ARISTOTELE, l’essenziale
Aristotele vive in un mondo profondamente diverso da quello, pur vicino nel tempo, del suo maestro Platone. La nuova epoca è caratterizzata da un progressivo
- Asservimento macedone della Grecia,
- fine della libertà della polis.
- e della passione per la politica
- e nuovi interessi di carattere conoscitivo ed etico.
Vita (Stagira, Macedonia, 384 - Calcide, Eubea, 322 a.C.).
Per saperne di più > vita | fisica ! gadamer ! metafisica
Opere
Le opere costituiscono il corpus aristotelicum, probabilmente lasciato in eredità a Teofrasto e, dopo mille peripezie, riordinato e pubblicato da Andronico di Rodi.
Alcuni scritti, che compaiono nel corpus sotto lo stesso titolo, appartengono ad epoche e fasi differenti.
Tradizionalmente le opere di Aristotele sono così suddivise:
La disposizione materiale, l'organizzazione dei testi di Aristotele è diventata anche la tradizionale organizzazione (e divisione in branche) della stessa filosofia.
Le opere essoteriche, destinate alla
pubblicazione, sono andate in buona parte perdute
Ci sono invece pervenuti gli scritti (detti esoterici
o acroamatici) dei quali
Aristotele si servì nelle sue lezioni, rivolte a un pubblico selezionato di
allievi. La fama di Aristotele è dovuta essenzialmente a questo secondo gruppo
di opere, che fanno riferimento a insegnamenti relativi a quasi ogni campo del
sapere.
Gli scritti acromatici possono essere così raggruppati:
1. I Trattati di logica
denominati Organon ("strumento"), poiché forniscono gli
strumenti per una conoscenza certa:
.
2. Opere di fisica:
3. Filosofia prima o Metafisica Dove si esaminano problemi
filosofici che derivano dalla fisica come
Nell'edizione di Andronico furono raccolti
sotto il titolo di Metafisica, poiché erano collocati dopo, in
greco méta, le opere di Fisica. Tutti continuarono ad utilizzare il nuovo nome
per questa scienza.
4. Opere morali, politiche, di poetica e di retorica:
Ancor oggi nei manuali la filosofia è spesso divisa in logica (logo), fisica (physis), metafisica (ontologia, teologia...) e filosofia pratica (etica e politica)
Per saperne di più > opere
Prima di iniziare ecco uno schematico confronto tra Aristotele e il suo maestro.
Se qualcosa ti pare incomprensibile, prendi nota e, alla fine del corso ritorna su questo schema e vedrai che tutto sarà molto più chiaro
(almeno spero...)
|
|
|
La conoscenza |
Ha finalità politiche |
E'
disinteressata |
Il filosofo |
Capo e legislatore |
Scienziato, ricercatore, professore |
Prevale |
Il momento politico educativo |
Il momento conoscitivo scientifico |
Le idee |
Sono separate dalle cose, universali ed eterne. Sono la realtà |
Duplicano la realtà, argomento del
terzo uomo |
Il sapere |
C'è una precisa gerarchia delle conoscenze |
In un secondo tempo: pari dignità gnoseologica per tutte le
scienze |
I mondi |
Il mondo sensibile è un riflesso imperfetto
dell’intelligibile |
Non c’é separazione tra mondo delle idee universali e il mondo degli oggetti individuali. Il mondo sensibile è fatto di sostanze prime i concetti sono il riflesso delle cose |
La realtà |
Mimesi (imitazione, le cose imitano le idee) e metessi (partecipazione:
genere e specie) |
Pari dignità ontologica per tutte le “regioni” della
realtà, ciascuna delle quali ha princìpi propri |
Metodo del filosofare |
Sistema aperto e filosofare problematico con
interrogativi e soluzioni. Usa i miti e recupera la sapienza poetica |
Sistema chiuso, insieme fisso ed immutabile di
verità rigidamente connesse. Speculazione rigorosamente razionale e
specialistica |
Scienze empiriche e naturali |
Non gli interessano, forte interesse per la matematica |
Passione per le scienze naturali e fenomeni fisici, pur
tenendone in grande considerazione il metodo poca propensione per la matematica |
Proverò a spiegare l'argomento
del terzo uomo
con un esempio
Ciò che tu pensi di te (l'idea che hai di te)è altro rispetto a ciò che io penso
di te.
Ma ciò che tu pensi che io pensi di te è ancora un'altra cosa
Come del resto è un'altra cosa ciò che io penso che tu pensi che io penso di
te...
Possiamo andare avanti così all'infinito.
Ma quante sono le idee che ti rappresentano?
Se Platone avesse ragione quante idee di te ci sarebbero nell'Iperuranio, e a
quale di queste assomigli veramente tu?
Aristotele utilizzò questo argomento per mettere in discussione la teoria del
suo maestro e giunse alla conclusione che le idee sono "sostanze seconde o terze
o quarte" e sono loro ad assomigliare alla corrispondente sostanza prima (in
questo caso TU).
Schema generale:
La scienza teoretica, ha come scopo il necessario:
essa non consiste in una vera constatazione di cose (del che),
ma nella scoperta delle condizioni necessarie della loro essenza (del perché);
la scienza teoretica, dunque, consiste in una ricerca delle "cause e dei principi primi".
Si divide in tre parti:
filosofia prima
(il termine
metafisica non è aristotelico), che "considera l'essere, il "ciò che
è" giacché è quello che è, e le condizioni che gli sono intrinseche".
Eziologia, che
studia le quattro cause: formale o forma, materiale o materia, efficiente
e finale.
Usiologia, che
studia il principio o l'essenza delle cose, ciò che permane al di là del
mutare della cosa e n’è fondamento (in greco ousía, in latino substantia,
da cui "sostanza")
Ontologia o studio
dell’essere (to on) in quanto essere (accidente; categorie, vero, atto e
potenza)
Teologia, che
studia le sostanze divine: il primo motore immobile, i motori dei cieli e
l'intelletto attivo, realtà che insieme possiedono esistenza propria e non sono
soggette, in quanto prive di materia, ad alcuna forma di mutamento.
fisica che
"si
occupa di esseri non separati dalla materia né immobili"
e matematica, scienza di ciò che è immutabile ma che non ha un'esistenza propria.
Le scienze pratiche hanno per oggetto il possibile.
Studiano l'agire umano (In greco azione si dice pràxis) in quanto rivolto a realizzare un fine: le scienze pratiche hanno per oggetto
non quello che è necessario,
ma ciò che può essere diverso,
quella sfera cioè della realtà in cui l'uomo di volta in volta opera in vista di fini.
Esse sono
l'etica: studio
dell'agire umano in vista della realizzazione di un fine e dei modi con cui i
fini stessi si coordinano e si armonizzano in vista del fine ultimo (la
realizzazione del bene e quindi della felicità)
La
politica: l'uomo,
come "animale politico", realizza se stesso nella vita sociale,
infatti "il bene è degno di essere amato anche per un solo uomo, ma è più
bello e divino quando sia per nazioni e Stati. Il bene ottimo apparterrà quindi
alla scienza suprema e per eccellenza direttrice delle opere: e tale appare
essere la politica"
e la retorica: arte del convincere e dunque lo studio delle tecniche della convinzione.
Le scienze poietiche.
non concernono le cause e i principi primi (scienze teoretiche)
non riguardano l'azione in se stessa (morale e politica) (scienze pratiche)
ma riguardano le azioni volte alla produzione (pòiesis deriva da poièin = fare) di qualcosa,
che non era in natura,
ma è dovuta ad un atto creativo (alla tèchne = arte)
Le scienze poietiche riguardano l'azione per altro, per produrre qualcosa, quindi sono le scienze degli artigiani e degli artisti.
Aristotele non parla molto delle scienze poietiche, forse perchè non lo interessavano molto. (La vita dell'artigiano non è valutata positivamente in tutto il mondo greco).
Uno dei libri attribuiti ad Aristotele ha per titolo la "Poietica", e non ci è pervenuta interamente.
Siccome il testo elenca le regole per scrivere in rima, si pensa che egli ritenesse utile e valida la poesia.
Eziologia
Dottrina delle quattro cause. Il
divenire si attua attraverso quattro cause, specificazioni della sostanza:
La causa materiale è la materia, cioè il materiale
di cui è costituita una determinata cosa: per esempio il bronzo è la causa
della statua.
La causa formale è la forma il modello di una
cosa: per esempio la natura razionale è la causa dell’uomo.
La causa efficiente è ciò che dà inizio al mutamento
o alla quiete, ossia ciò che origina qualcosa: per esempio l’autore di una
decisione è la causa di essa.
La causa finale è lo scopo cui una cosa tende:
per esempio il divenire adulto è il fine del bambino.
Nei processi naturali
causa formale, efficiente e finale
sono una cosa sola: per esempio la pianta è, insieme, la forma, la causa
efficiente e il fine della trasformazione del seme.
Nei processi artificiali le quattro cause possono essere
distinte fra di loro, poiché ad esempio un conto è la statua (= causa
formale), un conto è l’artista (= causa efficiente), un conto è il
compenso o la gloria che si vuole raggiungere tramite essa (= causa finale).
Le cause erano già state intraviste dai pensatori precedenti: ad esempio la causa materiale e quella efficiente erano già state individuate dai fisici, la causa formale dai Pitagorici e da Platone, la causa finale da Anassagora e da Platone. Il torto delle filosofie precedenti è stato quello di aver insistito su una soltanto di quelle cause.
Per saperne di più > cause
Dottrina delle categorie
Le categorie sono le caratteristiche fondamentali e strutturali dell’essere, determinazioni generalissime che ogni essere ha e non può non avere.
Prova ad esempio ad applicarle alla tua persona, vedrai che possiedi tutte le categorie.
Esse sono 10, divise in due gruppi:
la sostanza, che fa gruppo a sé
e i 9 Accidenti
qualità,
quantità,
relazione,
agire,
subire,
dove (il luogo),
quando (il tempo),
avere, ossia lo stato (ad esempio "porta le scarpe")
giacere, essere in una certa situazione (ad esempio "sta seduto").
Dal punto di vista ontologico le categorie sono i generi supremi dell’essere, generi che non sono a loro volta specie. Ricordi i generi sommi di Platone?
Dal punto di vista logico sono i predicati primi entro cui rientrano o si collocano tutti gli altri predicati possibili.
Di tutte le categorie la più importante è la sostanza, poiché tutte le altre, in qualche modo, la presuppongono.
Gli accidenti i riferiscono alle sostanze
es. il dove, il luogo in cui ti trovi potrebbe anche essere diverso
e tu (sostanza cui si riferisce quel luogo)
saresti sempre te stesso/a.
Concludiamo questa sintetica presentazione delle categorie con un ragionamento tipicamente aristotelico.
Se lo capisci al volo e sei in grado di ripeterlo e fare degli esempi hai proprio una bella testa,
se invece, come succede a me, ogni volta che lo leggi ti sembra un ragionamento diverso, consolati pensando che si può diventare professore di filosofia anche senza capire alla lettera tutte le sottigliezze del pensiero di Aristotele...
Il termine "essere", riferito alle categorie,
pur non essendo univoco,
cioè avente un medesimo significato,
non è neppure "equivoco" od "omonimo"
cioé che indica cose aventi significati diversi.
Ha una molteplicità di significati uniti fra di loro da un comune riferimento alla sostanza.
Piuttosto ostico?
Proviamo a fare un esempio concreto: mettiamo che la sostanza sia tu e la categoria sia il luogo in cui ti trovi
Il termine "essere", riferito alle categorie, | In questo caso tu sei lì |
pur non essendo univoco, cioè avente un medesimo significato, |
Infatti anche se tu fossi in un altro luogo la frase tu sei lì indicherebbe sempre dove sei... |
non è neppure "equivoco" od "omonimo" cioé che indica cose aventi significati diversi. |
Del resto se tu sei lì non sei altrove |
Ha una molteplicità di significati uniti fra di loro da un comune riferimento alla sostanza. | La parola "lì" può indicare teoricamente infiniti luoghi ma ha senso solo se si riferisce alla sostanza che vi ci si trova (in questo caso tu) |
Tutto chiaro?
Per saperne di più > categorie | schemi di Fabio Utili
Usiologia
La sostanza è alla base dello studio dell’essere
Il matematico spoglia le cose di tutte le qualità sensibili (peso, leggerezza, ecc.) per ridurle alla quantità, cioè al numero e alle forme geometriche.
Il fisico astrae da tutte le qualità che non si riducono al movimento, poiché egli intende considerare solo l’essere in movimento
Il matematico e il fisico stabiliscono i princìpi
generali o assiomi che distinguono l'oggetto del loro studio da quello
dalle
altre scienze.
Il filosofo riduce tutti i molteplici significati della parola essere ad un significato unico e fondamentale, e considera l’essere
non come quantità né come movimento,
ma proprio e solo in quanto essere. .
La filosofia ha un principio o assioma fondamentale,
il principio di non-contraddizione, che Aristotele esprime in due modi:
Logico: "È impossibile che la stessa cosa insieme inerisca e non inerisca alla medesima cosa e secondo il medesimo rispetto".
Ontologico: "È impossibile che la stessa cosa sia e insieme non sia"
La sostanza è l’equivalente ontologico del principio
logico di non-contraddizione.
E' sostanza prima il soggetto reale di proprietà e il soggetto logico di predicati.
Il "to de ti", che si può tradurre con
"il questo qui"
Ogni sostanza forma un sinolo, cioè un’unione indissolubile di due elementi:
uno attivo, la forma (non l’aspetto esteriore ma la natura, la struttura che rende una sostanza ciò che è)
e
l’altro ricettivo, la materia, (materiale recettivo che compone
la forma, sostrato
della sua trasformazione, del divenire.)
La sostanza è
l’essenza necessaria di una cosa,
la struttura fissa ed immutabile che la definisce e la organizza.
Da essa si deve distinguere l’accidente
qualità che una cosa può avere o non avere,
senza per questo cessare di essere quella determinata cosa o sostanza:
ciò che è possibile, ma non necessario.
Per saperne di più > sostanza
Critica della dottrina delle idee
Le idee sono la "natura" o l'essenza necessaria di una cosa, cioè la forma. (Che è una causa)
Se, come afferma Platone, fossero fuori delle cose come
potrebbero esserne causa formale?
Se ad ogni concetto corrispondesse un'idea il loro numero sarebbe destinato a crescere all'infinito.
Se esistesse l'idea non solo delle sostanze singole, ma anche di tutti i loro modi. le idee sarebbero molto più numerose degli oggetti sensibili che rappresentano
L'idea di te
L'isea di te vestito a festa
l'idea di te che te ne vai...
Così intese le idee sono inutili doppioni, che complicano, anziché semplificare, ciò che devono rendere comprensibile
Le cose negative e quelle transitorie
corrispondono anch’esse a idee?
Argomento del "terzo uomo": Tra un uomo singolo e l'uomo ci dev'essere un terzo uomo che comprende i primi due e un altro che comprende questi tre e così via... . (Per la verità Platone è al corrente di questo argomento...)
Proverò a spiegare l'argomento del terzo uomo con un esempio
Ciò che tu pensi di te (l'idea che hai di te)è altro rispetto a ciò che io penso di te.
Ma ciò che tu pensi che io pensi di te è ancora un'altra cosa
Come del resto è un'altra cosa ciò che io penso che tu pensi che io penso di te...
Possiamo andare avanti così all'infinito.
Ma quante sono le idee che ti rappresentano?
Se Platone avesse ragione quante idee di te ci sarebbero nell'Iperuranio, e a quale di queste assomigli veramente tu?
Aristotele utilizzò questo argomento per mettere in discussione la teoria del suo maestro e giunse alla conclusione che le idee sono "sostanze seconde o terze o quarte" e sono loro ad assomigliare alla corrispondente sostanza prima (in questo caso TU).
Le idee, essendo immobili, non spiegano il movimento delle cose sensibili.
Vediamo ora di capire come stanno le cose per Aristotele...
L'unione di materia e forma: il sinolo, fa di ciascuna cosa ciò che è.
La forma (èidos) separata dalla materia (l'idea di Platone) è un'astrazione (oggetto di conoscenza intellettiva);
la forma è ente in atto:
La materia (hýle), spoglia di qualsiasi forma, (materia prima) è inesistente e impensabile:
la materia è sostrato (hypochèimenon) di una forma.
La materia è anche ente in potenza;
La coppia potenza-atto, è in corrispondenza alla coppia materia forma.
"sempre si passa da ciò che esiste in potenza a ciò che esiste in atto a causa di qualcosa che esiste in atto".
La causa efficiente fa sì che una cosa si attui secondo quello che è il proprio fine (causa finale).
In conclusione, non possiamo pensare qualcosa se non abbiamo
una materia di cui è fatta,
una forma che la definisce,
una causa che la produce,
e un fine cui essa tende.
per saperne di più > critiche
Teologia
Dio è
Motore immobile: tutto ciò che è in moto è
necessario sia mosso da altro ancora. Naturalmente, questo processo non può
essere infinito, è necessario che ci sia un principio assolutamente primo
e immobile, causa iniziale di ogni movimento possibile..
Atto puro, cioè atto senza potenza, in
quanto dire potenza significa dire possibilità di movimento, mentre Dio essendo
immobile, non può essere soggetto al divenire.
Sostanza incorporea o pura forma. Non può
contenere in sé nessuna materia, perché la materia sta alla potenza come la
forma sta all’atto.
Causa finale. Dio muove in quanto come
"oggetto d’amore", allo stesso modo in cui l’oggetto amato, pur
rimanendo immobile, determina il movimento dell’amante verso di sé. La materia
prima, che essendo priva di forme, e quindi desiderosa di esse, tende verso la
forma e la perfezione, verso Dio. L’universo è sforzo della materia verso Dio
Pensiero del pensiero. Il
pensiero di Dio è rivolto anch’esso alla perfezione e quindi a se stesso
Il Dio di Aristotele
non crea il mondo dal nulla, ma si limita ad ordinarlo,
inoltre non ama il mondo, è solo amato e non anche amante.
L’amore, anche il più elevato, rivela una deficienza o una mancanza d’essere,
Se ami una cosa essa ti manca, è esterna e la desideri...
Dio è perfetto, tutto ciò che gli serve è dentro al suo confine (peras) quindi non può amare.
Ovviamente non è neppure Provvidenza.
Dio giustifica il divenire di tutta la realtà in senso cosmologico, non religioso.
Per saperne di più > Demiurgo | Dio | Sfere celesti
Logica
Più che una scienza accanto alle altre, la logica è lo strumento (òrganon) che deve rendere possibili "ragionamenti corretti" in tutti gli ambiti scientifici.
A questo argomento, come hai visto sopra, Aristotele dedica cinque gruppi di opere.
Delle Categorie abbiamo giù parlato.
Ora vedremo qualche accenno al sillogismo ed alla dimostrazione, di cui l'autore parla negli Analitici primi e secondi .
Degli altri gruppi di opere di logica non ci occuperemo direttamente.
La logica analizza il linguaggio indipendentemente dal suo contenuto di verità, il costrutto.
I giudizi sono costituiti da soggetto e predicato.
Quelli di cui si occupa la logica di Aristotele sono detti "apofantici" (o dichiarativi),
sono asserzioni
e non comandi
e nemmeno esclamazioni.
Sono proposizioni con cui uniamo o disuniamo i concetti.
Le proposizioni si distinguono
per “qualità” in
affermative
o negative
e per "quantità" (o estensione),
in universali,
e particolari,
dipende dal soggetto (Tutti gli uomini sono liberi – Almeno un uomo è libero).
Altri autori oltre a queste due propongono le proposizioni singolari, quando il soggetto è un ente singolo (per esempio: "Tizio è libero").
Il rapporto tra proposizioni universali e particolari risulta dal "quadrato degli opposti", schema, costruito dai logici medioevali, rispettando la dottrina aristotelica.
Osserva e rifletti:
Schema |
Quattro tipi di proposizioni |
quadrato degli opposti | ||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|
Vero e falso
I termini e i concetti,
di per sé non sono né veri né falsi,
solo le combinazioni o sintesi di essi possono essere vere o false..
Se il vero e il il falso nascono solo con proposizioni e giudizi,
“la verità è
nel pensiero o nel discorso,
non nell’essere o nella cosa”
e “la misura della verità
è l’essere o la cosa,
non il pensiero o il discorso”.
Il vero è congiungere ciò che è realmente congiunto e disgiungere ciò che è realmente disgiunto
e il falso è congiungere ciò che non è realmente
congiunto e nel disgiungere ciò che non è realmente disgiunto.
I sillogismi
sono ragionamenti formati da tre giudizi:
la prima premessa
la seconda premessa
e la conclusione
ed hanno tre termini.
soggetto
il soggetto della conclusione,
predicato
il predicato della conclusione
e medio
il terzo termine.
Osserva attentamente lo schema
|
medio |
|
predicato |
|
1 premessa
|
Chi è in 3° liceo |
È |
simpatico |
|
2 premessa
|
Genoveffa |
È |
In 3° liceo |
medio
|
Conclusione
|
Genoveffa |
È |
simpatica |
|
|
soggetto |
|
predicato |
|
Il soggetto della conclusione (Genoveffa)
è il soggetto del sillogismo,
e appare anche nella seconda premessa,
e così pure il predicato (simpatico/a)
che è il predicato del sillogismo
e appare anche nella prima premessa
Il termine medio (è in 3° liceo)
non può far parte della conclusione
e quindi appare solo nelle premesse.
Figure e modi del sillogismo: I termini medi sono sempre solo nelle premesse. Possono essere disposti in quattro modi
1 premessa |
|
M |
|
|
|
M |
|
M |
|
|
|
M |
2 premessa |
|
|
M |
|
|
M |
|
M |
|
|
M |
|
La prima figura , ad esempio, è quella in cui
il termine medio funge da soggetto nella 1° premessa
e da predicato nella 2°
Nella seconda figura il medio funge da predicato in entrambe e così via …
Attraverso queste figure si possono individuare i modi validi, ossia tutte le possibili combinazioni in cui premesse e conclusioni formano un’interferenza corretta.
La validità di un sillogismo, tuttavia non se ne garantisce, ovviamente, la verità.
I logici medievali utilizzavano quattro gruppi di parole il significato delle cui vocali e consonanti indicava tutti i modi validi, e tante altre cose. Memorizzando queste "parole magiche" e sapendole utilizzare erano in grado di riconoscere la validità dei ragionamenti indipendentemente dal loro contenuto di verità...
Assiomi: proposizioni vere di verità intuitiva, che risultano comuni a più scienze,
(es. se da due oggetti uguali si sottraggono parti uguali, i resti sono uguali)",
sono assiomi
il principio di non-contraddizione
il principio di identità, (A=A),
ed il principio del terzo escluso,
secondo cui tra due opposti contraddittori non c’è via
di mezzo (A è B o non-B).
Questi principi logici generalissimi
pur rappresentando la condizione necessaria di ogni ragionamento,
non risultano ancora sufficienti ai fini della costruzione del sapere concreto,
in quanto non contengono la causa di nessuna verità particolare.
Definizioni: predicano di un concetto (ad esempio uomo)
il suo genere prossimo (ad esempio animale)
e la sua differenza specifica (ad esempio ragionevole).
Induzione o deduzione?
L'induzione è il procedimento che va dal particolare all’universale
es: vedo uno studente attento, avido di sapere, pronto
vedo una studentessa geniale e diligentissima
vedo altri studenti e studentesse ricchi di ottime qualità
induttivamente ricavo l'idea tutti gli studenti siano privi di doti negative.
ma questa verità non è completamente sicura
perchè dovrei aver esaminato tutti i casi particolari,
e ciò è spesso impossibile,
Le verità che posso raggiungere per via induttiva, quindi, quindi non hanno validità assoluta.
La deduzione va dall’universale al particolare.
es. se è proprio degli studenti aver a che fare con lo studio
e voi siete studenti
avete a che fare con lo studio
Le premesse dei sillogismi scientifici, pur tenendo conto dell’esperienza, non possono essere di derivazione soltanto induttiva, ci vuole anche la deduzione
Per saperne di più, oltre all'interessante capitolo del tuo libro di testo puoi dare un'occhiata a questa pagine web > logica aristotelica | storia della logica | corso di logica e automi
Ed ora un po' di fisica Aristotelica.
Movimenti:
sono di quattro tipi
generazione
e corruzione
delle cose
individuali, moto "sostanziale" per cui le cose nascono e muoiono.
mutamento,
o alterazione, movimento
qualitativo, passaggio da una qualità ad altra
accrescimento
e diminuzione, moto
quantitativo, passaggio da piccolo a grande e viceversa
traslazione, movimento locale è di tre specie: circolare, dal centro verso l’alto e dall’alto verso il centro (del mondo).
Il moto circolare è proprio dell’etere, l’elemento che compone i corpi celesti, incorruttibili,
gli altri due (dal centro verso l’alto e dall’alto verso il centro) appartengono alle cose sublunari, soggette a corruzione e generazione.
Ogni elemento ha nell’universo un suo luogo naturale.
Se una cosa è allontanata dal suo luogo naturale
attraverso un moto violento, cioè contrario alla situazione naturale dell’elemento
essa tende a ritornarvi con un moto naturale.
Perché il moto sia possibile è necessario porre cinque principi:
materia o sostrato del moto,
forma
e privazione. Il sostrato passa dalla privazione della forma alla forma. Forma e materia sono cause, la privazione è il principio del mutamento in quanto indica la mancanza di una forma in un soggetto avente già una forma.
Ogni movimento, poi comporta una causa efficiente
e un fine
Aristotele non conosceva il principio d'inerzia, (scoperto nel '600) e pensava che nel moto il motore dovesse essere a contatto col mosso.
Ciò sembrerebbe in contrasto ad es. col fatto che quando lanciamo un oggetto esso continui a muoversi anche dopo aver lasciato la nostra mano…
Per Aristotele è l’aria che permette il moto
spinge l’oggetto finché si conserva un po’ di moto
e poi l’oggetto cade verso terra,
suo luogo naturale
Il vuoto: "luogo privato di corpo" non è neppure pensabile, quindi
non esiste in natura alcuno spazio vuoto.
Il luogo, deve essere pensato come limite che circoscrive un corpo
non c’è luogo o spazio senza qualcosa dentro.
Se esistesse il vuoto il movimento sarebbe impossibile.
Nel vuoto infinito, non esisterebbe né un su, né un giù, e i corpi non prtrebbero orientarsi.
Un corpo che si muove nel vuoto, non incontrerebbe resistenza e si dovrebbe muovere o all'infinito.
Se esistesse il vuoto, i corpi dovrebbero restare
perennemente fermi.
L’universo è perfetto, finito, unico ed eterno.
Esso comprende
i cieli formati dall’etere
e il mondo sublunare formato dai quattro elementi.
Aristotele giustifica in tre modi la perfezione dell'universo:
non manca di nulla.
è finito, quindi compiuto e non incompiuto o imperfetto (Perfetto deriva da peras, confine)
possiede le tre dimensioni
(3 è il numero perfetto).
Per saperrne di più > Sfere celesti
Qualche cenno di psicologia e gnoseologia
Anime:
Come dovresti già sapere ogni essere sensibile è sinolo di materia e forma.
La forma o atto, intesa come principio di vita si dice anima.
La materia costituisce il corpo
Come forma, l'anima
non è sostanza a sé stante
ma "atto primo (entelechìa) di un corpo fisico che, in potenza ha vita".
La materia è il corpo. L'anima, forma del corpo, non esiste separata dal corpo.
L’anima ha tre funzioni:
vegetativa (potenza nutritiva e riproduttiva), propria di tutti gli esseri viventi;
sensitiva (sensibilità e il movimento) propria degli animali e dell’uomo;
intellettiva propria dell’uomo.
Le funzioni più elevate possono far le veci delle funzioni inferiori, ma non viceversa: nell’uomo l’anima intellettiva compie anche le funzioni che negli animali sono compiute dall’anima sensitiva e nelle piante da quella vegetativa.
La conoscenza sensibile è propria dell’anima sensitiva.
I sensi, sono in potenza rispetto al sentire
e la loro potenzialità è attuata da qualcosa che è fuori del soggetto (le sensazioni);
Per ognuno dei cinque sensi vi è un sensibile proprio (il suono per l'udito, i colori per la vista, ecc.).
Le singole e diverse sensazioni trovano il loro principio unificatore
nel senso comune (o sentire di sentire)
che forma l'immagine dell'oggetto sensibile (phàntasma)
e coglie anche quei sensibili comuni
che non sono oggetto di un singolo organo di senso
ma sono percepibili da più sensi (grandezza, figura, moto, quiete, numero, ecc.).
La sensazione si conserva nella memoria ove dall'accostamento di sensazioni diverse nasce l'esperienza della successione temporale.
L’immaginazione o fantasia,
muovendo dalle sensazioni, costruisce oggetti non presenti ai sensi, immagini
quindi di cose reali o irreali.
La conoscenza intellettuale: è propria dell'anima intellettiva o intelletto. Di questa dottrina esistono più di un’interpretazione.
Alla nostra nascita 'intelletto è come una tabula rasa su cui nulla è scritto.
L'intelligibile in potenza è nelle rappresentazioni sensibili degli oggetti, acquisite attraverso la conoscenza sensibile.
L'intelletto attivo: presenta all'intelletto in potenza gli intelligibili contenuti nelle immagini sensibili, libera gli intelligibili che sono presenti nelle immagini sensibili e li rende intelligibili in atto, universali.
Come la luce rende visibili in atto i colori che, senza la luce, sono visibili solo in potenza. L'intelletto attivo è separato, impassibile e senza mescolanza", è "sempre in atto", viene "dal di fuori" ed è "divino".
Per saperne di più > De anima | schema psicologia di Fabio Utili
La virtù (in greco aretè) è la capacità di attuare pienamente la propria natura
(un buon coltello taglia bene).
La natura propria dell'uomo è la razionalità, l'uomo virtuoso si realizza come razionalità.
Le virtù sonodivise in due gruppi
etiche (da èthos, costume, che si attuano entro l'ambito dello stesso mondo degli uomini),
dianoetiche. (della conoscenza
intellettuale).
Le virtù etiche: "disposizione a scegliere il giusto mezzo adeguato alla nostra natura, quale è determinato dalla ragione, e quale potrebbe determinarlo il saggio". Migliorano con l’esercizio. Esse sono:
Vitrù etiche |
Coraggio |
Temperanza |
Liberalità |
Magnanimità |
Mansuetudine |
La
Giustizia è virtù intiera, perfetta |
|
Sono giusto mezzo tra |
Viltà |
Intemperanza |
Avarizia |
Vanità |
Irascibilità |
Distributiva
(beni e onori secondo i meriti) |
Commutativa
(contratti volontari e
involontari) |
Temerarietà |
Insensibilità |
Prodigalità |
Umiltà |
Indolenza |
Ci sono due tipi di giustizia
La giustizia distributiva presiede alla
distribuzione, in base ai meriti, degli onori o del denaro o degli altri
beni che possono dividersi tra coloro che appartengono alla stessa comunità
La giustizia commutativa presiede ai contratti.
Sono contratti volontari la compra, la vendita, il mutuo, il deposito, ecc.
Dei contratti
involontari alcuni sono fraudolenti, come il furto, il
veneficio, il tradimento, la rapina, ecc.
Il diritto è fondato sulla giustizia.
Il diritto privato riguarda i contratti tra le persone
Il diritto pubblico concerne la vita associata nello stato; si divide in
legittimo (o positivo), diverso nei vari stati
e naturale, valido ovunque, anche se non è sancito da
leggi.
non sempre le leggi prevedono tutto,
se la loro applicazione risulta ingiusta
vanno corrette utilizzando il diritto naturale.
Le virtù dianoetiche (intellettive) sono proprie dell’anima razionale.
virtù dianoetiche |
scienza |
arte |
saggezza |
Intelligenza |
Sapienza |
è la capacità |
dimostrativa (Apodittica) |
Razionale, produrre oggetti (Techne) |
Ragionare e agire sui beni umani |
Cogliere i principi primi delle scienze |
Cogliere le cose più alte ed universali
|
Ha per fine |
Il necessario e l’eterno |
Fine esterno, fuori di sé |
Trovare il giusto mezzo etico |
Il sapere |
scienza + intelligenza |
Felicità:
Poiché la virtù come attività propria
dell’uomo è la stessa felicità, la felicità più alta consisterà nella virtù più
alta e la virtù più alta è quella teoretica, che culmina nella sapienza. Il
sapiente basta a se stesso e non ha bisogno, per coltivare ed estendere la sua
sapienza, di nulla che non abbia in se stesso.
Per saperne di più > virtù | etica nicomachea
Politica: studia come l'uomo si costituisca in Stato, come realizzi concretamente l'eticità.
L'uomo è per natura animale politico, lo Stato, quindi
non è frutto di un contratto tra uomini,
ma è il fine cui tende naturalmente ogni comunità in cui l'uomo si organizza.
Due schemi
Forme naturali di associazione |
Famiglia |
Villaggio |
Stato |
Nasce dai bisogni immediati della vita |
Unione di più famiglie finalizzata ad un'utilità meno
angusta |
Fine cui tendono le associazioni inferiori, pur
realizzandosi concretamente solo al termine del processo, è il
"prima" che fa essere il "dopo". |
Tipi di costituzione o governo |
Monarchia |
Aristocrazia |
Politèia |
Governo di uno solo |
Governo dei migliori |
Governo dei più, del ceto medio (non della maggioranza) |
|
Possono degenerare in: |
Tirannide |
Oligarchia (ricchi) |
Democrazia (Governo demagogico) |
Politèia in greco ha diversi significati e sfumature: tra gli altri, "vita politica", "governo", "Stato", "repubblica", "governo democratico", "costituzione".
La politèia di Platone, era la res publica, la "cosa pubblica".
In Aristotele il termine indica la forma di governo o di costituzione per eccellenza,
quella in cui sono i più a governare;
Per evitare la degenerazione della vita politica, tuttavia
Non basta una qualsiasi maggioranza di cittadini.
Ci vuole una solida ed estesa classe media.
Per saperne di più > Politica | città | brani
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Qualche sito su Aristotele
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MondodomaniDiversi aspetti del pensiero
UnibaPensiero e vita (SWIF).
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brani antologici. (EMSF)
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MediatimeVita e opere.
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IEPThe Internet Encyclopedia of Philosophy.