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Vittorio Amedeo I

"Il Leone di Susa", 1630 – 1637

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vittorio amedeo I

Figlio di Carlo Emanuele I. Nel 1619, quand’era ancora principe ereditario, sposò la tredicenne Cristina di Borbone e presto si adeguò ai suoi costumi (300 addetti al servizio, corte, prestigio…).
Tra doni, accoglienza, feste, tornei, castelli: la corte di Torino divenne una delle più sfarzose del mondo.
Quando Cristina si trasferì a Torino fu organizzato uno spettacolo sul lago del Moncenisio: una battaglia navale con navi costruite o trasportate sul luogo. Gli spettatori furono ospitati in un castello di legno, grande come un castello vero, anch'esso costruito per l'occasione, che doveva poi servire per il riposo notturno.


La moglie lo incoraggiava ad assumere il titolo di Altezza Reale (Verso la fine del '400, Carlo I "Il guerriero" ereditò dalla zia i diritti sui regni di Cipro, di Gerusalemme e d’Armenia) ed egli nonostante le sconfitte fece di tutto per essere re e trasformare Torino in città reale.


vittorio amedeo ITutto ciò che rimane della Torino di Carlo Emanuele è il castello del Valentino, fatto costruire da Cristina in stile francese sulla riva del Po (attualmente ospita al facoltà di architettura).
 

Ebbe nove figli

Francesco Giacinto, suo successore, morto a 13 anni, Luigi Amedeo, morto a sei anni, Luisa Cristina, che andrà in sposa allo zio, cardinal Maurizio, Carlo Emanuele II, successore di Francesco Giacinto, Iolanda (Violante) Margherita, sposa del duca di Parma, Adelaide Enrichetta che andò in moglie all'elettore di Baviera e Caterina Beatrice, morta a un anno.

 

Arrivò al potere a 43 anni, nel peggior momento dell'invasione francese.
Ai guai derivanti dalla guerra contro la Francia, da lui combattuta con il grado di comandante militare anche durante il regno paterno, negli anni 30, quando ereditò il si aggiunsero quelli portati dalla pestilenza.
La pace di Cherasco (1631) sancì predominio francese su Piemonte e Savoia. Pinerolo passò alla Francia.
vttorio amedeo IAvrebbe voluto occuparsi del risanamento economico dello stato ma, nel tentativo di riconquistare i territori perduti e di ottenere l’autonomia dalla Francia, dal 1635 accettò il comando dell’esercito della lega antispagnola.
Vittorio Amedeo cercò di approfittare della nuova situazione per rifarsi dei territori persi attaccando Milano ma il maresciallo di Crequi, che avrebbe dovuto sostenerlo, restò passivo e gli spagnoli resistettero.
Morì di malaria a Vercelli il 7 ottobre 1637, si sospettò un avvelenamento commissionato da Richelieu per favorire Cristina. Va detto che questa tesi sembra piuttosto improbabile visto che altri morirono di malaria con lui.
Fu sepolto nella cattedrale di Sant’Eusebio, vicino ad  Amedeo IX, e a Carlo II.

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Francesco Giacinto 

"Fiore del Paradiso", 1637 1638

Nacque a Torino il 14 settembre 1622.

Succedette al padre nel 1632, sua madre, cui fu dato il nome di "Madama Reale" ebbe la reggenza per tutti i 362 giorni del suo breve regno e per altri 15 durante il regno del suo giovane fratello Carlo Emanuele II. La reggenza aggravò la già pessima situazione del ducato e agli intrighi dei francesi si aggiunsero quelli del cardinal Maurizio. Alla sua morte sembrava proprio che lo stato savoiardo fosse giunto all'epilogo e che la spartizione tra gli avidi vicini fosse prossima.

Fu il principe di Casa Savoia che regnò per il tempo più breve.

Francesco Giacinto morì il 4 ottobre 1638 al Castello del Valentino, (dove ora c’è la facoltà di architettura) e fu sepolto nell’Abbazia di San Michele della Chiusa.

Per approfondire:  
S. Foa; Vittorio Amedeo I. Torino, 1930.

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