La cultura nel Medioevo

Inizio e fine del Medioevo 

Il Medioevo è il periodo intermedio tra la romanità e l'evo moderno

Quasi tutti gli storici europei concordano sulla data d'inizio

  • nel 476

fine dell'Impero Romano d'Occidente.

Sulla conclusione le date sono diverse, in relazione alla nascita delle varie monarchie nazionali ed al Rinascimento

  • 1453, caduta di Costantinopoli in mano ai Turchi

    • o fine della Guerra dei Cent'Anni tra Inghilterra e Francia,

  • 1492, scoperta delle Americhe da parte di Cristoforo Colombo,

    • e fine del periodo islamico in Spagna

  • 1517, Riforma protestante.


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Periodizzazione

Una suddivisione comunemente utilizzata del medioevo è tra:

"Alto Medioevo" (da qualcuno detti "secoli bui"), che va dal V al X secolo

  • caratterizzato da

    • condizioni economiche disagiate

    • e da continue invasioni da parte di Slavi, Arabi, Vichinghi, Ungari...

"Basso Medioevo", fino all'inizio dell'Evo moderno

  • periodo intermedio,

    • con forme di governo basate su signorie e vassallaggio,

    • con costruzione di castelli e la rinascita delle città;

    • poi un crescente potere reale e la rinascita di interessi commerciali, specie dopo la peste del XIV secolo.

Qualcosa di medievale sopravvive ancor oggi...


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Evoluzione della società medievale

Dopo il crollo dell'Impero Romano d'Occidente,

  •  

    prima fase: lotta tra popolazioni del nord e dell'est europeo per la ricostruzione a livello locale dell'organizzazione amministrativa, militare, economica e giuridica;

  •  

    seconda fase: accentramento dei poteri a livello nazionale.

La struttura feudale (vassalli, valvassori e valvassini)

  • da un lato permetteva una certa stabilità grazie all'organizzazione continentale del sistema,

  • dall'altro, tuttavia, rimanevano forti autonomie realtà locali

Il signore medievale aveva una vita piuttosto intensa

  •  

    sveglia all'alba e giro dello stato per conoscere la situazone

  •  

    al ritorno ricevimento richieste e petizioni (il sovrano esercitava direttamente la magistratura)

  •  

    poi le cacce ed i tornei, le feste, i pranzi e i balli

  •  

    da maggio la guerra: il sovrano lasciava il castello alle cure della consorte

Il ruolo del sovrano è, comunque quello di custode delle leggi, di conservazione.

Trivio e quadrivio

Arti del Trivio (elementi "formali", ovvero "strutturali" della cultura)

  • Grammatica (forme e strutture della lingua)

  • Dialettica o Logica (forme e strutture del ragionare)

  • Retorica (forme e strutture dell'eloquenza)

Arti del Quadrivio (elementi "materiali", ovvero "contenutistici" della cultura)

  • Aritmetica (studio del mondo della "quantità discreta")

  • Geometria (studio del mondo della "quantità continua")

  • Astronomia (studio dei fenomeni del mondo celeste)

  • Musica (studio di ritmi e armonie che esprimono il mondo interiore dell'uomo)


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Le "radici cristiane" 

Una realtà in grado di dare uniformità al panorama europeo fu la comune radice religiosa basata sul cristianesimo, ereditata dall'ultimo periodo romano e proseguita fino al IX secolo con la separazione della Chiesa ortodossa dalla Chiesa cattolica nel 1054.

  • Abbiamo già parlato dell'iconoclastia, ricordi?

    • Questa radice comune portò

      • da una lato ad una commistione tra potere temporale e religioso

        • che ebbe nella Riforma protestante l'espressione di dissenso più acuto,

      • ma dall'altra permise di mantenere un'identità culturale a livello continentale che permise dei momenti di coesione,

        • come nel caso delle crociate...

Fede e ragione  

Il Cristianesimo ha subito posto il problema dei rapporti

  • con la cultura umana in genere

    • e quella pagana in particolare, 

rivendicando una propria specificità che lo rende "irriducibile"

  • tanto alla speculazione dei Greci,

  • quanto alla Rivelazione degli Ebrei.

A questo punto, però, si trattava di mediare tra due esigenze apparentemente inconciliabili

  • quella della fede,

    • che dà certezze

  • e quella di una ricerca scientifica autonoma,

    •   che parte da stupore o meraviglia

      • che potrebbero essere scambiate con l'incredulità (contrario della fede...)

In pratica il credente per essere anche filosofo cristiano (e non filosofo pagano o ebreo o mussulmano...) dovrebbe affidarsi alla ragione e smettere di credere.

  • Quale valore potrebbe avere una verità raggiunta in questo modo?

  • Non sarà in contrasto con la rivelazione?

Dispute

Paradossalmente in questo periodo c'erano anche spazi di libertà che permettevano lo sviluppo di studi e ricerche.
Le attività principali nelle università erano tre

  1. lectio (lettura. il lettore procedeva alla lettura del testo)

  2. commentatio (commento, il magister spiegava ai discenti come andava interpretata la lettura)

  3. disputatio (discussione).

C'erano due tipi di dispute

  1. disputationes ordinariae, su argomenti obbligati, di solito legate alle lezioni

    • la discussione seguiva regole molto strette

      • a volte la discussione era tenuta da un assistente

      • a volte il magister chiedeva tempo per documentarsi

    • non era consentito di far vincere la tesi sbagliata o eretica

  1. disputationes quodlibetales o de quodlibet su argomenti liberi

    • i maestri non potevano proporre l'argomento della discussione e dovevano lasciare che la scelta fosse fatta da uno dei presenti alla disputa ...

    • si trattava di vere competizioni dove il vincitore non era conosciuto fin da prima del dibattito.

I medievali si appassionavano moltissimo a queste dispute; alcune di queste discussioni continuarono per secoli, le più famose, ancor oggi fonte di discussione e di argomenti sono

  • la disputa sugli universali -

  • e quella tra dialettici e antidialettici

Le dispute, organizzate in modi via via più complessi erano vere e proprie palestre di ragionamento in cui ogni cosa veniva discussa ed analizzata fino alle conseguenze più lontane.
In un mondo in cui l'iniziativa e la voglia di scoprire erano demonizzate, le dispute rappresentavano un inedito spazio di libertà intellettuale.


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Commentari 

I magistri non potevano scrivere testi e trattati perché tutto ciò che Dio aveva concesso di sapere all'uomo era già scritto

  • la bibbia e i libri sacri
     

  • e alcuni altri testi antichi approvati dalla chiesa

  • vigeva il principio di auctoritas

ma potevano comporre i commentari, raccolte di commenti e note per aiutare gli allievi a comprendere nel modo giusto i testi delle auctoritates.
Alcuni commentari erano veri e propri trattati scientifici


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Disputa sugli universali

Gli universali sono, secondo Aristotele (e Porfirio, che ne parla commentando il testo del suo maestro Plotino), quei concetti che possono essere riferiti a più realtà sensibili: ad esempio "umanità" indica diversi uomini.

Porfirio in un passo della "Isagoge (introduzione) alle Categorie di Aristotele", pone il problema

  • se gli universali siano enti che esistono di per sé 

  • oppure soltanto elaborazioni dell’intelletto.

Per i filosofi realisti

  • gli universali esistono al pari, se non più, degli elementi materiali.

    • Il soggetto li conosce a partire dalla molteplicità del reale

      • ma, siccome possono connettere l’uomo al mondo divino

      • devono costituire l’unico e più valido oggetto della ricerca razionale,

      • al posto della stessa realtà sensibile

  • La vera ricerca intellettuale consiste nel rintracciare nella natura gli elementi del piano ultraterreno, sede dell’unica verità.

Per i filosofi nominalisti 

  • li universali non sono oggetti veri e propri della conoscenza, ma segni, parole, mediante i quali il soggetto rielabora la conoscenza fornita dall’esperienza.

  • assumono significato soltanto se rapportati alla mente umana e costantemente suffragati dalla natura.

  • si tratta di scoprire le leggi e le cause della natura esclusivamente all’interno della natura stessa,

    • lasciando alla fede il solo dominio delle verità religiose

    • e separando la ragione dalla ricerca intorno a tali verità.

Ante, in o post? 

Si discuteva anche se gli universali fossero

  • Ante rem, "prima" delle cose

    • come le idee platoniche, che hanno un'esistenza separata

  • in re, "nelle" cose

    • come le forme aristoteliche, che sussistono come forme di una determinata materia

  • o post rem "dopo" le cose

    • come prodotti dell'attività dell'intelletto, e quindi "nomi" creati dal linguaggio umano per "significare" le esperienze.

Le scuole, il maestro, le autorità 

Dei personaggi parleremo nella prossima lezione.
Qui mi limito a darti qualche definizione

Scholae palatine: scuole di palazzo Carlo Magno istituì una scuola nel suo palazzo e dopo di lui altri monarchi fecero la stessa cosa...

Università: associazioni di studenti che assumevano dei magistri e si facevano insegnare le cose (ben presto la Chiesa e gli altri poteri ne assunsero la "protezione")

Monasteri: va loro riconosciuta un'importantissima funzione di conservazione dei libri e quindi della cultura
 
Scolastici: resero compatibili cultura e fede

Mistici percorsero vie misteriose per raggiungere le loro verità.

Eruditi il loro merito è di aver conservato nelle proprie opere una specie di riassunto ("summa") delle nozioni della cultura classica nella generale ignoranza del loro tempo. Opere piuttosto misere e prive di idee ma fedeli segni del loro tempo...

Filosofi medievali

 

Filosofi cristiani

Come abbiamo già visto, per i medievali uno dei più appassionanti problemi filosofici era costituito dal rapporto tra fede e ragione.

In questa tabella sono raccolti alcuni filosofi medievali, qualche loro intuizione significativa o curiosa e il contributo relativo al problema fede/ragione.

Autore/periodo

Intuizioni

fede/ragione

Clemente Alessandrino
(150-217) Stoico?

ritratto

C'é un unico Logos inteso come triplice principio:

  • Principio creatore del mondo (Sapienza e Potenza del Padre),

  • Principio di sapienza umana (Spirito ha ispirato profeti e filosofi),

  • Principio di salvezza (Verbo incarnato)

Alla falsa gnosi degli eretici bisogna opporre un'autentica "gnosi cristiana",

  • mettendo al servizio della fede il tesoro di verità che si cela nei diversi sistemi filosofici:

la fede è il criterio della scienza che le offre un aiuto "ancillare"

Quinto Settimio Fiorente Tertulliano
(160-240)

ritratto
 

Di formazione giuridica.

Si convertì al cristianesimo, che difese con la parola e con gli scritti,
Poi aderì all'eresia montanista ed entrò in polemica col cristianesimo

Contro la filosofia classica
Si è cristiani per la sola fede,
"Atene e Gerusalemme non hanno nulla in comune".
Credo quia absurdum.

Agostino d'Ippona
(354-430)
sostanzialmente neoplatonico?

ritratto

Il vero mistero da sondare è quello dell'uomo e di Dio : «Deum et animam scire cupio, nihil aliud, nihil plus»
L'uomo conosce la verità per "illuminazione",

  • non in senso psicologistico,

  • ma nel senso di una connaturale partecipazione all'incommutabile Verità divina.

trovando nell'"uomo interiore" l'immagine di Dio e della Trinità.

«Nisi credideritis, non intelligetis» (Per capire bisogna prima credere)

la fede è compimento e fondamento della ricerca razionale:

  • compimento rispetto alle aspirazioni puramente umane

  • e fondamento di ulteriori riflessioni volte a penetrarla sempre più profondamente.

Se un non credente insiste nel suo errore possiamo convincerlo con la forza?

Giovanni Scoto Eriugena
(810-880)

ritratto

Il mondo è una manifestazione di Dio (Teofania), che si palesa nelle "4 nature"

  • Dio, natura che non è creata e crea;

  • il Logos, natura che è creata e crea;

  • il mondo, natura che è creata e non crea;

  • Dio come fine ultimo, natura che non è creata e non crea).

L'uomo è immagine della Trinità.

L'accordo tra fede e ragione è presupposto più che argomentato
La fede è guida e direzione della ricerca di cui costituisce il punto d'arrivo;
Ragione e autorità non sono in contrasto «nessuna autorità ti distolga da quelle cose che sono insegnate dalla retta ragione.

La vera autorità infatti non si oppone alla retta ragione, né questa alla vera autorità, perché entrambe derivano da un'unica fonte, cioè la sapienza divina».

Pier Damiani (1007-1072) Antidialettico

ritratto

Eremita, poi cardinale di Aosta si occupò di ascesi monastica e questioni ecclesiastiche. Si schierò contro i dialettici.
 

La divina onnipotenza prevale anche sulle leggi della natura

  • che funzionano finché Dio lo vuole,
    e addirittura sugli eventi passati;

la fede prevale sulla dialettica e l'auctoritas è ben al di sopra della ragione.

Anselmo d'Aosta (1033-1109)

rotratto

Guardate a cosa doveva ridursi uno studioso per poter studiare in pace! Famoso tentativo di dimostrare razionalmente l'esistenza di Dio
Prova ontologica
"Uno stolto afferma che ciò che è maggiore di qualsiasi cosa (Dio) non esiste.
Ma ciò che non esiste è minore di qualsiasi cosa... Quindi non è Dio..."

Credo ut intelligam,
chiarire con la ragione ciò che si possiede con la fede
«Io non tento, Signore, di sprofondarmi nei tuoi misteri perché la mia intelligenza non è adeguata, ma desidero capire un poco della tua verità che il mio cuore già crede e ama. Io non cerco di comprenderti per credere, ma credo per poterti comprendere».

Pietro Abelardo

(1079-1142)

ritratto

Leggi anche la sua biografia, e la sua storia d'amore con Eloisa, ne vale la pena.

La ricerca sottopone ogni affermazione a un vaglio critico mediante la dialettica
instrumentum disserendi ac disputandi;

La ricerca razionale e la dialettica hanno un loro valore autonomo, a prescindere dall'eventuale uso che se ne potrebbe fare in campo teologico.

Gli universali sono "discorsi mentali" astratti dalle cose e indicano lo status comune di una pluralità di oggetti.
 

Intelligo ut credam. Ma attenzione,

  • l'intelligere è opera congiunta di ragione e fede

  • Il comprehendere è solo dono di Dio.

La ragione

  • non giudica le verità della fede,

  • ma solo il nostro modo di intenderle

    • che può essere mutevole

    • e non giunge mai a certezze definitive.

Scegline almeno uno e clicca sul suo nome per saperne di più.

Filosofi ebrei e mussulmani 

Nel Medioevo si diffusero in Europa anche gli scritti di alcuni filosofi non cristiani.

avicenna.jpgEcco, molto schematicamente, alcuni di lororitratto

I contributi della cultura islamica al pensiero occidentale sono numerosi ed importantissimi: basti pensare che ancor oggi contiamo coi numeri arabi e che la parola "algoritmo" è il nome di uno studioso mussulmano: Al Kuwaritzmi...

Averroé >, noto presso i latini soprattutto come commentatore di Aristotele. Dante nell' Inferno (IV, 144) lo definisce come colui "che 'l gran comento feo".

< Avicenna, sapiente per eccellenza, medico di corte. Scrisse il celebre "Libro della guarigione", grande enciclopedia che tratta delle scienze e della filosofia, mezzi per guarire l'anima dall'ignoranza. L'opera fu tradotta quasi completamente in latino. Particolarmente discussa e commentata la parte "Sull' anima".


Anche tra gli ebrei si annoverano dei famosi saggi che influirono sul pensiero occidentale...
maimonide.jpgMaimonide, filosofo ebreo che influì su Alberto Magno e Tommaso d’Aquino. Nato in al-Andalus, a Cordoba. La sua "Guida dei perplessi", è destinata a un allievo prediletto, uno uno di quelli "che girano intorno alla dimora del sovrano e cercano l' ingresso"; un perplesso, lontano da una fede cieca nella rivelazione, ma anche dall'esclusivo affidamento alla ragione.

Un'importante forma di mistica ebraica, la Cabala, è un sistema teosofico influenzato da neoplatonismo e gnosticismo che, con un linguaggio simbolico, tenta di spiegare le connessioni occulte tra il mondo divino e il creato.


?! Specialmente nel periodo umanistico si diffusero in Europa anche scritti esoterici, piuttosto misteriosi, attribuiti a un personaggio immaginario: Ermete Trismegisto.

  • Io, che sono uno "scettico notorio", credo che sia stata una sorta di patacca rifilata, a peso d'oro, a Cosimo dei Medici da qualche abile commerciante arabo in possesso di frammenti incomprensibili di opere antiche...


Per saperne di più > islamici ed ebrei

Soprannomi

In questa tabella troverai i nomi e i soprannomi di alcuni filosofi medievali. Nella terza colonna ci sono alcune parole - chiave che quand'ero studente imparavo a memoria per ricordarne la filosofia

Nome

doctor...

Parole - chiave

BONAVENTURA

SERAPHICUS

MISTICO | REALISMO ESTREMO

TOMMASO D'AQUINO

ANGELICUS

SAPERE E CONOSCERE | ARISTOTELE | TOMISMO | ANTE REM, POST REM e IN RE | MATERIA SIGNATA

ROSCELLINO

COMMUNIS

NOMINALISTAESTREMO | FLATUS VOCIS | VOCES

ABELARDO

PALATINUS

CONCETTUALISMO | SERMONES | SIC et NON | Eloisa

RAIMONDO LULLO

ILLUMINATUS

ARS COMBINATORIA

RUGGERO BACONE

MIRABILIS

IDOLA

DUNS SCOTO

SUBTILIS

ECCEITA' | VOLONTARISMO | INDIVIDUALISMO | SCOTISMO

GUGLIELMO D'OCCAM

INVINCIBILIS

RASOIO | TERMINI | SUPPOSITIO | ESPERIENZA | OCCAMISMO

Scegline almeno uno e cerca di capire il significato delle parole - chiave studiandolo sul libro di testo o cliccando sul link.

DIALETTICI E ANTIDIALETTICI

Questa fu una delle più famose dispute medievali

  • i dialettici sostenevano la possibilità per la ragione di indagare e di pronunciarsi anche su argomenti di interesse teologico

  • gli antidialettici negavano la possibilità della ragione di pronunciarsi su argomenti di fede

Esempi

  • per Scoto Eriugena la religione deve cedere il passo alla scienza

  •  BERENGARIO DI TOURS (998-1088) sosteneva l'impossibilità che pane e del vino si trasformassero in corpo e sangue di Cristo rifacendosi ai concetti aristotelici di sostanza e accidente

  • per LANFRANCO DI PAVIA (1010-1089) la ragione era subordinata alla fede.

  • PIER DAMIANI (1007-1072), sosteneva la supremazia della fede sulla ragione e svalutava la dialettica e la cultura profana.


Scegli almeno un esempio e dà uno sguardo al libro o al link..

Un confronto

Dà un'occhiata a questa tabella.

Le ragioni dei dialettici

Le ragioni degli antidialettici

La logica è criterio di verità

Fede e logica non possono essere in contraddizione

Solo la fede ti porta alla verità, la logica è un giochetto

La logica e la dialettica portano alla presunzione

Dio è un ente razionale

Dio essendo onnipotente fa quello che gli pare, anche contro la logica

Il sapere aiuta ad aver fede

Il sapere, le scienze possono crescere

Tutto ciò che si può sapere è scritto nella rivelazione (bibbia + auctoritates)

Se Dio sa tutto la materia prima di esistere è pensata (signata) da Dio, quindi i corpi non sono peccato, non essere ma materia signata e possono essere studiati

La materia è non essere, peccato, studiarla è sacrilego perché le attribuisce la caratteristica divina dell’essere.

Per approfondire > grandi temi | dialettici

DISPUTA SUGLI UNIVERSALI

NB Questa pagina è uguale a quella studiata nella lezione precedente, l'ho inserita nel caso ti fosse sfuggito qalcosa...
Se vuoi puoi saltare direttamente alla prossima pagina


Gli universali sono, secondo Aristotele (e Porfirio, che ne parla commentando il testo del suo maestro Plotino), quei concetti che possono essere riferiti a più realtà sensibili: ad esempio "umanità" indica diversi uomini.

Porfirio in un passo della "Isagoge (introduzione) alle Categorie di Aristotele", pone il problema

  • se gli universali siano enti che esistono di per sé 

  • oppure soltanto elaborazioni dell’intelletto.

Per i filosofi realisti

  • gli universali esistono al pari, se non più, degli elementi materiali.

    • Il soggetto li conosce a partire dalla molteplicità del reale

      • ma, siccome possono connettere l’uomo al mondo divino

      • devono costituire l’unico e più valido oggetto della ricerca razionale,

      • al posto della stessa realtà sensibile

  • La vera ricerca intellettuale consiste nel rintracciare nella natura gli elementi del piano ultraterreno, sede dell’unica verità.

Per i filosofi nominalisti 

  • li universali non sono oggetti veri e propri della conoscenza, ma segni, parole, mediante i quali il soggetto rielabora la conoscenza fornita dall’esperienza.

  • assumono significato soltanto se rapportati alla mente umana e costantemente suffragati dalla natura.

  • si tratta di scoprire le leggi e le cause della natura esclusivamente all’interno della natura stessa,

    • lasciando alla fede il solo dominio delle verità religiose

    • e separando la ragione dalla ricerca intorno a tali verità.


Si discuteva anche se gli universali fossero

  • Ante rem, "prima" delle cose

    • come le idee platoniche, che hanno un'esistenza separata

  • in re, "nelle" cose

    • come le forme aristoteliche, che sussistono come forme di una determinata materia

  • o post rem "dopo" le cose

    • come prodotti dell'attività dell'intelletto, e quindi "nomi" creati dal linguaggio umano per "significare" le esperienze.

Schema 

Ecco le quattro principali risposte dei filosofi medievali al problema degli universali:

concezioni

autori

gli universali sono...

nominalismo

(Non sono che nomi)

estremo

Roscellino

post rem (Gli universali sono voces, flatus voci, suoni)

moderato (concettualismo)

ABELARDO

post rem (Gli universali sono sermones, suoni che hanno una loro concretezza, senza i concetti il mondo non sarebbe comprensibile)

realismo

(hanno una realtà come le idee di Platone)

moderato

Tommaso

in re (concetti reali)
[post rem cum fundamento in re]

estremo

Guglielmo di Champeaux

ante rem (realtà extramentali a sé)


Per saperne di più > Universali | schema | brano antologico