Locke

Thomas Hobbes

Hume

Berkeley

Vita e opere (1632 – 1704)

Vita e opere (Malmesbury 1588-1679)

Vita (1711-1776) e opere

Vita (1685 – 1753)

Famiglia calvinista: suo padre aveva militato nell'esercito del Parlamento durante la guerra civile. 

Studi ad Oxford, baccelliere e maestro d’arti. Insegnerà poi greco e retorica e infine filosofia morale.

  • Prima opera: “Saggi sulla legge di natura” la base d’ogni nostra conoscenza è la percezione integrata dalla ragione. 

Nel 1666 Inizia ad interessarsi a fisica, chimica e fisiologia in collaborazione con Boyle e Sydenham e conosce Lord Ashley e si avvicina alle idee liberali:

  •  l’anno dopo scrive il primo Saggio sulla tolleranza.

Membro della Società Reale di Londra per il progresso delle scienze. Farà poi parte del consiglio direttivo. 

Nel 1761, dopo una discussione con degli amici, scrive

  • il primo abbozzo del Saggio sull'intelletto umano.

In Francia (dove si rifugia per motivi politici) viene a contatto con la cultura cartesiana che ispirerà l'impostazione matura del suo pensiero.

Dopo il trionfo della "gloriosa rivoluzione" l'autorità di Locke grandissima, (teorico del liberalismo).

  • Pubblica la Lettera sulla tolleranza 

  • e i due Trattati sul governo civile.

  • Nello stesso anno, ma datato 1690, pubblica il Saggio sull'intelletto umano 

  • i Pensieri sull'educazione

  • e il Saggio sulla ragionevolezza del cristianesimo.

Durante gli ultimi anni il suo impegno politico e le sue idee religiose suscitarono polemiche.

Muore ad Oates. 

Per saperne di più > vita

Nato a Malmesbury  nel 1588

Il padre era vicario di Westport. La madre, terrorizzata dalle notizie sull’arrivo dell’Armada spagnola (o di un terremoto?) lo partorì prematuramente, (di qui il soprannome dato a se stesso "gemello della paura").

Cacciato dalla parrocchia Il padre sparì; uno zio si prese cura di loro. Thomas rivelò predisposizione per gli studi e lo zio gli fornì i mezzi per entrare ad Oxford.

 Dopo il bacellierato, divenne precettore del figlio del barone Cavendish. Viaggiò molto in Francia, in Italia, a Ginevra. Conobbe Galilei, padre Mersenne e Gassendi, (forte amicizia e affinità spirituale: empirismo e un po’ di scetticismo pirroniano).

La sua opera più importante ha per titolo "Elementa philosophiae", e si divide in tre parti: De corpore, De homine e De cive. Essa descrive tutti gli aspetti della realtà, naturale ma anche morale e politica, come effetto dei movimenti dei corpi. La stesura di quest'opera richiese molti anni e varie peripezie.

Prima di dedicarsi alla stesura vera e propria della sua più importante opera,(Elementa philosophiae)  ne raccolse le idee forti in un manoscritto "Elementi di legge naturale e politica"; di cui fece fare alcune copie per i suoi amici, che ne fecero altre copie e le distribuirono e Hobbes fu conosciuto come nemico del parlamento.

Si rifugiò a Parigi. In questo periodo pubblicò il De cive (contro le teorie parlamentaristiche) e le Obiezioni alle Meditazioni di Cartesio (su richiesta di Mersenne) e diede lezioni di matematica al principe ereditario Carlo Stuart, esiliato a Parigi.

Nel1651 escono in Inghilterra la traduzione inglese del De cive e il Leviathan. Grazie un’amnistia, rientra in Inghilterra e si riconcilia con Cromwell.

Il De corpore, (visione integralmente meccanicistica della realtà), vede la luce a circa diciotto anni di distanza dalla stesura del primo abbozzo. Non ebbe successo perché la filosofia hobbesiana aveva fama d’ateismo e materialismo, e per il nuovo clima culturale (declino del razionalismo cartesiano e la nascita della "filosofia sperimentale").

Quando Carlo II (suo discepolo a Parigi), divenne re Hobbes ricevette una pensione, ma, osteggiato dal clero, di cui criticava i privilegi, dovette difendersi dalle accuse d’ateismo ed eresia, affrontando anche impegnativi studi sull'argomento.

A novant’anni, pubblicò l’ultima sua opera, il Decameron physiologicum, e l’anno seguente, il 4 Dicembre 1679, morì, dopo un attacco di paralisi, in casa dei conti di Devonshire. Fu sepolto nella cappella del castello, dove le sue ossa si trovano tuttora.

Hobbes tentò di coniugare il razionalismo cartesiano con la tradizione empiristica inglese (Bacone…). Una sintesi, non sempre ben riuscita, fra il metodo deduttivo del razionalismo e il metodo induttivo dell'empirismo inglese, fra nominalismo logico e realismo metafisico.

Per approfondire > vita | giornale

Famiglia di piccola nobiltà. Non essendo primogenito non ereditò il titolo e il grosso della proprietà.  Studi letterari e filosofici (la famiglia lo voleva avvocato), indagine sulla natura umana. Si apre quindi per Hume "una nuova scena di pensiero".

1729-39/40: preparazione e pubblicazione della grande opera giovanile, il Trattato sulla natura umana (tre parti; intelletto, passioni e morale).

Studia i filosofi più recenti, inglesi e francesi.

Soggiorno di tre anni in Francia.

A Londra, mitigando in parte la critica nei confronti della tradizione filosofica e religiosa riesce a darla alle stampe in forma anonima.

Non suscita interesse ma solo qualche violento attacco da esponenti della Chiesa, che gli procurò la fama di "scettico e ateo notorio".

Per farla conoscere, allora, pubblica un “Estratto del Trattato sulla natura umana”, apparso anch'esso anonimo, nessun miglioramento.

1741 – 1751

Chiede ma non ottiene la cattedra di filosofia ad Edimburgo (pessima fama).

Saggi morali e politici, una ripresa dei temi del Trattato, ripresentati in forma saggistica, due opere fortunate

  • “Saggi filosofici sull'intelletto umano” e

  • “Ricerca sui principi della morale”.

Prima stesura dei Dialoghi sulla religione naturale, pubblicati postumi.

1751 – 1762:

Tentativo fallito di ottenere una cattedra a Glasgow.

Bibliotecario della Facoltà degli Avvocati d’Edimburgo.

Nuove ricerche di politica e storia.

Segretario della Philososphical Society, amicizia con Adam Smith e Thomas Reid.

“Discorsi politici”. “Storia d'Inghilterra”,

  • (finalmente arrivano la fama e la ricchezza).

Grazie anche all'appoggio dei suoi amici, riesce ad evitare la condanna della chiesa d’Edimburgo.

Subito dopo scrive quattro dissertazioni, spregiudicate soprattutto in materia religiosa. > Secondo soggiorno francese.

La fama che circondava i suoi scritti era maggiore in Francia che nel suo paese.

Ricevette una calorosa accoglienza nei circoli culturali e salotti illuministici.

Ritornato a Londra, cerca protezione e aiuti per Rousseau, che, però lascia Londra, accusando ingiustamente lo stesso Hume.

Sottosegretario di Stato nel 1774.

Muore due anni dopo ad Edimburgo

Nato in Irlanda da famiglia anglicana d’origine inglese si sentì sempre irlandese. Studia prima a Kilkenny e poi a Dublino.

1708-13 Saggio verso una nuova teoria della visione. E' ordinato sacerdote della Chiesa Anglicana. Pubblica il Trattato sui principi della conoscenza umana. In questo periodo è empirista respinge Malebranche (para-platonismo), che, però legge con interesse; nega l'esistenza della materia e l'astrazione. Nuovo principio: "esse est percipi". Frequenti soggiorni in Italia come cappellano.

1721 – 31 De motu: anziché un empirismo integrale ammette la validità del raziocinio; ammette implicitamente l'esistenza della materia; avversione a Newton ed ai suoi enti metafisici assoluti. Decide di catechizzare le colonie americane. Il parlamento concede un finanziamento per il suo progetto d’evangelizzazione. Va in America, a Rhode Island.

1731-1734 Pubblica l'Alciphron, difesa del Cristianesimo come religione rivelata. IL Deismo non è sufficiente per trasformare gli astratti principi filosofici in religione sentita e vissuta: affinché la religione operi realmente nel cuore e nelle azioni dell'uomo è necessaria la Rivelazione. Non è possibile una morale senza la religione (contro gli illuministi).

Sviluppa un certo razionalismo contro l'empirismo precedente e modifica in parte alcuni dei suoi scritti

1744 – 53 Pubblica Siris, riflessioni e ricerche filosofiche sulle virtù dell'acqua di catrame. In questo libro, scritto con il principale intento di decantare le proprietà terapeutiche dell'acqua di catrame, usata dagli indigeni d'America come curativo, giunge ad un idealismo di tipo platonico; ammette la materia; accetta alcuni aspetti della teoria di Newton (per cui ora professa grande ammirazione); s’interessa dei più recenti risultati della chimica. Muore ad Oxford.

Per saperne di più > Berkeley

 Il punto di partenza, la premessa

Il punto di partenza, la premessa

Il punto di partenza, la premessa

Il punto di partenza, la premessa

Il Saggio sull'intelletto umano è un'analisidei limiti, delle condizioni e delle possibilità effettive della conoscenza umana:

 

"Era necessario esaminare le nostre capacità, per vedere quali oggetti il nostro intelletto fosse o non fosse in grado di trattare".

 

A fine anno studieremo le tre opere "critiche" di Kant dove l'intelletto umano viene messo "sotto processo" per vedere quali sono i limiti e le possibilità... 

 

Meccanicismo: corpo e moto 

Galileo e Cartesio nella loro spiegazione meccanicistica dei fenomeni, distinguevano

  • le qualità oggettive (figura e movimenti dei corpi), soggette alle leggi meccaniche del mondo

  • da quelle soggettive (le qualità sensibili colore, suono, sapore, ecc.) legate al funzionamento della mente e meno soggette alle leggi fisiche.

Hobbes usa il meccanicismo (corpo e moto) anche per spiegare il funzionamento della mente.

Da questa concezione si ricava una classificazione delle scienze piuttosto singolare:

Ragione e scienza, quindi, 

  • sono possibili solo con oggetti generabili > i corpi (gli oggetti estesi o materiali),

  • non sono possibili con oggetti non generabili > Dio, angeli e cose "incorporee". (Attenzione, per Hobbes tutto è corpo e moto, quindi...) 


Per saperne di più > conoscenza | linguaggio |ragione

 

Come per gli Stoici, esistere è agire o subire azioni e solo un corpo può agire o subire.

Tutto è corpo e movimento.

Il corpo è l’unica realtà, l’unica sostanza che esista realmente in sé;

La parola "incorporeo", riferita a Dio,

  • esprime la pia intenzione di onorarlo distinguendolo da ciò che è grossolano nella natura

  • ma dire che Dio è incorporeo equivale a dire che non esiste.

Neppure lo spirito umano è incorporeo.

e il movimento è l’unico principio di spiegazione dei i fenomeni naturali,

  • ad esso si riducono anche i concetti di causa, forza e azione.

 

Hume ritiene di aver scoperto tre principi generali a fondamento di una scienza della natura umana :

1. Priorità delle impressioni sulle idee:

  • le percezioni si suddividono in

    • impressioni , (sfera del sentire),

    • e in idee , (sfera del pensare).

  • Tutte le forme della nostra esperienza possono essere ridotte a questi due tipi di percezioni.

  • Nel sentire, usiamo i sensi, nel pensare la memoria o l'immaginazione.

  • Impressioni e idee possono essere

    • semplici

      • Le idee semplici, derivano dalle impressioni semplici corrispondenti e le rappresentano esattamente".

    • o complesse .

  • Le impressioni si presentano sempre prima delle idee,

  • Non possiamo creare idee con la sola attività mentale.

  • Le idee sono sempre riducibili alle impressioni semplici di cui sono copie illanguidite.

2. Libertà dell'immaginazione (contrapposta alla non-libertà della memoria):

  • l'immaginazione ha una funzione attiva , la memoria è passiva .

  • L’ immaginazione è libera rispetto alle sensazioni ma, se riusciamo a comunicare evidentemente risponde anch’essa a qualche principio regolatore.

3. Associazione delle idee

  • l’associazione è libera ma tre “forze

    • Rassomiglianza,

    • Contiguità nel tempo e nello spazio,

    • Causa (ed Effetto),

  • ci spingono ad associare in queste tre direzioni.

  • Una specie d’Attrazione", le cui cause, per lo più sconosciute, sono "proprietà originarie della natura umana".

  • Questo principio rende superflua la ricerca di cause finali (Dio, la natura...).

  • Grazie all'associazione esperienza e conoscenza evitano l'arbitrio ed il caos più completi.

Per scoprire questi principi

  • non c'è stato alcun bisogno di far ricorso alla Rivelazione, all'Autorità, alla Tradizione,

  • è stata sufficiente la via sperimentale.

Il materialismo è l'origine dell'ateismo,

(Per Malebranche la causalità attribuita alle creature era paganesimo)

  • per Malebranche la migliore difesa della religione è l'occasionalismo.

    • corpo e anima sono sostanze eterogenee

    • non c'è azione del corpo sull'anima e viceversa,

    • ma l'azione proviene direttamente da Dio

    • La cause degli eventi sono solo "occasioni"

  • Berkeley come difesa della religione crea una teoria è conia un nuovo termine: immaterialismo

    • cerca di dimostrare agli uomini quanto sia falso il materialismo,

    • chi ammette l'esistenza della materia rende superflua l'esistenza di Dio

    • L’autore è spinto a filosofare da motivi religiosi (senso missionario).

Sostanza materiale: Non è possibile concepire un substrato ignoto che "sostiene" l'estensione con i suoi "accidenti", cioè con le sue qualità sensibili, e che sia immaginabile come esistente al di fuori di esse.

Come abbiamo visto il punto di partenza è la negazione dell'esistenza della materia.

La filosofia di Berkeley potrebbe quindi essere definita in vari modi, ecco i principali:

 

Teoria della conoscenza: intelletto, percezione, idee, pensiero

Teoria della conoscenza: idee

Teoria della conoscenza: idee, immaginazione e ragione, corpi esterni

Teoria della conoscenza: ideismo, empirismo, nominalismo e neoplatonismo

Quattro definizioni: Intelletto, percezione, idee, pensiero.

L'intelletto

  non è l'intellectus scolastico (facoltà separata dalla sensibilità) 

  •   con la sensibilità percepiamo gli stimoli 

  •   con l'intellectus ce ne rendiamo conto 

  ma è il principio conoscitivo.

  • "L'intelletto, come l'occhio, ci fa vedere e comprendere tutte le cose, ma non si accorge di se stesso".

  • "the power of thinking"

La percezione è l'atto originario della conoscenza, tutte le idee derivano in qualche modo dall’esperienza (questo è anche il punto di partenza dell'empirismo).

Le idee sono l'oggetto del pensiero nella sua "passività"

Il pensiero in senso proprio è attivitàdello spirito intorno alle proprie idee. 


Rifiuto dell'innatismo: nello spirito non c’è nulla di cui lo spirito non sia consapevole, di già presente prima che ce ne accorgessimo. 

  •   Se le idee fossero innate

    • dovremmo averne sempre coscienza

    • e dovrebbero essere universalmente ammesse.

  •   Ma avviene il contrario. 

  •   Quindi alla nascita la mente è Tabula rasa:

    •   non esistono idee innate,

    •   tutte le idee ci vengono dall'esperienza.

    •   Ognuno comincia ad avere idee "quando ha una sensazione". 


L'esperienza avviene mediante due tipi di sensazioni

 

Il senso esterno, o sensazione,  è un movimento causato nell'uomo da stimoli provenienti da corpi esterni.

Il senso interno o riflessione ci fa sentire le operazioni del nostro spirito.

da queste percezioni provengono le idee che riferiamo a noi stessi o ai nostri organi...

ci fa percepire le cose fuori di noi

da queste percezioni provengono le idee che riferiamo ad oggetti esterni.


Per approfondire > empirismo | Idee e sostanza

 

Le idee possono essere

Semplici

ci vengono date sia dai sensi esterno e interno.

lo spirito quando le riceve, è "passivo" di fronte ad esse.

Non possono essere né inventate né distrutte.

Si dividono in

  • qualità primarie delle cose: numero, figura, estensione, ecc.

  • qualità secondarie , soggettive: colore, odore, sapore, ecc.

Complesse

si hanno combinando tra loro le idee semplici.

lo spirito è "attivo", le costruisce mediante due attività:

  • associativa

  • dissociativa

Hanno comunque l’origine nell'esperienza sensibile.

Si dividono in

Sostanze , riferentesi alle cose stesse immediatamente. Il sostrato supposto ma non conosciuto di un insieme di idee semplici (Pensa ad Aristotele, sostanza e accidenti...).

  • es. una palla...

  • è sferica, morbida, gialla...

Modi , punti di vista da cui le consideriamo. Sono idee che non hanno esistenza di per sé, ma che devono appoggiarsi ad un’altra idea.

  • Esempio: il rispetto da solo non esiste

  • ci vogliono 2 soggetti: uno rispetta, e l’altro è rispettato.

Relazioni , riguardano rapporti

  • Esempio: cugino, padre, madre, figlio…

Se queste idee complesse sono "fatte da noi", possono variare e un’effettiva corrispondenza alla realtà non è necessaria.

Locke non nega l'esistenza della sostanza, ma ritiene che non sia conoscibile (agnosticismo).

Segui questo ragionamento:

Nelle cose, il substrato c’è,

le idee semplici da sole non potrebbero stare

un certo oggetto è grande o pesante

senza quel certo oggetto grande e pesante non hanno senso

possiamo avere esperienza delle idee semplici ma non del sostrato

se c'è il sostrato le sostanze esistono per forza,

  • ma non possiamo averne conoscenza.

In questo contesto cade il criterio di verità del realismo, (la corrispondenza tra ciò che c’è e ciò che pensiamo).

Se accettiamo queste premesse possiamo prendere in considerazione due atteggiamenti:

Fenomenismo: conosciamo solo i fenomeni (ciò che appare ai nostri sensi e non ciò che provoca la sensazione).

Nominalismo : le idee non rappresentano l'essenza generale delle cose, ma sono solo dei nomi.

  • Le idee "astratte" e i nomi "universali" sono semplici invenzioni umane convenzionali per rendere più facile la comunicazione.


Per approfondire > dizionario

 

Il punto di partenza di ogni conoscenza è costituito dai concetti (sensazioni), o dalle idee (immagini derivate dalle sensazioni).

I nomi sono attribuiti sia ai concetti sia a ciò che non viene dai sensi ma è dedotto dalla ragione, come appunto nel caso dei nomi di Dio, dell'anima, o della sostanza.

Metodo deduttivo e induttivo Solo l'esperienza ci può dire se le costruzioni logiche (sapere assoluto) della ragione hanno riscontro nella realtà (conoscenza probabile delle ipotesi scientifiche).

Esempio: il sistema tolemaico e quello copernicano sono ugualmente rigorosi sul piano logico-matematico. Sul piano della realtà fisica, tuttavia, il sistema copernicano è più probabile perché spiega meglio ciò che appare all'esperienza. In fisica la spiegazione non può che essere ipotetica: le dimostrazioni rigorose non possono presentare contraddizioni o incongruenze né rispetto ad altri fenomeni né rispetto ad altre dimostrazioni cui siano legate.

Le idee astratte come i nomi comuni indicano non solo un singolo oggetto, ma un'intera categoria.

Si pensava che le idee astratte non provenissero dall’esperienza madalla mente perché

  • vanno oltre le caratteristiche del singolo oggetto,

  • sono universali.

Hume, come Berkeley, ritiene che le idee siano tutte particolari:

  • la parola che usiamo, non l’idea è generale.

  • Quando riscontriamo una somiglianza fra diversi oggetti e diamo a tutti un solo nome, senza tener conto delle differenze, "un'idea particolare diventa generale col venire unita ad un termine generale".

L'idea d’esistenza è la stessa cosa dell'idea di ciò che concepiamo esistente,

quindi, non è propriamente un'idea ,

in quanto non corrisponde a nessuna impressione dalla quale sia derivata.

L'idea d’esistenza esterna e i ruoli di immaginazione e ragione 

solo l'insieme delle mie percezioni è il mondo che posso conoscere

ma ciascuno di noi ammette l’esistono di corpi esterni,

  • anche quando non li percepiamo

  • quindi indipendenti, dalla nostra esistenza e dalle nostre percezioni.

Chiedersi se i corpi esterni esistono non ha senso

  • se per "corpi" intendiamo oggetti che esistono di là dalle nostre percezioni.

  • perché se non li percepiamo non possiamo sapere se ci sono...

Ma cosa ci fa credere nell'esistenza dei corpi?

  • Non i sensi , che non vanno oltre la percezione,

  • nemmeno la ragione , che analizza le percezioni ma non può creare nulla di nuovo.

  • L'immaginazione fa nascere in noi la nozione di oggetti esterni .

  • L' abitudine a riscontrare costanza e di coerenza la spinge a connettere insiemi di impressioni e a considerarli stabili e permanenti anche se si presentano in maniera intermittente.

  • Crediamo negli oggetti esterni anche contro la ragione

    • l'alternativa sarebbe il più completo solipsismo.

L’immaginazione ha un ruolo costruttivo

La ragione ha un ruolo scettico-distruttivo

Scherzosamente potremmo concludere: Immaginazione - ragione 1 a 0

L’idea dell'io:

quasi tutte le filosofie ammettono l'esistenza di un io,

per Hume non c'è.

  • Nessuna impressione ed idea è permanente o stabile,

  • sono separate e isolate l'una dall'altra,

  • esistono soltanto quando sono presenti alla mente, sentite o pensate

  • e quindi non possono supportare l'idea di un io stabile e permanente.

Siamo collezioni di percezioni che si susseguono con rapidità, in un perpetuo movimento.

Tuttavia mentre la ragione nega la possibilità dell'idea di identità personale,

l 'immaginazione ,

spinta da una "inclinazione naturale"

e aiutata dalla memoria

produce una nozione di identità personale.

La memoria scopre e produce l'identità,

producendo il rapporto di somiglianza fra le percezioni

e fa sì che abbiamo pure la nozione di causalità,

l'immaginazione unifica le percezioni così collegate , proiettandole anche nel futuro cosa che la memoria non può fare... Producendo in tal modo l'identità personale.

Scherzosamente potremmo concludere: Immaginazione - ragione 2 a 0

Ideismo (più che idealismo):

  • l'unica realtà è quella delle idee

    • e degli spiriti (Dio e le anime) che le producono.

  • Per giungere a questa conclusione B. parte dall’esame del nostro modo di conoscere.

    • Solo cià che si percepisce c'è

    • Non è necessario che ci sia qualcosa dietro la percezione

    • Essere è esser percepiti

    • Quindi la materia non c'é

    • Allora c'è solo lo spirito C.V.D.

  • Platone (idealismo)

    • non nega la materia

    • la considera un'imperfetta imitazione dell'idea

In molti testi Berkeley è classificato come Empirista

  • per il risalto che dà alla percezione

    • "Essere è essere percepiti".

Potremmo considerare il nostro autore nominalista?

  • ricordi la disputa sugli universali (medioevo)?

    • I nominalisti sostenevano che gli universali sono solo parole, solo suoni della voce

    • I realisti dicevano che sono delle res, delle cose.

  • Per Berkeley le "idee astratte" o universali (che non sono possibili) sono causa di errore ed incertezza in filosofia.

    • Le nostre idee non possono essere che particolari.

    • Se penso qualcosa penso anche le sue caratteristiche particolari.

    • Le idee astratte sono idee particolari che indicano altre idee particolari affini.

Il Neoplatonismo di Berkeley si farà sempre più evidente:

  • La negazione della materia lo porta a valorizzare

    • assoluto valore di Dio e delle realtà spirituali,

    • mondo delle idee,

    • ansia del divino,

    • svalutazione della materia, ecc.

  • Ma solo dopo l'ammissione dell'esistanza della materia il suo neoplatonismo diviene maturo.

    • l’ultima opera, Siris, è il suo manifesto del neoplatonismo.

 

Funzioni dell'anima: senso interno e senso esterno, intelletto Funzioni dell'anima: sensazione e memoria Funzioni dell'anima: immaginazione e ragione, memoria e abitudine Funzioni dell'anima:

Il senso esterno, o sensazione,  è un movimento causato nell'uomo da stimoli provenienti da corpi esterni.

Il senso interno o riflessione ci fa sentire le operazioni del nostro spirito.

L'intelletto è il principio conoscitivo.

"L'intelletto, come l'occhio, ci fa vedere e comprendere tutte le cose, ma non si accorge di se stesso".

La percezione è l'atto originario della conoscenza, tutte le idee derivano in qualche modo dall’esperienza (questo è anche il punto di partenza dell'empirismo).

Le idee sono l'oggetto del pensiero nella sua "passività"

Il pensiero in senso proprio è attività dello spirito intorno alle proprie idee. 


Rifiuto dell'innatismo: nello spirito non c’è nulla di cui lo spirito non sia consapevole, di già presente prima che ce ne accorgessimo. 

 

Le funzioni dell'anima, sono attribuite a movimenti delle parti corporee.

La sensazione deriva dalla pressione di corpi esterni sui nostri organi di senso (come dice anche Cartesio).

  • Tale pressione produce un movimento che, attraverso i nervi, si trasmette fino al cervello e al cuore.

  • Da lì parte un contro-movimento dall'interno verso l'esterno, che produce il fantasma, l'immagine.

    • Sembra che l'immagine sia fuori, dov'è l'oggetto,

    • ma è solo apparenza;

  • l'immagine-fantasma o concetto o idea è il permanere in forma attenuata di una sensazione passata.

La memoria, è la capacità di confrontare un'immagine attuale con immagini passate,

  • nasce dal ripetersi di sensazioni.

Ragione e scienza, quindi, 

sono possibili solo con oggetti generabili e non sono possibili con oggetti non generabili

Le Scienze "vere", poi, sono matematica, etica e politica

Le Scienze naturali, come fisica e chimica, invece, sono meno vere delle precedenti…

Vero e falso: la proposizione attribuisce un predicato a un soggetto.

  • Quando il predicato è nome della medesima cosa di cui è nome il soggetto, la proposizione è vera.

  • Vero e falso riguardano il modo di connessione dei nomi fra loro.

La scienza  garantisce la verità dei propri assunti solo in quanto elabora corrette connessioni nominali, per la cui verifica rimanda ad altre connessioni nominali, finché si perviene alle connessioni fondamentali, che sono implicite nel primitivo atto della denominazione.

La scienza, tuttavia non è solo nomenclatura,

  • da un lato è convenzionale, (le conclusioni sono implicite nelle primitive imposizioni di nomi alle cose, la filosofia ricerca le cause comuni);

  • dall'altro è meccanicistica (generazione meccanica della realtà naturale: il moto è la causa prima).

L'immaginazione

  • fa nascere in noi la nozione di oggetti esterni e

  • produce la nostra nozione di identità personale

La ragione

  • è scettica verso l'esistenza di oggetti esterni

  • nega la possibilità dell'idea di identità personale,

L' abitudine a riscontrare costanza e di coerenza spinge l'immaginazione a connettere insiemi di impressioni e a considerarli stabili e permanenti anche se si presentano in maniera intermittente.

Crediamo negli oggetti esterni anche contro la ragione

  • l'alternativa sarebbe il più completo solipsismo.

La memoria scopre e produce l'identità, producendo il rapporto di somiglianza fra le percezioni e fa sì che abbiamo pure la nozione di causalità,

l'immaginazione unifica le percezioni così collegate, proiettandole anche nel futuro cosa che la memoria non può fare... producendo in tal modo l'identità personale.

 

L’immaginazione ha un ruolo costruttivo

La ragione ha un ruolo scettico-distruttivo

 
Spazio e tempo Spazio e tempo Spazio e tempo Spazio e tempo

Locke ammette di non poterne definire la natura

  • lo spazio è simile all’estensione, che è dei corpi

  • ma è pensabile anche come vuoto, indipendente da ogni materia 

Spazio, tempo, corpo e moto sono alla base di ogni altro concetto analizzabile.

Lo spazio è "il fantasma di una cosa esistente, in quanto esistente",

il tempo è "il fantasma del moto:

  • nel moto immaginiamo un prima e un poi, una successione".

Spazio e tempo sono immagini.

Corpo e moto sono i principi di spiegazione di tutto non sono immagini o concetti, bensì nozioni ricavate per via razionale.

La realtà è una successione concatenata e necessaria di fatti, prodotti dal movimento dei corpi, e dalla trasmissione del movimento da un corpo all'altro

Spazio e tempo

La capacità della mente è limitata.

Per immaginare una divisibilità infinita dello spazio e del tempo, ci vorrebbe una capacità illimitata della mente.

Ma non è così, quindi la divisione ha un limite.

Le idee di spazio e tempo

  • non hanno generalità

    • le idee sono tutte particolari

  • e non hanno esistenza separata

    • più che oggetti essi sono

    • maniere o ordine degli oggetti.

  • sia l'estensione sia la distanza sono fatti soggettivi,

  • essi percepiti in un certo modo

    • a causa della nostra conformazione psicofisica

    • e non perché esistano realmente nel mondo.

  • Di qui la sua polemica contro lo spazio ed il tempo assoluti di Newton:

    • le qualità secondarie (sensibili) sono solo nella nostra mente, soggettive,

    • e quindi lo sono anche le qualità primarie (estensione, la forma ed il moto dei corpi).

Io e realtà Io e realtà Io e realtà Io e realtà

L’io: riguardo a ciò che chiamiamo "io" la filosofia di Locke potrebbe essere definita fenomenismo psicologico

  • Del nostro io noi conosciamo solo i fenomeni e cioè le idee

  • passare dalle idee ad una "res" pensante, da una coscienza ad un "io" permanente è ingiustificato.

  • in parole povere: conosciamo bene le idee (fenomeni che appaiono all'io) ma non sappiamo bene cos'é l'io pensante

La realtà: se riceviamo una sensazione, siamo certi che qualcosa la produce in noi.

Anche se non abbiamo la certezza assoluta che ci sia necessariamente un rapporto tra l'idea e la cosa a cui essa si riferisce,

  • è ragionevole supporlo 

  • ed è molto probabile che le cose e gli uomini continuino ad esistere anche quando io non ne ho la percezione.

La mente ci fa pensare che le immagini mentali siano fuori di noi, esse, invece, sono dentro di noi.

Cìò non esclude l'esistenza di un mondo materiale che produce le pressioni sui nostri sensi da cui i movimenti dei nervi verso il cuore e il cervello...

Spazio e tempo sono immagini.

Corpo e moto sono i principi di spiegazione di tutto non sono immagini o concetti, bensì nozioni ricavate per via razionale.

La realtà è una successione concatenata e necessaria di fatti, prodotti dal movimento dei corpi, e dalla trasmissione del movimento da un corpo all'altro

Ma la “realtà esterna” esiste?

per Hobbes l'esistenza di una realtà fuori di noi, (e soprattutto la certezza che sia strutturata meccanicisticamente), è deduzione razionale, quindi supposizione, indubbiamente fondata, ma mai interamente verificabile.

La mente ci fa pensare che le immagini mentali siano fuori di noi, esse, invece, sono dentro di noi
  • se la materia non esiste, come si spiega l'origine delle nostre idee?

  • Sono pure illusioni soggettive?

  • E non esiste alcun essere fuori di noi che causa le nostre percezioni?

    • L'essere esiste, ma esso è la stessa idea.

    • Ciò che conosciamo delle cose sono le idee.

    • Tutto l'essere dell'essere per noi è nell'essere percepito.

La realtà  è fatta d'idee, fuori non c'é nulla se non idee

L'io se l'"esse est percipi" ci deve essere necessariamente un soggetto che percepisce".

La conoscenza La conoscenza: linguaggio, scienza e logica La conoscenza: credenza e abitudine La conoscenza: lo spirito

 c'è quando abbiamo la percezione,

non solo delle idee,

ma anche della loro concordanza.

Questa è distinta in quattro specie:

  • d'identità o diversità 

    • (ogni cosa è se stessa e non un'altra cosa; principio di non-contraddizione);

  • di rapporto;

  • di coesistenza; di esistenza reale. 

Quando quest’accordo è visto immediatamente si ha l'intuizione; quando invece sono necessarie idee intermedie si ha la dimostrazione. 

Per saperne di più > schema

il linguaggio è un insieme convenzionale di contrassegni (immagini-concetti) degli oggetti dell’esperienza, che danno loro dei nomi.

Le conclusioni scientifiche sono espresse mediante dei nomi.

“Grazie ai nomi siamo capaci di scienza, le bestie, mancando di essi non lo sono".

  • Anche gli animali hanno esperienze (sentono) ma non hanno le parole per distinguere e ricordare le idee,

  • l'uomo, invece, fissa i propri concetti mediante i nomi.Il nome rende l’uomo "capace di scienza".

I nostri concetti sono tutti particolari.

  • L'imposizione di un nome a una classe di concetti, o a una cosa è un atto di arbitrio.

  • Il nome non suppone dunque alcuna realtà dietro di sé, ma è solo un contrassegno.

  • Solo in questo senso è dotato di universalità.

Tutto è materia (corpo) o moto, anche la logica e il linguaggio, quindi, sono corpo o moto. (Direi più moto che corpo).

Nella nostra mente, idee, pensieri e concetti si uniscono fra loro in modo vario,

  • a caso,

  • secondo un determinato ordine, dato da qualche idea che li organizza.

Il linguaggio permette di trasformare

  • il discorso mentale (immagini)

  • in discorso verbale (parole), più adatto ad ordinare i pensieri e a comunicarli,

L'uomo si distingue dall'animale ed è capace di scienza grazie al linguaggio.

L'intelletto collega i concetti ai nomi in modo del tutto arbitrario, il linguaggio è quindi arbitrario e gli universali (nomi di nomi) non sono che parole (nominalismo).

La proposizione nasce dalla connessione dei nomi (soggetto + predicato).

Proposizioni e assiomi(proposizioni fondamentali) sono frutto dell'arbitrio di coloro che per primi stabilirono i nomi o che li accolsero.

La definizione è nominale e arbitraria,

  • non esprime l’essenza di una cosa

  • ma semplicemente il significato di un vocabolo.

Ragionare è connettere (o disgiungere) nomi, definizioni e proposizioni conformemente a regole, fissate per convenzione. E’ calcolo.

  • Nel calcolo logico i nomi di corpi vanno uniti a nomi di corpi, quelli di qualità a nomi di qualità e non si possono mischiare i tipi…


Quando percepiamo, i nostri sensi subiscono pressioni dall'esterno, subito pensiamo immagini, poi ragioniamo collegendo arbitrariamente le immagini ai vocaboli e, infine, comunichiamo verbalmente...

> Pressioni > immagini > parole

 

La credenza è quella maniera di percepire, in base alla quale consideriamo davvero esistenti e non immaginarie le cose che percepiamo.

  • E’ legata alla vivacità delle sensazioni e alla fedeltà con cui sono ricordate.

  • Non si unisce alle idee liberamente costruite dall’immaginazione.

  • La credenza non è un'idea ma può dare forza e vivacità alle idee.

L'abitudine, prima che abbiamo il tempo di riflettere; ci fa credere o non credere all'esistenza di un oggetto.

 Lo scetticismo del nostro autore deriva da queste considerazioni.

  • L'immaginazione ci costringe a credere, la ragione ci fa cadere nello scetticismo.

  • Con la ragione conosciamo soltanto le certezze dell'algebra e dell'aritmetica.

  • Con l'immaginazione (aiutata dai sensi, dalla memoria, dall'abitudine e dalla ragione) conosciamo tutto il resto:

    • i rapporti causali,

    • gli oggetti

    • noi stessi.

  • Ma l'immaginazione non può produrre una conoscenza certa, evidente, quale è quella matematica e geometrica.

  • La conoscenza prodotta dall'immaginazione è probabile, a volte quasi certa.

  • Ne consegue che molte certezze indubitabili degli scolastici e dei filosofi, non superando l'esame della ragione vanno abbandonate.

  • Le scienze non debbono ricercare la verità assoluta ma accontentarsi di conoscenze probabili.


Per approfondire > schema

Siccome "noi avvertiamo una successione incessante di idee", deve esserci "una causa delle idee.

Non potendo essa stessa essere un'idea o una loro combinazione, deve allora essere una sostanza,

non certo una passiva sostanza corporea e materiale, la materia non esiste  ma una sostanza incorporea ed attiva, cioè lo spirito.

Per saperne di più > schema | appunti 

 

Causa

Causa Causa Causa

la relazione causa-effetto risulta dal particolare collegamento che siamo indotti a fare fra due idee l'una delle quali si presenta costantemente unita al sorgere dell'altra.

  • Per Hume, il rapporto causale non esiste.

    • si tratta di unassegnazione che noi facciamo arbitrariamente

  • Locke lo interpreta, in modo empiristico:

    • è una connessione fra idee,

    • che non si presenta come necessaria. 

Causa – effetto:

Il legame di causa ed effetto, deriva dal fatto che

  • la sensazione di ciò che chiamiamo causaprecede regolarmente la sensazione di ciò che chiamiamo effetto

  • l'effetto non è implicito nella causa e quindi non può avere valore assoluto.

  • in altri termini l'attribusione delle funzioni causa - effetto è arbitraria (decisa da noi e non necessaria in natura)

Di qui l'"ipotesi annichilatoria": l nostro sistema di conoscenze universali

  • essendo nostra costruzione (si basa su cause ed effetti),

  • resterebbe valido anche se il mondo fuori di noi si annientasse (non ci fosse) 

Causa,somiglianza e contiguità sono, come abbiamo visto,  i principi dell'associazione delle idee.

  • La causalità si spinge oltre i sensi e ci informa dell'esistenza di oggetti che non vediamo né sentiamo.

    • Per alcuni filosofi la causalità è nella natura.

    • Per altri Dio è la fonte della causalità.

    • Tutti concordavano sul fondamento oggettivo (naturale o divino) del rapporto di causalità.

    • Per Hume il fondamento del rapporto di causalità è nel soggetto e la causa è prodotta dall'immaginazione e dall'abitudine(e non dalla ragione).

  • Perché sussista una relazione di causalità sono necessarie tre condizioni:

    •  contiguità,

    • priorità o successione costante

    • connessione necessaria, (il più importante).

  • La nostra esperienza, ci segnala che attraverso i sensi, la memoria e l'abitudine, stabiliamo la relazione tra causa ed effetto.

    • Tra gli oggetti della nostra esperienza nessuna connessione è necessaria.

    •  Noi inferiamo un oggetto come conseguenza necessaria di un altro oggetto precedente e contiguo, in presenza di condizioni determinate

      • la costanza

      • e il ripetersi regolare dei rapporti

        • di contiguità,

        • di successione

        • e unione.

        •  

  • La relazione di causalità non è un'idea, poiché non c'è un'impressione corrispondente che l'abbia preceduta.

La causa delle nostre percezioni non può essere la materia, non ci sarebbe più spazio per Dio.

Dio è causa delle nostre percezioni e ne garantisce la correttezza

L'immaterialismo comincia a diventare insostenibile quando Berkeley  scrive un saggio sulle virtù terapeutiche dell'acqua di catrame, un medicamento utilizzato dagli indigeni americani.

Progressivamente l'autore, riesce ad ammettere l'esistenza della materia senza per questo diminuire la propria fede...

Paradossalmente proprio in questo periodo il neoplatonismo di Berkeley si fa maturo e diventa sempre più la principale componente del suo pensiero.

Attenzione, ho detto Neoplatonismo e non Platonismo, sono teorie diverse...

Ma questa parte del suo pensiero non fa parte del programma di quest'anno...


Se vuoi saperne di più > esiste la realtà? | Berkeley e la materia

 

 Etica  Etica  Etica - Morale  Etica
 

L'etica è per Hobbes lo studio dei moti dell'animo, così come la fisica è lo studio del moto dei corpi. (Tutto è corpo e moto, quindi anche l'etica ne deve tener conto...)

I moti dell'animo, desiderio, avversione, amore, speranza, ecc., sono causati dalle pressioni dei corpi esterni proprio come le sensazioni. Ricorda che titto è corpo e moto...

Il corpo, per natura tende all'autoconservazione, e reagisce all'azione dei corpi esterni, alle sensazioni

  • col desiderio

  • o con l'avversione.

Amore e odio sono desiderio o avversione nei confronti delle cose presenti;

Speranza e timore sono desiderio o avversione di cose future.

Bene e male, indicano l'oggetto del desiderio o dell'avversione.

Nessuna cosa è di per natura buona o cattiva e quindi non è possibile ricavare regole assolute dalle cose stesse.

  • Bene è ciò che piace,

  • male ciò che dispiace.

Le parole consentono generalizzazioni che portano alla elaborazione delle regole morali.

Il giusto e l’ingiusto sono delle convenzioni,

le valutazioni morali sono soggettive, cioè relative all’individuo e alla situazione in cui si trova.

In generale si chiama

  • "bene" ciò che si desidera

  • e "male" ciò che si odia;

poiché il raggiungimento di ciò che si desidera procura "piacere",

  • le cose che danno piacere sono considerate belle e giovevoli.

Quando nell’uomo

vi sono contemporaneamente differenti desideri e stati d’animo,

e si presentano le conseguenze delle azioni,

si ha la deliberazione.

  • Essa termina in un atto della volontà che decide

    • di agire

    • o non agire.

Non vi è libertà nella volontà umana.

Tutti gli atti dello spirito umano sono movimenti connessi con i movimenti degli oggetti esterni (meccanicismo):

  • la volontà è comunque necessitata da motivi che sono dovuti alla totalità della natura.

L’uomo non può mai neppure giungere ad uno stato definitivo di quiete o di tranquillità: un fine ultimo o un sommo bene non hanno senso.

L'etica di Hobbes è di chiara impronta naturalistica spiega la vita morale in base a processi istintivi naturali senza ricorrere a principi o valori riconosciuti con la ragione e liberamente attuati.

Le nostre scelte non dipendono dal "Bene" o dal "Giusto" ma sono "scelte obbligate": siamo ingranaggi della grande macchina dell'universo e non possiamo che fare i movimenti che l'universo stesso ci impone.

Anche la nostra approvazione, il senso di giustizia, l'appagamento per aver fatto il bene sono determinate meccanicisticamente... 


Per approfondire > bene e male

La morale ha lo scopo rendere felici gli uomini nella loro vita; essa  deve quindi togliersi "l’abito del lutto" con cui l’hanno rivestita gli uomini.

Non esistono nè la libertà ne la spontaneità e la volontà non è guidata dalla ragione

 

La libertà è sempre condizionata da fattori empiricamente determinabili.

Quindi non esiste il libero arbitrio

La "spontaneità" è determinata, da motivi interni.

Quindi non esiste nemmeno la spontaneità

La "ragione" non guida la volontà,

i nostri comportamenti valgono solo se

i loro effetti sono positivi,

abbiamo raggiunto certi scopi, il principale dei quali è il piacere.

L'uomo è spinto dalle passioni e dalla simpatia:

L’uomo agisce spinto

dall’egoismo,

dal risentimento per le offese,

dalla passione sessuale.

ma anche dalla simpatia

ci fa percepire il piacere o, il bene altrui come parti del nostro piacere o bene.

è l’unica forza che ci consenta di uscire dal nostro egoismo.

 

La morale è la ricerca del benessere collettivo

 

Le regole della giustizia nascono dall’utilità che hanno per la società.

  • è bene ciò che promuove la felicità

  • è male il contrario.

Il benessere e la felicità individuali, comunque, sono strettamente legati al benessere e alla felicità collettivi.

 

 Politica

 Politica  Politica  Politica

Locke è il padre del liberalismo , ne parla in due trattati.

  • Il primo è contro Robert Filmer (sostenitore dell'autorità ereditaria e patriarcale.

  •  Il secondo è contro l’assolutismo (Hobbes).

Lo stato di natura è governato dalla legge di natura , che afferma: "Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te". (giusnaturalismo).

Dal diritto alla vita derivano il diritto alla libertà e alla proprietà .

  • Senza la proprietà, infatti, è impossibile conservare la vita o, almeno, conservarla in modo che si possa dire umana.

  • La legge naturale pone un limite alla proprietà, e questo è dato dai diritti degli altri.

Già nello stato di natura c'è un embrione della società perché

  • Dio impone agli uomini situazioni che li spingono alla società,

  • una piccola società, poi, esiste già con la famiglia.

Ad un certo momento gli uomini si associano per creare tre poteri ,

  • uno per i nterpretare la legge naturale,

  • un potere giudiziario attendibile e imparziale

  • e un' autorità che punisca chi ha mancato.

Gli uomini si uniscono in società per meglio esercitare i loro diritti e

  • cedono solo quel tanto che è necessario affinché la società raggiunga lo scopo che essi si sono prefissi.

    • (i poteri legislativo ed esecutivo individuali)

  • affinché siano esercitati comunitariamente;

  • ma non cedono

    • né il diritto alla vita,

    • né il diritto alla libertà,

    • né il diritto alla proprietà 

  • si associano per la salvaguardia e lo sviluppo di tali diritti;

I cittadini che lo hanno formato possono controllare ed eventualmente variare il potere legislativo, intervenendo nei suoi confronti, quando delibera contro la fiducia in esso riposta.

  • Non il cittadino al servizio dello stato,

  • ma lo stato al servizio del cittadino.

Tutte le decisioni, poi, vanno prese a maggioranza.

I poteri dello Stato sono quattro

  • Potere legislativo .(il supremo). 

  • Potere esecutivo .

  • Potere giudiziario .

  • Potere federativo , (guerra, pace, alleanze e trattati).

Locke fu il primo teorico della Separazione dei poteri legislativo ed esecutivo (se non fossero divisi, chi guida la società potrebbe approfittarne...

I poteri giudiziario e federativo, sono parte o specificazione di quello esecutivo e non sono necessariamente divisi.

La nuova scienza politica: Hobbes sperava di fondare la nuova scienza politica applicando il rigore logico della matematica (e non le mistificazioni della retorica) al comportamento umano, come Copernico e Galileo avevano fondato la nuova astronomia.

La politica è un'attività umana come la Storia e quindi l'uomo può studuarla con cognizione di causa. La scienza politica fa parte delle scienze "vere".

La politica di Hobbes è fondata su pochi principi rigorosi da cui si può dedurre tutto il resto. Se si scoprono i principi necessari dell’azione umana, si potrà, partendo da essi, costruire una politica rigorosa, "more geometrico".

 

Tutto parte da due semplici princìpi e tre norme altrettanto intuitive

- Il primo principio è l’egoismo : primo e originario bene è la vita e la conservazione della medesima (e quindi il primo male è la morte).

Ne consegue che l’uomo non è per natura animale politico (come dice Aristotele)

Per natura "homo homini lupus", l’uomo è un lupo verso l’altro uomo.

Lo stato di natura è uno stato di guerra incessante di tutti contro tutti: "bellum omnium contra omnes".

  • Questa guerra. però non si è mai realizzata in maniera totale.

  • Lo ha impedito la capacità umana di prevedere e provvedere, mediante calcolo, alle esigenze umane.

- Il secondo principio è il convenzionalismo :

la ragione ha suggerito all’uomo le varie norme e i principi generali da cui derivano le varie leggi naturali del vivere civile, proibendo a ciascun uomo di fare ciò che arrecherebbe danno o distruzione della vita ecc.

La legge naturale è quindi un prodotto della ragione umana e non un ordine divino, è una tecnica calcolatrice che opera le scelte più convenienti.

Tre norme:

- cercare sempre la pace (pax est quaerenda),

- rinunciare al diritto su tutto e - accontentarsi di avere tanta libertà quanta ne riconosciamo agli altri. (uscita dallo stato di natura e patti tra uomini)

- Ma i patti sono inutili se non s'impone in qualche modo di rispettarli (pacta sunt servanda).

Queste norme, tuttavia, non bastano per costituire la società, un potere deve costringere tutti a rispettarle: i "patti, senza la spada che ne imponga il rispetto" non servono ad ottenere lo scopo che ci si prefigge. Per conseguenza, secondo Hobbes, occorre che tutti gli uomini deputino un unico uomo (o un'assemblea) a rappresentarli.

Lo stato : la rinuncia al diritto illimitato dello stato di natura crea lo Stato.

- Il “patto sociale” è stretto tra i sudditi non col sovrano ma tra di loro.

- Il sovrano resta fuori del patto e resta il solo depositario dei diritti cui i sudditi hanno rinunciato.

- Se anche il sovrano entrasse nel patto, non si eliminerebbero le guerre civili, perché nascerebbero contrasti vari nella gestione del potere.

Questa teoria dello Stato assolutistico, non deriva dal "diritto divino", ma dal "patto sociale" tra i sudditi.

Il sovrano rappresenta lo Stato e ha un potere assoluto simile a quello del Leviatano (mostro biblico contro cui le armi del popolo nulla possono) ecco alcune conseguenze di questa concezione:

- costituito lo Stato, i cittadini non possono dissolverlo

- il potere è indivisibile, il sovrano può intervenire anche in materia di opinione, giudicare, approvare o proibire determinate idee.

- lo Stato ha potere anche in materia di religione: è arbitro per l’interpretazione delle Scritture ed i dogmi

- la legge civile appartiene allo Stato e non ai cittadini

- la sovranità esige obbedienza, anche di fronte ad un tiranno il popolo non può ribellarsi (il sovrano risponde a Dio, non al popolo) il tirannicidio non è ammesso

- il sovrano non è soggetto alle leggi, non ha obblighi e non è tenuto a rispettare i patti: la terza norma vale, come le altre, per i cittadini, non per il sovrano.

Tuttavia

- il suddito è tenuto all’obbedienza formale (nell’agire e nei discorsi) ma nessuno gli può proibire di pensare come vuole

- non si può comandare ad un uomo di uccidersi o di non difendersi o di non prendere qualcosa necessario per vivere.


Per approfondire > saggio

L'atteggiamento di Hume è scettico. Ecco le sue principali perplessità:

  • Contro la teoria del contratto originario (Giusnaturalisti).

    • l’egoismo non viene meno col passaggio dallo stato selvaggio allo stato civile, (che riconosce e garantisce i diritti)

    • anche in questa condizione l’uomo tende comunque a prevaricare sugli altri.

  • Contro la teoria dell'obbedienza passiva (Hume).

    • la forza d’azione delle masse appare solitamente distruttiva (rivolte, jacquerie...).

    • Quasi tutti i governi sono stati inizialmente imposti con la forza

    • Quasi tutti i governi sono stati fondati senza il consenso del popolo.


Per approfondire >  Politica

 
Religione e tolleranza Religione, Dio, bene e male Religione Religione: Dio

Il Cristianesimo è la religione che maggiormente rispecchia i dettami della ragione.

Va detto tuttavia che il nostro autore ha in mente un cristianesimo privo di qualsiasi riferimento al soprannaturale: la divinità di Cristo, la grazia…

Tolleranza e libertà di religione

  • Va distinta la finalità della Chiesa da quella dello Stato.

    • Lo Stato deve intervenire soltanto quando i principi religiosi (male intesi) costituiscano un danno pubblico.

    • A parte ciò ogni religione è libera di agire e va tollerata

Il principio di tolleranza non si applica :

  • a ciò che intacca la socialità umana e i suoi buoni costumi

  • a chi pretende dei privilegi particolari per la propria setta

  • a chi si sottomette ad un sovrano straniero (come il papa, o un re cattolico)

  • all'ateismo, che disgrega la società (nega il fondamento del giuramento, della parola data)parola data)

In parole povere, tenuto conto dell'epoca in cui locke scrisse i suoi trattati, l’intolleranza è ammessa solo contro gli intolleranti (Locke è inglese, per lui gli intolleranti sono i "papisti", i cattolici?)


Per saperne di più: dizionario | commento

La parola "incorporeo", riferita a Dio,

  • esprime la pia intenzione di onorarlo distinguendolo da ciò che è grossolano nella natura

  • ma dire che Dio è incorporeo equivale a dire che non esiste.

In generale si chiama

  • "bene" ciò che si desidera

  • e "male" ciò che si odia;

poiché il raggiungimento di ciò che si desidera procura "piacere",

  • le cose che danno piacere sono considerate belle e giovevoli.

anche di fronte ad un tiranno il popolo non può ribellarsi (il sovrano risponde a Dio, non al popolo) il tirannicidio non è ammesso

Anche qui prevale lo scetticismo.

"E' un indovinello, un enigma, un mistero inesplicabile. Dubbio, incertezza, sospensione di giudizio sembrano i soli risultati delle nostre più accurate indagini".

Contro le prove dell’esistenza di Dio,

  • l’esistenza è "materia di fatto" non di dimostrazione

    • la prova ontologica, (Uno stolto dice che ciò di cui non esiste nulla di più grande non c'é...)quindi, non ha senso

  • Le cause particolari sono sufficienti a spiegare tutto, non ha senso cercare la causa totale poiché questa è già nelle cause particolari.

    • Quindi la prova cosmologica (Il cosmo "ordinato" deve avere un "ordinatore")non convince

  • Il mondo è imperfetto, anche la divinità dovrebbe essere imperfetta.

    • La prova finalistica, quindi (Dio è il fine verso cui il mondo...)dimostrerebbe l'esistenza di un Dio imperfetto (e questa è una contraddizione in termini)

    • Quindi non è una prova

Se non è possibile dimostrare l'esistenza di Dio, quindi,

  • una teoria della religione è impossibile.

  • Si può pensare, invece ad una storia naturale della religione:

    • l’uomo attribuisce i beni e i mali a cause segrete e sconosciute.

      • Di qui la creazione delle divinità.

    • La varietà delle vicende lo fa pensare a cause diverse del mondo e a varie divinità 

      • ecco perché le prime religioni furono politeiste.

    • Gli uomini, spinti dal timore o per adulare la divinità,

      • la descrivono come infinita e perfetta.

Cerca di ricordare queste tesi l'anno prossimo, quando studieremo Feuerbach e la sinistra Hegeliana...


Per approfondire > Religione

Dio:

  • Alcune idee, infatti, ci appaiono "libere", create da noi;

  • altre, invece, ci sono imposte (quelle percepite attualmente dai sensi)

  • "quando apro gli occhi non posso scegliere di vedere o di non vedere".

  • Dio, attraverso i sensi, imprime in noi queste idee,

    • producendole nel nostro spirito con tale regolarità e organicità

    • che si possono chiamare e sono "leggi di natura".