Arthur Schopenhauer
Vita di Arthur Schopenhauer
Divideremo la sua vita in tre periodi:
fino al 1813 (studi), fino al 1851 (si ritira) e fino alla morte (1860)
Fino al 1813:
nato a Danzica
Il padre lo voleva uomo d’affari (viaggi d’istruzione)
Morto (suicida) nel 1805 il padre, frequenta il salotto letterario della madre
Tenta con scarso successo di portare avanti gli affari paterni.
Si mette a studiare, medicina e poi filosofia. Disprezza l’idealismo. Si laurea a Berlino nel 1813.
Tra il 1814 e il 51:
Incomprensioni e rapporto difficile con i “tre ciarlatani” (Fichte, Schelling ed Hegel)
Ma anche approfondimento culturale (Idealismo, Platone e Kant e antichi testi indiani tradotti da Majer).
Ecco una sua definizione di Hegel:
"Hegel, insediato dall'alto, dalle forze al potere, fu un ciarlatano di mente ottusa, insipido, nauseabondo, illetterato, che raggiunse il colmo dell'audacia scodellando i più pazzi e mistificanti non sensi (...) il suo pensiero è "una buffonata filosofica".
Libero docente a Berlino nel 1820. Litiga con Hegel fin dalla dissertazione. I suoi corsi non interessano.
Buen retiro a Francoforte dove si mette a scrivere.
Tra 1851 e il 60.
Il clima culturale è mutato. Aumenta l’interesse verso corporeità ed esistenza (se ne occuparono anche Feuerbach e Kierkegaard).
Il “mondo” che nel 1818 era andato al macero diventa un best seller.
Muore di polmonite a Francoforte nel 1860.
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OPERE
Il suo capolavoro: Il mondo come volontà e rappresentazione
Altre opere:
Sulla quadruplice radice del principio di ragion sufficiente (1813)
Sulla vista ed i colori (1816)
Il mondo come volontà e rappresentazione (1819 Prima ed. andata completamente al macero)
Sulla volontà della natura (1836)
I due problemi fondamentali dell'etica (1841)
Seconda edizione de Il mondo come volontà e rappresentazione (1844, con un volume di supplementi; ancora una volta l'opera non destò alcun interesse)
Parerga e Paralipomena (1851)
Terza edizione de Il mondo come volontà e rappresentazione (1859; questa volta l'opera ebbe un notevole successo)
Il suo stile è colorito e accattivante.
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Premesse
Le fonti del suo pensiero filosofico sono senz'altro Platone, Kant e il pensiero vedico(filosofie orientali recentemente tradotte da un suo compatriota)
Platone: da questo autore riprende il dualismo realtà - imitazione
Il mondo delle idee é la realtà
Il mondo della natura è imitazione delle idee, apparenza.
Pensiero vedico: Secondo questa religione filosofica Krishna, la divina realtà, si contrappone a Maia.
La molteplice apparenza del mondo è il velo dietro cui la dea ama celarsi.
Se Maia si mostrasse quale è veramente susciterebbe in noi il terrore
Anche noi preferiamo rapportarci ad un mondo rassicurante quanto irreale piuttosto che prendere atto della terribile realtà
Kant: Due realtà: fenomeno e noumeno
Va detto, tuttavia che Schopenhauer contesta l’atteggiamento antimetafisico di Kant e il suo porsi sul piano trascendentale, che è fuori dalla realtà.
La sua tesi filosofica, il mondo è due cose:
volontà (ciò che il mondo realmente è)
avidità e volontà di distruggere e di far male a tutti i costi presente in qualsiasi oggetto o essere vivente
un mondo terribile che suscita in noi orrore e terrore
rappresentazione (non com'é ma come ci appare)
il mondo spiegato dalla scienza
un mondo rassicurante e sicuro
Che fare? se scegliamo il mondo "rassicurante" della rappresentazione viviamo in una realtà che non c'é, se scegliamo quello "inquietante" della volontà viviamo in una realtà orribile.
Ci sarà una via di fuga, un modo di vivere che pur tenendo conto della realtà ci permetta di non esserne parte, di non agire?
Il mondo come RAPPRESENTAZIONE
Come rappresentazione il mondo è in insieme di oggetti ed esseri viventi, con le loro proprietà, oggetto delle nostre percezioni.
E' una realtà rassicurante, dove le varie leggi scientifiche e i principi razionali ci danno le spiegazioni di ciò che ci appare come un problema.
Cercherò di spiegare meglio questo concetto con alcuni paragoni
Paragone con gli Idealisti
Come per gli Idealistiin questa concezione non c’è oggetto conosciuto se non c’è soggetto conoscente
Contro gli IdealistiIl soggetto non crea l’oggetto ma lo organizza (trasforma il flusso delle sensazioni in universo ordinato)
Paragone con Kant
Per Kant: le categorie della sensibilità (spazio e tempo) e dell’intelletto (categorie vere e proprie), è come se fossero prodotte dallo spirito, trascendentali.
Invece per Schopenhauer: spazio, tempo e causalità hanno origine fisiologica, dipendono dalla costituzione umana e dal funzionamento del cervello umano
Ma quali sono le scienze che, secondo Schopenhauer ci rappresentano questo mondo?
La Matematica(scienza che ci permette di rappresentare il tempo),
La Geometria(che ci aiuta a rappresentare lo spazio)
Le Scienze naturali(spazio, tempo e causalità).
Studiano il mondo in modo eziologico, ricercando le cause del mutamento ma si arrestano di fronte alle forze (alla Volontà…)
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Il mondo come VOLONTA'
Ma se ci avventuriamo nell'osservazione delle vere cause di ciò che succede nel mondo possiamo rappresentare il mondo stesso come se fosse fatto di impulsi, di volontà
L’intuizione (che trasforma le sensazioni in pensieri) non dipende solo dalle nostre categorie o da spazio e tempo, come dice Kant, (semmai è il contrario).
Pensa all'intuizione che ciascuno di noi ha del suo corpo.
L’uomo è anche desideri, non soltanto razionalità.
Non solo res cogitans ma anche res extensa.
La res cogitans interpreta, descrive, comprende la realtà
è la nostra razionalità
la res extensa ci dà gli impulsi irrazionali, i sentimenti, le voglie
è la realtà
Il corpo può essere visto in due modi diversi:
in superficie è fenomeno (razionale, pensieri, parti che si muovono in basi a leggi fisiche o logiche),
in profondità è noumeno (irrazionale, impulsi che ci spingono a fare una cosa piuttosto che un'altra).
Anche il resto del mondo in superficie è fenomeno ma in profondità è noumeno
Il fenomeno è il modo in cui ci rappresentiamo le cose, è fatto di spiegazioni razionali
il noumeno. la realtà è fatta d'impulsi irrazionali
La filosofia inizia dove le scienze (razionali), che studiano i fenomeni finiscono e ci fa cogliere il noumeno, il mondo inteso come volontà, ciò che c'é dietro il velo di Maia
Il mondo come VOLONTA’ - paragone
Ora vediamo di capire (o, meglio, d'intuire perché non si tratta di qualcosa di razionale e comprensibile) cos'é la a volontà (noumeno) paragonando questo pensiero con quello di altri autori
Schopenhauer: volontà è mirare ad un fine di cui si è coscienti ma anche istinto. Wille zum leben (volontà di vivere). La volontà non è per niente generosa o rassicurante, è una specie di abisso di desideri, spesso inconfessabili, che devono realizzarsi a qualsiasi costo.
Tutto ciò che esiste è permeato di volontà. La volontà è violenza, avidità insaziabile, fonte di terrore e dolore.
Freud: la libido è una forza, un oscuro impulso che agisce al di fuori della ragione e della morale e influisce sul nostro comportamento. Se ne rintracciano gli effetti analizzando i comportamenti involontari (sogni, lapsus e tic)
Goethe: la volontà (quella dell'eroe, o dell'anima bella che fanno rispettivamente sempre la grande impresa o la cosa giusta...) è tensione positiva e consapevole verso il miglioramento di sé
Per saperne di più > volontà
Un mondo di lotta sopraffazione, miseria e dolore
La volontà descritta da Schopenhauer è energia assoluta, inconscia, semplice ed unitaria.
Non appartiene solo all'uomo, nel mondo ci sono diversi gradi di volontà, rappresentativi di tutto ciò che ci circonda e tutti implacabilmente avidi:
inorganico anche le cose sono sospinte dalla forza della volontà (p. es. la forza di gravità spinge gli oggetti a raggiungere una certa posizione)
organico Tutto ciò che vive sottostà alla forza della volontà
vegetale
animale
uomo
Ne deriva l'idea che il mondo vero, reale,
non sia l'universo rassicurante e bellissimo della scienza o dell'arte
ma che sia un luogo, un mondo di lotta sopraffazione, miseria e dolore:
“Sollevato il velo ingannatore dei sensi, dietro la rassicurante apparenza razionale del fenomeno appare il volto vero e demoniaco del mondo, il mondo come volontà “
Il mondo come volontà è caratterizzato da esseri in continua e perenne lotta per la sopravvivenza a qualsiasi costo, che di producono vicendevolmente infinite sofferenze e angosce.
Dalla metafisica alla morale
A questo punto possiamo dire che
se consideriamo il mondo come rappresentazione ci rifugiamo in una realtà rassicurante solo in apparenza (non è la realtà)
se lo consideriamo come volontà ne conosciamo l'intima essenza ma ci troviamo a far parte di qualcosa di assolutamente esecrabile con cui non vorremmo essere
Da questa concezione filosofica del mondo si può ricavare una morale?
Se si accettano queste premesse, la tradizionale divisione della filosofia in teoretica e pratica non ha senso:
tradizionalmente la filosofia teoreticastudia il "ti esti", il "che cos'é" del mondo (che per Schopenhauer è rappresentazione, immagine, non realtà)
La filosofia pratica tradizionale, invece studia la volontà e gli imperativi il "che fare" (che per il nostro autore è il mondo reale, la vera realtà, la vera causa).
Schopenhauer utilizza quindi il metodo dell’immanenza
non descrive la morale come dovrebbe essere ma com’è: intelletto e ragione sono subordinati alla volontà (che è qualcosa di assolutamente negativo)
La morale che deriva da queste premesse non tende a formare la volontà ma ad opporvisi (noluntas).
Anche il concetto di libertà cambia: non volontà libera di fare ciò che si deve (Kant o Hegel) ma libertà dalla volontà.
Ricorda un po’ Freud (anche lui parla dell'inconscio, forza irrazionale che spinge il nostro io... lo studieremo in seguito)
L’arte
Ricorda che per qualche tempo il nostro autore ha frequentato il salotto letterario della madre
L'arte è in grado di rappresentare la volontà?
L’uomo normale usa intuizione e sensi per conoscere il fenomeno, il mondo che ci circonda e le sue regole
Il genio (l’artista) intuisce il noumeno, la volontà. Coglie l’oggetto in sé
Di qui una nuova funzione dell’arte: L’arte rivela una almeno momentanea possibilità di sfuggire alla volontà. Nella catarsi estetica l'uomo che fruisce dell'opera d'arte dimentica per qualche tempo la volontà, l'annienta in sé.
Ovviamente le arti per lui sono tali in quanto meglio rappresentano la volontà.
Ti ricordo che siamo in epoca romantica...
Per Schopenhauer le arti non sono tutte egualmente catartiche, egli le classifica secondo questa scaletta
Architettura (materia inorganica),
Tragedia (l’uomo contro il fato)
Musica (la più nobile)
In conclusione l'arte rappresenta una via di fuga dalla volontà ma solo momentanea.
La storia
Schopenhauer polemizza contro ogni forma di storicismo.
non vi è nulla di nuovo sotto il sole. Il destino dell’uomo, nei suoi tratti essenziali, è sempre uguale.
La storia, non è una vera e propria scienza, è solo catalogazione di fatti individuali. L’umanità si trova nel dolore e spera di metterlo a tacere mutando le condizioni o inseguendo un illusorio progresso. La storia cerca di interpretare il passato in modo rassicurante ma non ci riesce
Gli avvenimenti passati dimostrano la costante uniformità e ripetitività della storia, ciò che cambia è solo accidentale e superficiale.
L’unico vero compito della storia è quello di offrire all’uomo la coscienza di sé e del proprio destino.
L'amore
Dietro le cosiddette "meraviglie del creato", si cela la lotta crudele di tutte le cose per l'autoconservazione, fonte ed espressione del dolore universale.
L’individuo è strumento per la specie, fuori della quale non ha valore.
La natura parla all’uomo dell’amore solo per la sopravvivenza della specie
l’unico fine dell’amore è l’accoppiamento, la riproduzione, dunque non vi è amore senza sessualità.
Ecco perché l’amore procreativo viene inconsapevolmente avvertito come "peccato" e "vergogna"
non per motivi religiosi
ma perché esso commette il peggiore dei crimini,
la nascita di altre creature destinate a soffrire!
"due infelicità che si incontrano, due infelicità che si scambiano ed una terza infelicità che si prepara !".
L’unico tipo d’amore valido è la pietà.
Bontà
Anche sulla naturale bontà dell'uomo Schopenhauer è fortemente critico
La regola dei rapporti umani è il conflitto, il tentativo di sopraffazione reciproca, altro che "uomo buono per natura".
"Vi è dunque, nel cuore di ogni uomo, una belva, che attende solo il momento propizio per scatenarsi ed infuriare contro gli altri"
Lo Stato e le leggi servono solo a difenderci dagli istinti aggressivi ed a regolamentarli.
Libertà come liberazione dalla volontà
Abbiamo già visto che il nostro autore parla di libertà come liberazione dalla volontà (oppone alla voluntas la noluntas). Segui questo ragionamento.
L’uomo tende al piacere, il piacere è un bisogno dell’uomo, il bisogno è dolore, la vita oscilla tra dolore e noia. Ci sono due possibilità:
1. Accettare la volontà e fare consapevolmente ciò che prima eravamo spinti (dalla volontà) a fare
Chi sceglie questa strada bandisce il timore della morte considerandolo come un’illusione.
2. Annullare (o lenire l'effetto) della volontà. Ci sono diverse false strade ed una sola autentica (l'ultima dell'elenco):
Lo storicismo (illudersi che la storia segua un disegno razionale e non sia cieco destino) e
L'arte. Come abbiamo già visto tramite la contemplazione della bellezza celata nell’artepossiamo trovare una momentanea sospensione della volontà.
La morale. rende possibile l’amore per l’altro (che per Schopenhauer è compassione, comprensione che la realtà dell'altro è la mia), ma noi percepiamo una "rappresentazione" dell'altro, che non è esattamente l'esistenza, ma ci dà la possibilità di vincere l'egoismo.
Il suicidio. L'annullamento della volontà di vivere può essere raggiunta anche con il suicidio, ma Schopenhauer è contrario al suicidio per questi motivi:
il suicidio, parte dall'annullamento della volontà ma dall’insoddisfazione;
l'annullamento di una singola volontà non intacca la volontà in sé.
il suicidio fa il gioco della volontà che è desiderio di distruzione
Rinunciare alla vita (con l’ascetismo).La via dell’ascesi passa attraverso la compassione (v. sopra) che ci fa respingere l’egoismo. Vi sono diversi gradi nell’ascesi:
castità,
povertà volontaria,
autoabnegazione,
sacrificio eroico di sé.
L’ascesi
non è annullamento nichilistico dell’uomo
è la volontà che, sopprimendo se stessa, provoca un antagonismo del fenomeno con se stesso e porta alla santità.
La “noluntas” (termine negativo) è volontà liberata, non più cieca. Questo concetto deve molto alla filosofia orientale e al buddhismo: l'annullamento della volonta è simile al Nirvana, il "non bruciar più" nel fuoco della volontà, il distacco dal ciclo della vita
Per approfondire >
S. e Leopardi | noluntasIronia
Per quanto ti possa sembrare strano il nostro autore ha scritto alcune tra le più belle e interessanti pagine sul comico e sull'ironia.
Ecco la sua teoria del ridicolo:
"Il riso proviene sempre da un’incongruenza subitamente constatata fra un concetto e l’oggetto reale cui quel concetto, in un modo o nell’altro, ci fa pensare; e non è appunto se non l’espressione di questa incongruenza"
Per approfondire prova a dare un'occhiata > qui