I capostipiti

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Le grandi famiglie del passato (e, forse anche quelle di oggi), spesso per motivi politici, a volte per il piacere di farsi più belli agli occhi degli altri col compiacente aiuto di storici e genealogisti ritoccavano qua e là la storia della loro famiglia. Anche i Savoia ricorsero a questo espediente.


Storie e leggende sulle origini di Casa Savoia.

Sulle origini di Casa Savoia sono apparse nel corso dei secoli, a volte su incarico del sovrano e per sostenere una tesi politicamente conveniente, diverse interpretazioni. Questa prassi, del resto, fu adottata fin dall'antichità anche da molte altre dinastie. Ecco, in sintesi, le due principali interpretazioni di questo tipo.

La tesi sassone

Divenuto Duca, Amedeo VIII diede a Jean d’Orville, detto Cabaret, l'incarico di scrivere (o inventare?) la storia della famiglia attribuendole un'origine Sassone, forse per ottenere un elettorato del Sacro Romano Impero, origine che sarà avallata, sempre per motivi di convenienza politica, anche da Emanuele Filiberto, da Carlo Emanuele I e dai loro successori.

Secondo la fantasiosa versione del Cabaret, il vero capostipite dei Savoia fu Beroldo, duca di Sassonia, valoroso cavaliere (e nipote) dell'Imperatore Ottone III. Da Beroldo discenderebbe il Biancamano. Amedeo VIII, che aspirava alla carica di grande elettore era più conveniente discendere da una stirpe sassone che da una italiana.

Dopo varie peripezie il nostro eroe, ricevette l’incarico di andare a palazzo a prendere un anello che l’imperatore aveva dimenticato sotto il guanciale. Dopo aver cavalcato tutta la notte, Beroldo entrò nella stanza dell'imperatrice, che era ancora a letto, infilò la mano sotto il guanciale e sentì una barba ispida. L'imperatrice tentò di giustificarsi dicendo che si trattava di un'ancella piuttosto pelosa in volto che era lì per tenerle compagnia, ma Beroldo non si lasciò imbrogliare. Uccise l’imperatrice infedele e il suo amante, tornò dal suo signore e gli raccontò tutto.

L'imperatore non poté premiarlo subito, dato il rango della defunta consorte ma dopo qualche anno di esilio e altre valorose imprese il nostro eroe fu finalmente premiato e divenne il signore delle vie di Francia.

Nel secolo successivo altri studiosi, tra cui Botero e  Guichenon mantennero la tradizione sassone con storie molto meno fantasiose, attribuendo al capostipite la discendenza da Vitichindo, che difese i Sassoni da carlo Magno.

La tesi italiana

A partire dal ‘700 la politica sabauda era tutta protesa verso l’Italia e i sovrani dettero ai loro studiosi l’incarico di trovare per la dinastia delle origini italiche. Napione e, nel secolo successivo Cibrario, proposero Berengario II d'Ivrea come progenitore o capostipite.

Carlo Alberto, nuovo re di Sardegna dopo l’estinzione del ramo principale della famiglia e possibile re d’Italia aveva tutto l’interesse a sostenere questa tesi.

Successivamente si ricercarono le origini provenzali della famiglia collegandone le origini a un paio di antenati carolingi. Non so se la cosa possa in qualche modo essere collegata alla ricerca di alleanza con la Francia per motivi legati al risorgimento.

Oggi si preferisce far risalire la dinastia a una potente famiglia del regno di Borgogna,

imparentata per via femminile con Rodolfo d'Asburgo, e divisa in due rami: Moriana e Belley, poi unificati.

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