Giovanna Battista di Savoia Nemours

1675-1684

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madama giovanna battista

Ultima discendente dei conti del Genevese, erede dei duchi di Nemours, e delle baronie di Fossigny e di Beaufort

Suo marito era considerato "principe galante", lei fu descritta come fredda e autoritaria.

Dopo la prematura morte del Duca che, spaventato per la caduta da cavallo dell'unico figlio Vittorio Amedeo II, assunse la reggenza divenendo, così, la seconda Madama Reale dello stato Sabaudo

Governò anche oltre la maggior età di Vittorio Amedeo II, che dovette ricorrere ad una specie di colpo di stato per destituire la madre.

Molto intelligente, intraprendente, attiva, fu spesso in urto molto forte col municipio torinese, di cui tentò con un certo successo di ridurre i privilegi.

Una rovinosa carestia l’indusse a nominare un sovrintendente ed istituire un consolato di commercio, poco graditi al municipio.

Durante la reggenza furono approvate grandi spese di rappresentanza: spettacoli e feste dispendiose. Il municipio l’accusò di sperperi, non aveva tutti i torti.

Ampliò il "Consiglio di Reggenza" con altri membri tra i quali Gabriele di Savoia, il marchese Francesco Tommaso Chabò de Sanint-Maurix e Joseph Delescheraine fedelissimo consigliere e confidente di Madama Reale.

Realizzò alcune idee del marito Carlo Emanuele: fondò nel 1677 l'Accademia Reale, il Consiglio Cavalleresco per decidere sui casi d'onore e il Consiglio dei nobili (affidato ai gesuiti).

Nel 1675 emanò un editto sul bisogno di uniformare la distribuzione delle armi:

" comandiamo che d'hor in avvenire tutti li regimenti siano armati nel modo infrascritto, cioè due terzi dei soldati di moschetti, e l'altro terzo di piche, con proibitione a' soldati di portar in avenire alcun fucile ".

Portò avanti l'opera d'abbellimento della capitale come ad esempio il completamento della guariniana "Porta di Po", il più frequentato accesso a Torino nel Seicento.

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  • Nel 1679: Emanuele Filiberto di Savoia Carignano ordina al Guarini la costruzione del Palazzo Carignano, (che diverrà sede del parlamento e che attualmente ospita il museo del risorgimento e della resistenza)


    Un’amante ingenua a una madre egoista

    Contrariamente a Cristina di Francia, Giovanna Battista s' innamorava dei suoi amanti e li ricopriva di doni e spesso il suo amore fu ricambiato con tradimenti…

    Per governare più a lungo Giovanna abbandonò il figlio in compagnia di giovani dissoluti con cui si dedicava alle feste, alla caccia ed ai facili amori. Il giovane duca, tuttavia, pur fra le dissolutezze, si rese presto conto delle condizioni in cui erano caduti i suoi domini e presto decise di togliere il governo alla madre.

    Nel 1679, Giovanna Battista, per prolungare il proprio potere, progettò le nozze del figlio con la cugina, Isabella di Braganza, infanta del Portogallo. Il contratto di matrimonio prevedeva il trasferimento del duca in Portogallo, di cui sarebbe divenuto re, mentre l'amministrazione del Piemonte e della Savoia sarebbero rimasti alla madre.

    Vittorio Amedeo finse di accondiscendere al volere materno ma quando giunse a Torino l'emissario portoghese che doveva accompagnare il regale sposo in Portogallo, Vittorio Amedeo si finse malato e di salute estremamente cagionevole. Tempestivamente informato il sovrano portoghese decise immediatamente lo scioglimento del contratto di matrimonio.

    Dopo qualche tempo Vittorio Amedeo II chiese a Luigi XIV il permesso di prendere le redini dello stato sabaudo, dando come garanzia dell'intenzione di mantenere buoni rapporti con la Francia, l'assicurazione che avrebbe sposato una dama scelta dal re di Francia. Ottenuta risposta affermativa da Rivoli notificò ai ministri che cessava la reggenza e che le redini dello stato passavano a lui.

    Le resistenze di Maria Giovanna furono inutili.


    Morì a Torino nel 1724.

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