Arthur Schopenhauer


 

Vita di Arthur Schopenhauer

ritrattoDivideremo la sua vita in tre periodi:

fino al 1813 (studi), fino al 1851 (si ritira) e fino alla morte (1860)

Fino al 1813:

Tra il 1814 e il 51:

Tra 1851 e il 60.


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OPERE 

Il suo capolavoro: Il mondo come volontà e rappresentazione

Altre opere:

  • Sulla quadruplice radice del principio di ragion sufficiente (1813)

  • Sulla vista ed i colori (1816)

  • Il mondo come volontà e rappresentazione (1819 Prima ed. andata completamente al macero)

  • Sulla volontà della natura (1836)

  • I due problemi fondamentali dell'etica (1841)

  • Seconda edizione de Il mondo come volontà e rappresentazione (1844, con un volume di supplementi; ancora una volta l'opera non destò alcun interesse)

  • Parerga e Paralipomena (1851)

  • Terza edizione de Il mondo come volontà e rappresentazione (1859; questa volta l'opera ebbe un notevole successo)

    Il suo stile è colorito e accattivante.


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  • Premesse

    Le fonti del suo pensiero filosofico sono senz'altro Platone, Kant e il pensiero vedico(filosofie orientali recentemente tradotte da un suo compatriota)

    La sua tesi filosofica, il mondo è due cose:

    Che fare? se scegliamo il mondo "rassicurante" della rappresentazione viviamo in una realtà che non c'é, se scegliamo quello "inquietante" della volontà viviamo in una realtà orribile.

    Ci sarà una via di fuga, un modo di vivere che pur tenendo conto della realtà ci permetta di non esserne parte, di non agire?


    Il mondo come RAPPRESENTAZIONE 

    ritrattoCome rappresentazione il mondo è in insieme di oggetti ed esseri viventi, con le loro proprietà, oggetto delle nostre percezioni.

    E' una realtà rassicurante, dove le varie leggi scientifiche e i principi razionali ci danno le spiegazioni di ciò che ci appare come un problema. 

    Cercherò di spiegare meglio questo concetto con alcuni paragoni

    Ma quali sono le scienze che, secondo Schopenhauer ci rappresentano questo mondo?


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    Il mondo come VOLONTA' 

    Ma se ci avventuriamo nell'osservazione delle vere cause di ciò che succede nel mondo possiamo rappresentare il mondo stesso come se fosse fatto di impulsi, di volontà 

    L’intuizione (che trasforma le sensazioni in pensieri) non dipende solo dalle nostre categorie o da spazio e tempo, come dice Kant, (semmai è il contrario).

    Pensa all'intuizione che ciascuno di noi ha del suo corpo.

    La filosofia inizia dove le scienze (razionali), che studiano i fenomeni finiscono e ci fa cogliere il noumeno, il mondo inteso come volontà, ciò che c'é dietro il velo di Maia 


    Il mondo come VOLONTA’ - paragone 

    Ora vediamo di capire (o, meglio, d'intuire perché non si tratta di qualcosa di razionale e comprensibile) cos'é la a volontà (noumeno) paragonando questo pensiero con quello di altri autori


    ritrattoSchopenhauer: volontà è mirare ad un fine di cui si è coscienti ma anche istinto. Wille zum leben (volontà di vivere). La volontà non è per niente generosa o rassicurante, è una specie di abisso di desideri, spesso inconfessabili, che devono realizzarsi a qualsiasi costo.

    Tutto ciò che esiste è permeato di volontà. La volontà è violenza, avidità insaziabile, fonte di terrore e dolore.


    ritrattoFreud: la libido è una forza, un oscuro impulso che agisce al di fuori della ragione e della morale e influisce sul nostro comportamento. Se ne rintracciano gli effetti analizzando i comportamenti involontari (sogni, lapsus e tic)

     

     


     

    ritratto 

    Goethe: la volontà (quella dell'eroe, o dell'anima bella che fanno rispettivamente sempre la grande impresa o la cosa giusta...) è tensione positiva e consapevole verso il miglioramento di sé


    Per saperne di più > volontà


     Un mondo di lotta sopraffazione, miseria e dolore

    La volontà descritta da Schopenhauer è energia assoluta, inconscia, semplice ed unitaria.

    Non appartiene solo all'uomo, nel mondo ci sono diversi gradi di volontà, rappresentativi di tutto ciò che ci circonda e tutti implacabilmente avidi:

    Ne deriva l'idea che il mondo vero, reale,

    “Sollevato il velo ingannatore dei sensi, dietro la rassicurante apparenza razionale del fenomeno appare il volto vero e demoniaco del mondo, il mondo come volontà “

    Il mondo come volontà è caratterizzato da esseri in continua e perenne lotta per la sopravvivenza a qualsiasi costo, che di producono vicendevolmente infinite sofferenze e angosce.


    Dalla metafisica alla morale 

    A questo punto possiamo dire che

    Da questa concezione filosofica del mondo si può ricavare una morale?

    Se si accettano queste premesse, la tradizionale divisione della filosofia in teoretica e pratica non ha senso: 

    Schopenhauer utilizza quindi il metodo dell’immanenza

    Ricorda un po’ Freud (anche lui parla dell'inconscio, forza irrazionale che spinge il nostro io... lo studieremo in seguito)


    L’arte 

    Ricorda che per qualche tempo il nostro autore ha frequentato il salotto letterario della madre

    L'arte è in grado di rappresentare la volontà?

    L’uomo normale usa intuizione e sensi per conoscere il fenomeno, il mondo che ci circonda e le sue regole 

    Il genio (l’artista) intuisce il noumeno, la volontà. Coglie l’oggetto in sé

    Di qui una nuova funzione dell’arte: L’arte rivela una almeno momentanea possibilità di sfuggire alla volontà. Nella catarsi estetica l'uomo che fruisce dell'opera d'arte dimentica per qualche tempo la volontà, l'annienta in sé.

    Ovviamente le arti per lui sono tali in quanto meglio rappresentano la volontà.

    Ti ricordo che siamo in epoca romantica... 

    Per Schopenhauer le arti non sono tutte egualmente catartiche, egli le classifica secondo questa scaletta 

    In conclusione l'arte rappresenta una via di fuga dalla volontà ma solo momentanea.


    La storia 

    Schopenhauer polemizza contro ogni forma di storicismo.

    La storia, non è una vera e propria scienza, è solo catalogazione di fatti individuali. L’umanità si trova nel dolore e spera di metterlo a tacere mutando le condizioni o inseguendo un illusorio progresso. La storia cerca di interpretare il passato in modo rassicurante ma non ci riesce

    Gli avvenimenti passati dimostrano la costante uniformità e ripetitività della storia, ciò che cambia è solo accidentale e superficiale.

    L’unico vero compito della storia è quello di offrire all’uomo la coscienza di sé e del proprio destino.


    L'amore

    Dietro le cosiddette "meraviglie del creato", si cela la lotta crudele di tutte le cose per l'autoconservazione, fonte ed espressione del dolore universale.

    L’individuo è strumento per la specie, fuori della quale non ha valore. 

    La natura parla all’uomo dell’amore solo per la sopravvivenza della specie

    Ecco perché l’amore procreativo viene inconsapevolmente avvertito come "peccato" e "vergogna"

    L’unico tipo d’amore valido è la pietà.


    Bontà 

    Anche sulla naturale bontà dell'uomo Schopenhauer è fortemente critico

    La regola dei rapporti umani è il conflitto, il tentativo di sopraffazione reciproca, altro che "uomo buono per natura".


    Libertà come liberazione dalla volontà  

    Abbiamo già visto che il nostro autore parla di libertà come liberazione dalla volontà (oppone alla voluntas la noluntas). Segui questo ragionamento.

    L’uomo tende al piacere, il piacere è un bisogno dell’uomo, il bisogno è dolore, la vita oscilla tra dolore e noia. Ci sono due possibilità:

    1. Accettare la volontà e fare consapevolmente ciò che prima eravamo spinti (dalla volontà) a fare

    2. Annullare (o lenire l'effetto) della volontà. Ci sono diverse false strade ed una sola autentica (l'ultima dell'elenco):

    La “noluntas” (termine negativo) è volontà liberata, non più cieca. Questo concetto deve molto alla filosofia orientale e al buddhismo: l'annullamento della volonta è simile al Nirvana, il "non bruciar più" nel fuoco della volontà, il distacco dal ciclo della vita 


    Per approfondire > S. e Leopardi | noluntas


    Ironia  

    Per quanto ti possa sembrare strano il nostro autore ha scritto alcune tra le più belle e interessanti pagine sul comico e sull'ironia.

    Ecco la sua teoria del ridicolo:

    "Il riso proviene sempre da un’incongruenza subitamente constatata fra un concetto e l’oggetto reale cui quel concetto, in un modo o nell’altro, ci fa pensare; e non è appunto se non l’espressione di questa incongruenza"


    Per approfondire prova a dare un'occhiata > qui