Prima di cominciare qualche schematica informazione sui Sofisti
Sofisti deriva da sophistés, "chi fa professione di sapienza".
Apparsero verso la metà del 5° sec. a.C.
Si facevano pagare dai clienti
Non si ritenevano responsabili dell'uso che il cliente poteva fate delle tecniche di comunicazione apprese
Erano tecnici della comunicazione
Preferivano il “discorso lungo” (macrologia)
Erano maestri di “Eristica” (Arte di battagliare con le parole)
Erano relativisti
Per saperne di più > sofisti
Il primo problema tipicamente sifista che studieremo potrebbe essere definito "Physis e nomos" (Narura e legge)
La loro fu una rivoluzione culturale: non accettavano più le sacre tradizioni e il legame tra uomo e cosmo era, così, sciolto.
Le loro tesi misero in crisi i fondamenti etici e politici della polis.
Il dibattito che ne seguì ci è stato tramandato come il problema del rapporto tra la legge di natura e la legge scritta dall'uomo.
Un altro tema di grande interesse posto dai Sofisti è "linguaggio e verità". La discussione sulla forza delle parole e sul rapporto tra ciò che si dice e ciò che effettivamente è...
Molti di loro esercitavano una professione simile a quella degli avvocati di oggi, facevano i logografi, scrivevano i discorsi per chi doveva partecipare ai processi in tribunale...
In alcuni casi conveniva di più dire che ciò che succede, ciò che si dice è altro rispetto alla verità
In altri casi conveniva sostenere esattamente la tesi opposta
Siccome è una parola che va molto di moda ho pensato di soffermarmici un po'.
In questa famosa immagine del secolo scorso puoi vedere il ritratto di una vecchia coi capelli bianchi o di una giovane con i capelli neri, dipende da come guardi un particolare... Naso della vecchia o mento e guancia della giovane?
Per saperne di più > dialogo | Il discorso del Papa
Qualche informazione sul problema
La tradizione filosofica aveva molto discusso del problema : alcuni filosofi, poi, avevano dato dei criteri per distingere vero da falso, verità da apparenza, opinione e scienza...
I Sofisti misero in discussione questi criteri permettendo, così di trovare regole nuove, più adatte alla nuova e più complessa società.
Ecco i filosofi "che hanno abolito il criterio" (cliccando sui nomi puoi vedere qualche approfondimento)
Protagora >
"Di tutte le cose misura è l’uomo: di quelle che sono, per ciò che sono, di quelle che non sono, per ciò che non sono."
< Gorgia
Nulla esiste, se anche qualcosa esistesse non sarebbe conoscibile da parte dell’uomo; se anche qualcosa fosse conoscibile non sarebbe comunicabile agli altri.
Studieremo anche i discorsi doppi
Una raccolta di coppie ragionamenti veri ma che si escludono a vicenda...
Per approfondire ecco qualche altro link > schema | Protagora (uomo misura) | cammino | ciarlatani? | Socrate
Per lui tutte le opinioni sono vere
la verità è tale relativamente a qualcosa,
le opinioni di una persona esistono
e sono vere almeno per quella stessa persona.
Di qui il famoso aforisma: "Di tutte le cose misura è l’uomo: di quelle che sono, per ciò che sono, di quelle che non sono, per ciò che non sono."
In parole povere è l'uomo che decide cosa c'è e cosa manca alle cose.
Per approfondire > schema | Protagora
Scrisse: "nulla esiste, se anche qualcosa esistesse non sarebbe conoscibile da parte dell’uomo, se anche qualcosa fosse conoscibile non sarebbe comunicabile agli altri."
Sembra una presa in giro del poema di Parmenide?
In realtà il suo ragionamento tende a dimostrare
sia la contrapposizione tra natura e legge, sia la mancanza di criteri validi di riconoscimento della verità.
sia la contrapposizione tra natura e legge,
sia la mancanza di criteri validi di riconoscimento della verità.
Proviamo, per gioco, ad analizzare il suo famoso ragionamento con una "chiave di lettura":
nulla
di quello che penso e dico
esiste
come oggetto,
nel senso che le parole non sono cose
al massimo esiste un oggetto che corrisponde a ciò che penso ma non è ciò che penso
se anche qualcosa esistesse non sarebbe conoscibile da parte dell’uomo;
noi conosciamo le parole, non le cose anche se ti infili un oggetto nel cervello non per questo lo trasformi in pensieri
anche se ti infili un oggetto nel cervello non per questo lo trasformi in pensieri
al massimo io penso un pensiero, che non è una cosa esistente
se anche qualcosa fosse conoscibile
non sarebbe comunicabile agli altri.
anche se per qualche caso fortuito io petessi trasformare in parola un oggetto
non è certo che gli altri riuscirebbero a ritrasformarlo in cosa
Gorgia scrisse anche il discorso per la difesa di Elena in un ipotetico processo che non fu mai celebrato: l'encomio di Elena,
In quest'opera il filosofo (meglio sarebbe dire l'avvocato...) analizza il logos e gli attribuisce 4 poteri
plasma l'anima producendo dolore e piacere
ha funzione estetica (poesia e tragedia)
persuade (strappa il consenso)
mette in relazione con verità e opinione
Per approfondire > Gorgia1 | Gorgia2 | Encomio
prova anche a dare un'occhiata all'analisi molto più seria e ponderosa che trovi sul libro di testo (p. 183)
Nei "discorsi doppi", non ne conosciamo l'autore, si espongono coppie di concetti antitetici quali bene-male, bello-brutto, giusto-ingiusto per dimostrarne la relatività.
ad esempio:
Discorsi duplici si fanno [...] intorno al bene e al male. [...] la stessa cosa che per alcuni sarebbe bene per altri è male
nella vita umana, le [...] cure sono il mangiare, il bere, e i piaceri sessuali; questi soddisfacimenti per l'ammalato sono un male, ma per chi è sano e ne ha bisogno, un bene. Pertanto, l'abuso di essi è male per gl'incontinenti, ma per chi li vende e ci guadagna, è un bene.
questi soddisfacimenti per l'ammalato sono un male,
ma per chi è sano e ne ha bisogno, un bene.
Pertanto, l'abuso di essi è male per gl'incontinenti,
ma per chi li vende e ci guadagna, è un bene.
E così la malattia
per i malati è un male,
ma per i medici è un bene.
E ancora, la morte
per chi muore è un male,
ma per i venditori di tombe e per i becchini è un bene.
E che l'agricoltura dia abbondante raccolto,
è un bene per gli agricoltori,
ma per i commercianti è male.
E' una lettura abbastanza facile e curiosa, puoi trovarla sul libro a pag. 203
Per approfondire > discorsi doppi | I Sofisti
Prima di tutto qualche sintetica informazione sul rapporto tra la natura e la legge, (physis e nomos), nella tradizione.
Nei poemi omerici la legge aveva origine divina e carattere orale; l'autorità del re era politica e religiosa insieme. Le ordinanze regali, tramandate da padre in figlio, costituiscono nel corso delle generazioni il corpo di un diritto sacro. La costituzione, la cittadinanza implicano anche la condivisione dei miti e la partecipazione ai riti e alle cerimonie
l'autorità del re era politica e religiosa insieme.
Le ordinanze regali, tramandate da padre in figlio, costituiscono nel corso delle generazioni il corpo di un diritto sacro.
La costituzione, la cittadinanza implicano anche la condivisione dei miti e la partecipazione ai riti e alle cerimonie
A partire dal 7° sec. a.C. si ha una fondamentale innovazione: le leggi vengono scritte e rese pubbliche.
grandi legislatori, come Licurgo e Solone raccolgono le vecchie leggi in codici scritti (nomos = legge scritta).
La legge si installa nella polis e ne diviene l'anima stessa.
Nel nomos si esprimone la volontà della polis, e la costituzione, la cittadinanza è anche obbedienza alla legge.
I Sofisti misero in discussione questo rapporto e moltre altre credenze dell'epoca
< Protagora:
La legge e la verità, non hanno validità universale, derivano da una convenzione
Gorgia >
nulla esiste ne abbiamo già parlato, analizzeremo questo ragionamento partendo da un nuovo punto di vista
ne abbiamo già parlato, analizzeremo questo ragionamento partendo da un nuovo punto di vista
< Crizia
Le divinità sono strumenti per tenere a bada con la paura gli uomini.
Callicle >
le leggi sono state inventate dai deboli per impedire ai forti di comandare.
Trasimaco
La giustizia è l'utile del più forte.
Per saperne di più clicca sui nomi dei sofisti
Il nomos (legge) e la verità, non hanno validità universale (e nemmeno origine divina?).
Essi derivano da una convenzione La polis stabilisce la norma: "Quali cose a ogni città sembrino giuste e belle,queste sono tali per essa,fintanto che tali le creda". Va detto cheanche se le leggi non sono universali e nemmeno sacre il mondo non cade nel caos
Essi derivano da una convenzione
La polis stabilisce la norma:
"Quali cose a ogni città sembrino giuste e belle,queste sono tali per essa,fintanto che tali le creda".
Va detto cheanche se le leggi non sono universali
e nemmeno sacre
il mondo non cade nel caos
Solo nell'ordine della legge (convenzionale), è possibile la convivenza specificamente umana. Qualche anno dopo il potere passò ad un'altra classe politica, più rozza ed ignorante, che caccerà Protagora dalla polis
Per saperne di più > Protagora
Rileggiamo la famosa frase in relazione alla contrapposizione esplicita fra natura e legge
nulla esiste ricorda un po' i paradossi di Zenone: ammettiamo il contrario di ciò che vogliamo dimostrare se anche qualcosa esistesse non sarebbe conoscibile da parte dell’uomo; (tutto) ciò che è pensato non (per questo) è: non basta pensare qualcosa perché questa cosa ci sia veramente se penso ad un carciofo di sette chili... se anche qualcosa fosse conoscibile non sarebbe comunicabile agli altri. la parola non coincide sempre con le cose che indica noi indichiamo non le cose reali ma la parola, che è comunque sempre diversa dalle cose che sono.
nulla esiste
ricorda un po' i paradossi di Zenone:
ammettiamo il contrario di ciò che vogliamo dimostrare
(tutto) ciò che è pensato non (per questo) è:
non basta pensare qualcosa perché questa cosa ci sia veramente
se penso ad un carciofo di sette chili...
se anche qualcosa fosse conoscibile non sarebbe comunicabile agli altri.
la parola non coincide sempre con le cose che indica
noi indichiamo
non le cose reali
ma la parola,
che è comunque sempre diversa dalle cose che sono.
Kant scrisse:
«Cento talleri reali non contengono assolutamente nulla di più di cento talleri possibili [...]. Ma rispetto allo stato delle mie finanze nei cento talleri reali c'è più che nel semplice concetto di essi (cioè nella loro possibilità)», Critica della ragion pura, vol. II, p. 472)
Per saperne di più > Gorgia
Anche la religione è una creazione umana (in funzione del potere).
Le divinità sono strumenti inventati dal legislatore per tenere a bada con la paura gli uomini, in sé privi di moralità e socialità. Chi ha inventato gli dei è stato furbo e buono, convincendo la gente che gli dei vedono tutto i crimini diminuiscono se nessuno mi vede, possono vedermi (e punirmi) gli dei...
Le divinità sono strumenti inventati dal legislatore per tenere a bada con la paura gli uomini, in sé privi di moralità e socialità.
Le divinità sono strumenti inventati dal legislatore per tenere a bada con la paura gli uomini,
in sé privi di moralità e socialità.
Chi ha inventato gli dei è stato furbo e buono,
convincendo la gente che gli dei vedono tutto i crimini diminuiscono se nessuno mi vede, possono vedermi (e punirmi) gli dei...
convincendo la gente che gli dei vedono tutto
i crimini diminuiscono
se nessuno mi vede, possono vedermi (e punirmi) gli dei...
Per saperne di più > Crizia
le leggi sono state inventate dai moltissimi deboli per impedire ai pochi forti di realizzare, come dovrebbero, la loro naturale superiorità.
La natura mostra, in ogni sua manifestazione, che i migliori prevalgono ed i peggiori soccombono.
I migliori
devono soddisfare passioni e desideri,
per aderire alla natura e alle sue leggi,
spezzando così le catene imposte loro dalle convinzioni umane.
E' secondo natura
la superiorità di alcuni
e non l'eguaglianza di tutti.
Tieni conto che il concetto di democrazia dell'epoca assomiglia molto di più a ciò che oggi noi chiamiamo demagogia che alla nostra democrazia...
La legge legalizza la sopraffazione?
Gli dèi non badano alle cose umane;
altrimenti non trascurerebbero la giustizia; vediamo infatti che gli uomini non l’applicano mai.
vediamo infatti che gli uomini non l’applicano mai.
L'idea che gli dei non si curino di noi è comune anche ad altri filosofi che studieremo in futuro, ad esempio gli Epicurei
Per saperne di più > Trasimaco
Bene, ora hai informazioni sufficienti per farti un'idea di cosa furono i Sofisti.
Prima di passare a Socrate puoi provare a raccogliere le idee in un piccolo schema (o ricompilando la tabella che ti ho dato a suo tempo (ecco qui > una copia)
Ancora una cosa.
Scegli il "tuo" sofista e, anche aiutandoti col libro di testo, cerca di riconoscere cose che lo caratterizzano come sofista. Facoltativamente puoi riportare nel forum non più di due cose importanti che non ho inserito nel corso. Ricorda di citare le fonti e di non fare collage (meglio inserire i link)quali sono le
Per aiutarti ecco un piccolo elenco di cose che abbiamo già visto...
Erano gli "avvocati" dell'epoca
Preferivano il “discorso lungo”
Erano consapevoli di insegnare cose potenzialmente pericolose ed eversive
Non si ritenevano responsabili dell'uso che avrebbe fatto il loro studente delle cose apprese da loro
Per tua comodità ho ricopiato qui qualche utile link > Crizia | Callicle | Gorgia | Protagora | I Sofisti | discorsi doppi | Gorgia1 | Gorgia2 | encomio di Elena, | schema | discorsi doppi | Trasimaco
Socrate
Socrate (469-399) non ha lasciato nulla di scritto.
Platone, in un dialogo, gli fa dire:
"L'alfabeto ingenera oblio nelle anime di chi lo imparerà: essi cesseranno di esercitare la memoria perché fidandosi dello scritto richiameranno le cose alla mente non più dall'interno di se stessi, ma dal di fuori, attraverso segni estranei"
Non conosciamo il pensiero di Socrate attraverso i suoi scritti ma attraverso quelli di altri autori, scritti per vari motivi.
nelle " Nuvole" di Aristofane Socrate sembra ad un sofista nei dialoghi giovanili di Platone il nostro autore diventa filosofo morale nei "Memorabili" di Senofonte, (non li studieremo) troviamo un altro Socrate, poco attendibile Aristotele, che non lo conobbe, ci ha trasmesso l'immagine di Socrate ai suoi tempi.
nelle " Nuvole" di Aristofane Socrate sembra ad un sofista
nei dialoghi giovanili di Platone il nostro autore diventa filosofo morale
nei "Memorabili" di Senofonte, (non li studieremo) troviamo un altro Socrate, poco attendibile
Aristotele, che non lo conobbe, ci ha trasmesso l'immagine di Socrate ai suoi tempi.
Ne derivano quattro personaggi, molto diversi tra loro.
Ecco una sintesi della vita di Socrate come la si potrebbe desumere leggendo i dialoghi di Platone.
Nacque ad Atene nel 469 a.C. (origini abbastanza modeste: padre scultore e madre levatrice).
Studiò la filosofia della natura da un allievo di Anassagora (semi, nous, ricordi?), poi passò a temi etici e politici. Partecipò a diverse campagne militari durante la guerra del Peloponneso. Su Socrate Guerriero ci sono vari aneddoti:
una volta sarebbe rimasto immobile in piedi per 24 ore, immerso nei suoi pensieri.
salvò la vita a Senofonte
si battè con coraggio contro i Beoti, riportando un encomio per il valore dimostrato.
Conobbe persone importanti (tra cui Alcibiade e Crizia) e partecipò alla vita politica ma non si legò mai ad un partito (nè coi democratici nè con gli oligarchici). Fu sorteggiato per importanti incarichi pubblici e in questa veste diede vita a due dei primi famosi esempi di "obiezione di coscienza" o di "disubbidienza civile" della storia:
In veste di "pritano" (giudice) rifiutò di votare una condanna a morte già stabilita prima del processo
e, in seguito, non obbedì all'ordine dei Trenta Tiranni di arrestare Leonte di Salamina, ritenuto innocente.
Spesso parlava problemi etici e politici nell'agorà, ebbe un gran numero di discepoli. (Sembra che, a differenza dei maestri sofisti, non si facesse pagare). Il re di Macedonia Archelao, lo invitò a corte e gli offrì molto denaro; Socrate rifiutò sdegnosamente. I suoi atteggiamenti anticonvenzionali, e la sua amicizia con personaggi scomodi (come Alcibiade e Crizia), gli procurarono l'inimicizia del partito democratico che, quando tornò al potere, cominciò a perseguitarlo. Anito, Licone Meleto, con una pubblica denuncia, lo accusarono di non onorare gli dei, di adorare nuove divinità e di corrompere la gioventù. Socrate non lesse la difesa scritta preparata per lui, e si difese da solo. (Platone, "Apologia di Socrate"). I giudici lo condannarono con una maggioranza di pochi voti e Socrate chiese, come punizione il mantenimento a spese della città. Ciò gli fruttò la condanna a morte. Mentre era in attesa dell'esecuzione Critone corruppe i guardiani e gli offrì la possibilità di fuggire, cosa che per altro di solito facevano quasi tutti i condannati. Socrate rifiutò dicendo che le leggi sono come i genitori e vanno rispettate non solo quando conviene ma anche quando sono contro di te.
Bevve la cicuta e morì, a 70 anni, circondato dai suoi amici. (399 a.C.)
Per saperne di più > vita | vita1
Nella commedia "Le nuvole" Aristofane ci presenta un Socrate piuttosto sofista (che si fa pagare, che ama battagliare con le parole - eristica - che insegna ad uno sprovveduto fornaio l'arte d'imbrogliare...).
Commedie di questo tipo avevano all'epoca un po' la funzione che hanno oggi programmi come "Striscia la notizia" o "Le iene", che sembrano voler mettere alla berlina personaggi ricchi o famosi spesso anche utilizzando giochi di parole e d'immagini o scorrettezza dialettica o distorcendo un po' fatti e notizie (e spesso facendo proprio il gioco del potere)...
Se ci sarà il tempo leggeremo qualcosa in classe.
Leggi sul libro qualche brano antologico e poi prova a rispondere a questa domanda:
Le principali accuse che portarono Socrate alla morte circa 20 anni dopo la prima rappresentazione di questa commedia sono:
empietà, ateismo, corruzione dei giovani.
empietà,
ateismo,
corruzione dei giovani.
In quali parti della commedia, con quali scene e battute Aristofane ci presenta un Socrate che ha queste caratteristiche?
Compito facoltativo:
Cerca nel testo della commedia di Aristofane le tre frasi che meglio presentano un Socrate empio, ateo e corruttore dei giovani e trascrivile nel forum
Per saperne di più > Aristofane | testo completo
Se non l'hai ancora fatto dai un'occhiata al capitolo del libro di testo che s'intitola "Vita di Socrate".
Ecco in sintesi gli elementi essenziali che dovrai conoscere alla fine di questo corso
l'ignoranza socratica
conosci te stesso
maieutica
ed ironia
ricerca della definizione e concetti
virtù = sapere
le accuse
il demone
la morte di Socrate
Ecco qualche curiosità che puoi trovare nel libro di De Crescenzo (di cui abbiamo parlato in classe...)
a letto con Alcibiade (dal "Simposio"...) la moglie Santippe filosofare passeggiando con gli amici il suo rapporto con moda, cibo, divertimenti, sport, guerra... i suoi strani esempi e modi di dire
a letto con Alcibiade (dal "Simposio"...)
la moglie Santippe
filosofare passeggiando con gli amici
il suo rapporto con moda, cibo, divertimenti, sport, guerra...
i suoi strani esempi e modi di dire
Per saperne di più > Sintesi | medio | dettagliato
La figura del filosofo secondo Socrate è completamente opposta a quella del saccente.
La Pizia (sacerdotessa dell'oracolo di Delfi) pronunciò il seguente oracolo:
"Socrate è l'uomo più saggio tra tutti".
Sentita questa frase Socrate pose a se stesso ed a tutti quelli che erano ritenuti saggi o sapienti moltissime domande, anche su argomenti di cui non erano esperti e facendoli cadere spesso in contraddizione (e rendendosi presto conto che non se ne accorgevano neppure). Lui, almeno, quando non sapeva qualcosa se ne accorgeva.
Si rese ben presto conto che l'unica differenza tra lui stesso e gli altri cosiddetti sapienti era che lui "sapeva di non sapere".
Socrate è grande maestro nella ricerca della definizione e concetti.
Egli dialoga coi suoi discepoli ponendo continuamente domande che spesso portano a considerare con ironia gli errori che di volta in volta vengono scoperti.
La sua è una vera e propria ars maieutica: sua madre, levatrice, aiutava le puerpere a far nascere i bambini e lui con le sue domande e la sua ironia aiutava i suoi allievi a trovare la verità dentro a se stessi, a far nascere i concetti.
Socrate è uno dei personaggi più famosi e suggestivi dell'antichità. Ecco gli ultimi spunti di riflessione
La sua condanna ha qualcosa in comune con quelle di Giordano Bruno, Galileo Galilei, Gesù Cristo?
Il suo rifiuto della scrittura e la scelta della dialettica, portarono alcuni a considerarlo l'inventore del "concetto"
(vedo un cavallo, ne vedo un altro... è così che si forma in me il concetto).
Quale senso può avere oggi il rifiuto di qualche moderno mezzo di comunicazione?
Socrate non accettò la consuetudine, fin troppo frequente ai suoi tempi, di avere rapporti sessuali coi suoi discepoli più belli (qualcuno dice di violentarli...).
Con Alcibiade dorme tutta la notte nello stesso letto "ma come padre e figlio".
Questo poteva essere considerato un atto eversivo?
La frase "conosci te stesso" è ancora attuale?
Il "demone" potrebbe essere una specie di angelo custode?
scegli uno di questi spunti e componi un breve testo argomentativo (che lo sviluppi e lo spieghi non in base a ciò che pensi tu ma in base a ciò che sai di Socrate) e pubblicalo nell'apposito ramo del forum (Socrate/spunti)