Cristina di Francia

Cristina di Francia

1635-1648-1663  

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madama cristina

Figlia di Enrico IV e Maria de Medici a 13 anni andò in sposa, nel 1619, a Vittorio Amedeo, principe ereditario dei Savoia.

Cristina, che aveva solo 13 anni, venne a Torino con un seguito di centinaia di addetti al servizio. Per allietare il viaggio fu organizzato uno spettacolo sul lago del Moncenisio: una battaglia navale con navi costruite o trasportate sul luogo. Gli spettatori furono ospitati in un castello di legno, grande come un castello vero, anch'esso costruito per l'occasione, che doveva poi servire per il riposo notturno.

Ben presto con un susseguirsi di favolosi doni, feste, tornei, e accoglienza in fastosi castelli, quella di Torino divenne una delle corti più sfarzose del mondo.

Incoraggiò il marito ad assumere il titolo di Altezza Reale (Verso la fine del '400, un antenato, Carlo I "Il guerriero", ereditò dalla zia i diritti sui regni di Cipro, di Gerusalemme e d’Armenia) ed egli nonostante le sconfitte fece di tutto per essere re e trasformare Torino in città reale. Tutto ciò che rimane della Torino di Carlo Emanuele è il castello del Valentino, fatto costruire da Cristina in stile francese sulla riva del Po (attualmente ospita al facoltà di architettura).


La prima notte di nozze

Il fratello di Cristina, il re di Francia Luigi XII, era stato traumatizzato dalla propria prima notte di nozze.

Sposato a 13 anni con una bimba della sua stessa età, dovette dar prova di virilità ai suoi parenti e la sua prima notte di nozze si svolse dapprima davanti al padre Enrico IV che commentava e dava consigli e poi, forse per l'evidente imbarazzo della coppia, davanti ad una silenziosa fantesca che avrebbe poi riferito al re. (All'epoca i re non potevano godere di molta privacy nemmeno prima di salire al trono...)

C'è chi sostiene che il giovane fu talmente disgustato che i suoi interessi sessuali si volsero verso il proprio sesso...

Una sorta di leggenda vuole che il la sera delle nozze di Cristina e Vittorio Amedeo, Luigi XIII si sia installato sul talamo nuziale per assistere ai loro trastulli amorosi. I "giochi" dei novelli sposi durarono tutta la notte e Luigi sottolineò il suo gradimento con frequenti applausi.

L'incredibile nottata si concluse con un consiglio che Cristina, degna figlia di Enrico IV diede al fratello: "Ebbene, Sire, fate dunque la stessa cosa con la regina."

Trascinato quasi di peso da un consigliere nel letto della moglie Anna, il re di Francia seguì il consiglio della sorella e, dopo quella esperienza sembra che la coppia reale francese abbia finalmente trovato il piacere di fare sesso.


vittorio amedeo IMorto Vittorio Amedeo, gli successero i figli, ancora bambini, e la vedova ne assunse la reggenza che, di fatto, terminerà solo con la sua morte (1663).

Cristina si circondò di abilissimi e famosi architetti (Castellamonte e Valperga), cui commissionò la costruzione della “città nuova” (imperniata sull’attuale Piazza S. Carlo) e di poeti e artisti, incaricati di celebrare la magnificenza del regno. Cercò anche di ingrandire e consolidare il regno e di migliorarne l’organizzazione.

Nei primi tempi la sua reggenza non fu accettata da tutti. Ne derivò una strana guerra civile senza spargimento di sangue né mobilitazione popolare tra lei, che era appoggiata dalla Francia e i cognati, principi di Carignano, appoggiati dalla Spagna.

Vinse Cristina, che divenne reggente in nome del figlio minorenne Carlo Emanuele; il suo lungo regno portò lo stato sabaudo nell'orbita francese.

Fu l’artefice di feste memorabili (per questo fu spasso accusata, e non a torto, di sperpero di danaro). Lo sfarzo, tuttavia, fu anche portatore lavoro e di ricchezza per lo stato.

Era una donna molto esuberante, la sua vita mondana e privata si svolsero tumultuosamente, tra feste, balli e ritrovi nelle ville coi suoi numerosi amanti (le malelingue misero in giro la voce che nemmeno l’erede fosse figlio del marito).

Nell’ultimo decennio, finita la guerra, la reggente si occupò di riforme e innovazioni: tasse, abolizione di privilegi ecclesiastici, vendita ai borghesi di cariche pubbliche.

Negli ultimi anni della sua vita Cristina si converte e si dedica, con la stessa esuberanza con cui si era dedicata alle feste ad alle avventure galanti, alla devozione (per esempio si faceva calpestare dalle suore per penitenza).


 Un esempio, per capire la situazione:

il cardinal Maurizio, figlio cadetto di Carlo Emanuele I, si assunse l’incarico di sorvegliare la cognata. (I maligni sostengono che le facesse la corte con scarsissimo successo…)

Dapprima scrisse al padre che Cristina “fa troppe passeggiate solitarie” e suggerì al fratello di sorvegliare di più la consorte.

Poi, sembra, ne divenne l’amante.

Successivamente, forse anche perché la volubile Cristina aveva un altro amante, si alleò col fratello Tommaso, la combatté e cercò di sottrarle la reggenza.

Infine ne sposò, a 49 anni, la figlia tredicenne, Luisa.

Fu un matrimonio politico, imposto al cardinale per pacificare lo stato dalla stessa Cristina, che sapeva come tenere a bada gli uomini. Maurizio accettò di buon grado...

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