- Soprannominato “il re buono”.
Fu il primo re sabaudo a non regnare “per diritto divino”, giurò di agire “nel
rispetto delle leggi”. Pur essendo il quarto Savoia che regnava col nome di
Umberto decise di chiamarsi Umberto I per rispetto verso la patria. (Suo
padre non aveva ritenuto opportuno cambiare il numero per
sottolineare la continuità sabauda). Riconobbe il
carattere parlamentare del sistema politico italiano. Non presiedeva il
consiglio dei ministri, si limitava a ricevere il presidente e, sentita la
relazione, a firmare i decreti.
- Freddo
e compassato, si sforzò per tutta la vita di impersonare, davanti al popolo,
l’autorità.
Si dice che non desiderasse fare il re e che avesse aspirazioni d'altro
tipo.
- Vittorio
Emanuele gli fece sposare la figlia diciassettenne del defunto
fratello e di Elisabetta di Sassonia, Margherita di Savoia, bionda,
alta, abbastanza bella ma con le gambe piuttosto corte, sensibile e orgogliosa ma
non dura, profondamente religiosa, conservatrice in politica, che ricoprì egregiamente il ruolo di regina.
- Margherita
ebbe l'educazione che i Savoia davano alle loro donne:
un'istitutrice fredda e bigotta da piccola e un'altra, più
affettuosa che seppe farle amare pittura e musica, nonostante ciò
si circondò d'intellettuali ed ebbe molti interessi. Si dice che
suo marito, quando i discorsi si facevano un po' troppo "culturali"
fosse la zittisse, anche in pubblico, con frasi del tipo: "Ma
sta un po' zitta, né, che mi fai venire male alla testa!"
- Umberto,
quindi, si sposò con una cugina prima come suo padre e come lui ebbe
molte avventure galanti, come, ad esempio quella con la contessa
Cesarini Galli Hercolani,
che gli diede un figlio a quattordici anni. I maligni dicevano che
ad ogni avventura Umberto regalasse una collana di perle a
Margherita, "la regina più imperlata d'Europa".
- La
donna del suo cuore fu Eugenia Attendolo Bolognini: alta, formosa, occhi blu e
capelli neri. Con discrezione, la "Bolognina", come fu subito
soprannominata dai Torinesi, restò al suo fianco fino alla
morte.
- Margherita
"fu regina" prima del marito: dopo la morte della regina Maria
Adelaide, spesso nelle cerimonie
ufficiali compariva al fianco di Vittorio Emanuele II, che non
poteva farsi accompagnare dalla moglie morganatica Rosa Vercellana, e se la cavava
egregiamente.
- La
Bolognina, che era dama di compagnia della principessa Margherita,
dormiva in una camera che si affacciava sullo stesso corridoio.
Quando Margherita trovò suo marito a letto con l'amante e decise di
tornare dalla mamma; bastò che Vittorio Emanuele le dicesse:
"Ricordati che sei la regina" per convincerla a stare al
suo posto. Da quel giorno interpretò in modo impeccabile la sua
parte di regina e i suoi rapporti con Umberto, perfetti sul piano formale in pubblico, si
limitarono all’unico figlio Vittorio Emanuele .
- I pettegolezzi attribuirono
qualche amante anche alla regina: Carducci e Minghetti, cui sicuramente
dimostrò affetto e rispetto e addirittura Mussolini, di cui fu grande
ammiratrice e protettrice a corte ma è ben improbabile che ne fosse
anche solo invaghita.
- La coppia
reale compì un viaggio attraverso l’Italia per farsi conoscere e per
diventare il simbolo dell’unione dell’Italia. Fu un successo, specialmente
grazie al contegno di Margherita, che seppe accattivarsi le folle indossando i
costumi regionali e dimostrando di apprezzarne cultura e tradizioni.
Basti pensare che il figlio primogenito, nato a Napoli, fu
battezzato Vittorio Emanuele Ferdinando Maria Gennaro.
- A
Margherita furono spontaneamente dedicate moltissime cose
prestigiose, tra cui una salina, una grande macchina ora
conservata a Milano nel museo della scienza e della tecnica e perfino una città.
-
Perfino
nella Roma appena sottratta a Pio IX, accolti dal papa con la condanna a morte di due patrioti
e dalla nobiltà con la chiusura dei portoni, i principi seppero farsi
accettare ed apprezzare.
- Divenuto
re Umberto non interferì, almeno in
apparenza, col potere politico ma cercò di appropriarsi di tutti gli altri spazi
di potere: le forze armate presero il nome di Regio Esercito e furono svincolate
dal potere politico, la triplice alleanza e, più in generale la politica estera
dipesero dalla sua iniziativa (riavvicinamento agli imperi centrali).
- La
coppia reale continuò ad avere un rapporto diretto molto forte col
popolo, che si interessava specialmente alla vita della regina,
cantata da poeti e scrittori e pubblicata e documentata sui
giornali.
- Quando i governi erano forti
(sinistra, Crispi) il re li lasciava fare, nei momenti di crisi
prendeva
l’iniziativa.
- Durante la crisi di fine secolo, la
repressione contro chi protestava s’inasprì molto e il re dimostrò di
approvare in più occasioni (la più clamorosa fu il conferimento della medaglia
al valore al generale Bava Beccaris per aver preso a cannonate la folla che
protestava contro l’ennesimo aumento del prezzo del pane (82 morti e 503
feriti).
- Nel 900 le sinistre estreme furono
premiate, il governo si dimise e si cominciò a parlare di abdicazione.
- Gli
attentati: nel 1878 a Napoli il cuoco Giovanni Passanante tentò
di accoltellare il re, che aveva subito un attentato analogo a
Foggia tre mesi prima. Margherita commentò il fatto dicendo che la
luna di miele tra casa Savoia e il popolo italiano era finita e
Umberto affermò che gli attentati sono un rischio che chi regna
deve accettare.
- Nel
1897, scampato alle coltellate dal fabbro Pietro Acciarito
disse a Rattazzi: "Quando dal pugnale passeranno alla
pistola..."
- Il 21 luglio 1900 un anarchico,
Gaetano Bresci, proveniente dall’America, dov’era emigrato nel ’97, uccise
il re con tre colpi di pistola, si dice per vendicare i fatti di Milano e la
medaglia al generale Bava Beccaris.
- Allestita
la camera ardente Margherita fece chiamare la Bolognini e la lasciò
sola con Umberto per qualche tempo.
- Vittorio
Emanuele III, tempestivamente
avvertito, partecipò alle esequie senza versare nemmeno una lacrima.
|