. Gli eserciti sostenitori della causa antimussulmana stanno arrivando dalla Germania (Sassonia, Franconia, Lorena) e dalla Polonia. Se in città si vive male (le lepri dei tetti o gatti diventano presto il pasto alternativo), fuori si scavano trincee e gallerie per far saltare le fortificazioni. La consulenza degli ingegneri francesi risultò molto preziosa agli ottomani che arrivarono fino alla conquista della porta degli scozzesi. Il 12 settembre, pur inferiori di numero, le truppe cristiane comandate dal Re di Polonia sbaragliano i Turchi troppo impegnati nell'assedio. Eugenio di Savoia come suo aiutante di campo ha così l'occasione di mettersi in evidenza. Diciannove anni prima un altro grande condottiero italiano aveva sconfitto i Turchi e salvato la cristianità sul fiume Raab, Raimondo Montecuccoli. Gli incarichi per Eugenio non mancheranno. Nel 1701 è in Italia a Cremona dove batte i Francesi e l'anno dopo a Milano. Le sue forze sono sempre inferiori a quelle nemiche, ma il suo stratagemma di dividere gli avversari e batterli ad uno ad uno funziona a meraviglia. A Hochstadt con gli Inglesi poi a Torino con Amedeo le sue vittorie lasciano il segno. La massima carica militare, Presidente dell'Imperial Consiglio Aulico, gli spetta di diritto. Il re Sole ha modo di esternare " Di nuovo l'abatino". Il potente Eugenio ora si fa costruire sulla collina da dove partì la liberazione di Vienna una sontuosa residenza che richiami alla memoria della gente quella che era la tenda del Gran Visir: "La tenda è grande come Varsavia, arredata e con stanze da bagno ovunque. Fontane e giardini zampillano acque profumate. Lampade, divani e tappeti ricamati d'oro completano gli interni" Tutto questo cadde bottino di guerra nelle mani del Re di Polonia. Il palazzo viene costruito fra il 1713 e il 1723, mentre assume la carica di Governatore dei Paesi Bassi e sconfigge nuovamente i Turchi a Belgrado nel 1717. Belgrado al margine dell'Enclave Ungherese in Serbia, faceva parte del Impero Austriaco (ex Ungheria). Ripersa venne conquistata nuovamente nel 1739 e definitivamente nel 1789, l'anno della rivoluzione francese. Il potere di Vienna non è mai stato tanto vasto. Tutti riconoscono in lui un uomo di inflessibile audacia, di rapide decisioni e di abilità diplomatica. Napoleone lo considererà uno dei sette grandi dopo, Annibale, Alessandro Magno, Cesare, Gustavo di Svezia, Federico II e il Maresciallo francese Turenne. Dai cugini italiani le attestazioni di riconoscenza sono scarse ed in alcuni casi date e riprese. La sera del 20 aprile 1736 il principe parla poco, è giù di voce. Rifiuta il decotto e si accomiata dagli ospiti che non lo rivedranno più vivo. La sua salma riposa nel Duomo di Santo Stefano.  

 
 
Link:  
http://digilander.libero.it/fiammecremisi/savoiacond.htm  
http://www.cronologia.it/storia/biografie/eugenios.htm

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