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Amedeo VI "Conte Verde", 1343-1383

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Figlio di Aimone il Pacifico, nacque a Chambery il 4 gennaio 1334, suo cugino Luigi II di Vaud e Amedeo III di Ginevra esercitarono la reggenza fino alla sua maggiore età. In quel periodo il Delfinato passò alla Francia e la peste si diffuse anche in Savoia provocando un'ondata di antisemitismo.  .
Aveva una personalità molto forte con forti contraddizioni: 
Misticismo: a nove anni fece il voto di digiunare al venerdì e sabato e di non mangiar carne e pesce al mercoledì, lo mantenne fino ai 45 anni. Tutti i venerdì santi lavava i piedi a 12 poveri. Si sottopose a penitenze varie, fece molti pellegrinaggi e doni ai monaci...
Gioco: amava moltissimo il gioco d’azzardo e gli scacchi. Si faceva prestare soldi perfino i dai suoi servi. Aveva una grande passione per la caccia e per i tornei. Alla sua corte non mancavano mai menestrelli, giocolieri e giullari.
Donne: era amante focoso e uomo arguto.
A un torneo (erano in palio i baci alle dame e premi in oro), pur essendo sconfitto baciò le dame, e ai cavalieri che protestavano rispose:
"Posso io perdere l'oro ma non il bacio di sì belle dame..."
Quando si recò in oriente aveva 32 anni; lo accompagnò un suo figlio illegittimo, Antonio, che aveva 17 anni, e che, quindi, era nato quando lui ne aveva 15. 
Brillante cavaliere e diplomatico temibile: a soli20 anni riconquista il castello di Domolieu, nel Faucigny, che si era ribellato. I sopravvissuti vennero legati uno all'altro e trascinati, come monito nei borghi vicini In un'altra occasione, al castello di Aigle, nel 1357, tutti gli sconfitti furono uccisi. Partecipò a molte guerre e alla crociata. 
Statista e organizzatore: compilò gli Statuti di Savoia, nel 1362, fondò la Compagnia del Collare.
Di lui non ci sono ritratti.
 
Il colore verde
Partecipò al primo torneo in giovane età, successivamente si vestì sempre di verde e adottò il colore come simbolo. Tutto ciò che lo circondava doveva avere colore verde. Si poteva sapere se il conte era in visita in uno dei suoi castelli osservando il colore degli addobbi. In questo modo divenne un personaggio facile da riconoscere, anche da parte degli analfabeti (e all’epoca ce n’erano molti perfino tra i nobili…) o di chi non l'aveva mai visto.
Il verde era una cosa che oggi definiremmo il suo "logo", molto più semplice ed efficace degli stemmi, che erano diventati complessi e zeppi di immagini strane. 
Fondò la compagnia del collare, a capo della quale partecipò a molti tornei.
Era costituita da 15 cavalieri, i suoi compagni d’armi durante i tornei, che oltre all'abito verde portavano un collare d'argento dorato con il motto «FERT », chiuso da un anello con tre lacci d'amore a doppio intreccio, dono del conte e prezioso segno di riconoscimento.  

Nel frattempo nel resto d'Europa:

 

- Guerra dei 100 anni (1337 - 1492)

- Il papa è ad Avignone

- Peste nera (1348 - 50)

- Jacquerie in Francia (1358)

- Sconfitte francesi di Crécy (1346) e Poitiers (1356)

- Cola di Rienzo a Roma (1347)

- Alberto d'Austria di Boemia e Ungheria (1347)

- Bolla d'oro di Carlo IV imperatore (1356) - sette grandi elettori tedeschi

- I Valois ereditano la Borgogna (1364)

- Crociata contro i turchi (1365 - 66)

- Fine del periodo Avignonese (1377 - 78) e scisma d'occidente (1378 - 1417)

- Rivolta dei Ciompi (1378)

La compagnia del collare divenne in seguito Ordine Cavalleresco a carattere religioso-militare. 
S'innamorò di Giovanna di Borgogna e suo padre, che evidentemente non aveva nessuna intenzione d'imparentarsi coi Savoia, la fece rinchiudere in convento per ostacolarne il matrimonio. Dieci anni dopo le alleanze politiche cambiarono e Amedeo sposò Bona di Borgogna, sorella giovane di Giovanna, che ebbe un ruolo importante in Savoia durante quattro decenni.
Ebbe da lei quattro figli: la prima morì subito dopo il parto, poi nacque Amedeo, suo successore, poi Luigi e Antonio, morti ancora bambini.
Ricevette l'Imperatore Carlo IV a Chambery ed ottenne il titolo di Vicario Imperiale. La protezione imperiale gli consentì di riprendere il paese di Gex, di comprare il paese di Vaud da sua cugina ed a neutralizzare i Conti di Saluzzo e i Visconti di Milano.
 
Suo cugino Giacomo d’Acaia tentò ripetutamente di ribellarsi e di rubargli il feudo e da anni tramava contro di lui. Amedeo lo costrinse a sposare Margherita di Beaujeu, che aveva 30 anni meno di lui. Giacomo accettò di buon grado la giovane sposa di cui s'innamorò al punto di diseredare il figlio primogenito Filippo d’Acaia a favore dei figli della bella Margherita. 
Dieci anni dopo Filippo si ribellò ma, sconfitto, fu condannato all’annegamento nel lago di Avigliana. Ancora oggi si dice che il suo fantasma infesti la zona...
 
Amedeo, approfittando delle molte guerre dell'epoca e schierandosi sempre dalla parte che più gli conveniva ingrandì e consolidò i propri possedimenti (acquisizione di Biella, Cuneo e Santhià) e, come abbiamo visto,  divenne perfino vicario imperiale. La cerimonia d'investitura fu davvero memorabile.

 

La sua impresa più famosa e redditizia fu la crociata bandita dal Papa (savoiardo) Clemente VII del 1365.
Il Conte Verde conquistò alcuni castelli del mar nero, prese Gallipoli (ripresa dai Turchi l’anno dopo) e liberò, dietro cospicuo compenso in monete d'oro, il Basileus di Bisanzio, caduto in mani nemiche. Dall’impresa ricava fama e soldi.  
Tornò in Italia preceduto dalla sua fama, ai tempi in cui il Papa Urbano V stava ristabilendo la sua sede a Roma dopo il periodo avignonese e si stava per consumare lo scisma d'occidente.

 

Il Conte Verde morì di peste a Santo Stefano presso Castropignano (Campobasso) il 1° Marzo 1383, durante una spedizione dove era accorso con 1000 lance per sostenere i diritti di Luigi D’Angiò, sul Regno di Napoli
Fu sepolto a Altacomba.
L'Ordine dell'Annunziata
La Compagnia del Collare prese il nome di Ordine dell'Annunziata con Carlo II, che nel 1518 portò il numero dei cavalieri da 15 a 20 e modificò il collare, che risultò composto da lacci d'amore intrecciati con il motto «FERT» e da 15 rose bianche e vermiglie, alternate, in onore della Vergine, e un medaglione con raffigurata l'Annunciazione.
In seguito il collare dell'Annunziata divenne la suprema ricompensa concessa per eminenti servigi resi allo stato; gl'insigniti dell'Ordine erano considerati cugini del re.
Mussolini fu insignito del collare da parte di Vittorio Emanuele III.
Per approfondire:
Francesco Cognasso, Il conte Verde, Torino 1926 
Francesco Cognasso, Il conte Verde, il conte rosso, Milano, 1989  
D. Muratore, "L’imperatore Carlo IV nelle terre sabaude nel 1365 e il vicariato imperiale del Conte Verde" in Mémoires de l’Académie de Savoie. Serie II, XVI, 1896.
F. L. Cox, The green count of Savoy. Princeton, 1967. 

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