ritratto di KierkegaardSoren Kierkegaard (1813 - 1855)

di P. Mussa

PAROLE CHIAVE: Singolo Pseudonimi Vita estetica Vita etica Peccato, angoscia e disperazione Il paradosso della fede

VITA  :

Soeren Kierkegaard Nacque a Copenhagen il 5 maggio 1813.

Il padre, Michael, commerciante, è perennemente roso dal rimorso per un peccato commesso da fanciullo (povero pastorello, solo nella pianura dello Jutland, avrebbe maledetto Dio per avergli dato tanta sofferenza). Il rimorso crebbe quando, morta la prima moglie, sedusse la governante, sposata molto tempo dopo. Nemmeno il benessere e una certa ricchezza contribuirono a migliorare il suo umore: li considerò un brutto segno (secondo la setta religiosa cui apparteneva la ricchezza era segno di lontananza da Dio)

Da lei ha Soeren, “figlio della vecchiaia” (il padre aveva 56 anni e la madre 44).

Soeren frequenta gli studi liceali con grande cura. Per compiacere al padre, che esercita su di lui un influsso “potente durevole”, s'iscrive alla facoltà di teologia ma la materia non gl'interessa. Preferisce la filosofia, la poesia e la politica. Studia Hegel ma dice che più che l’idealismo gli interessa l’esistenza. Diventa presidente dell'Associazione studentesca contro il conservatorismo. Incomincia una fase nuova: recita la parte del play boy, del figlio di papà che sperpera denari.  Perde la fede e rompe col padre.

1834 – 40 Paragona nel suo diario i cristiani a dei castrati e i pagani a degli stalloni.(Il cristianesimo autentico è un’altra cosa rispetto a quello dei suoi tempi...).

Ad un certo momento avviene il "grande terremoto": scopre il peccato del padre e fa propria la credenza del padre nella maledizione divina che colpisce la sua casa. Ritorna alla fede e si riconcilia col padre. 

Ma nemmeno sul letto di morte il padre ha pietà di lui e gli confida un terribile segreto (L'amore ancillare di cui lui è frutto?). Kierkegaard ne rimarrà scosso per il resto della sua vita.

1840 – 41 Terminati gli studi si fidanza con Regine Olsen, una diciassettenne, tutta gioia di vivere. E' un periodo di grande serenità interiore. Presto, però, l'incanto si spezza: Soeren, tormentato dalle sue problematiche religiose, (la “malattia mortale”, la “spina nella carne” la malinconia), si rende conto di non poter rendere felice Regina (i maligni dicono forse anche per impotenza sessuale...) e rompe con lei. Regina sposerà Federico Schlegel

Kierkegaard coltiverà sempre la speranza che Dio gli restituisca Regina "come Dio ha restituito Isacco ad Abramo".

Si dedica all’attività letteraria ed alla ricerca dell’autentico cristianesimo. Si laurea in teologia nel 1840 con la tesi "Il concetto di ironia".

Un giornale satirico, il “Corsaro”, lo prende di mira. Viaggi all’estero.

Nel '41-42 si reca a Berlino dove approfondisce i suoi studi di filosofia tuffandosi nella lettura di kant, di Fichte e di Hegel e dove frequenta le lezioni del vecchio Schelling (grande nemico di Hegel). Rientrato a Copenhagen, grazie all'eredità lasciatagli dal padre, si dedica completamente alla riflessione e alla composizione dei suoi libri.

Trascorre una vita tranquilla fino a quando il giornale satirico "Il Corsaro" lo attacca mettendo in dubbio la sincerità del suo cristianesimo e lo prende in giro per la sua bruttezza.

Soeren si sente profondamente ferito e risponde sulla rivista "Il Momento" sferrando un vero e proprio attacco alla Chiesa danese, al suo cristianesimo accomodante e compromissorio.

1843 – 55 Muore il vescovo (Mynster). Il suo successore lo definisce “testimonio della volontà”. Polemicamente Kierkegaard contrappone il cristianesimo di chi è disposto a compiere il “salto” a quello che accetta i compromessi del potere. “è la pappatoria che governa il mondo". 

L'attacco di Kierkegaard ha una risonanza nazionale e divide i danesi in due fronti contrapposti. Kierkegaard si trova al centro dell'attenzione.

Il 2 ottobre 1855 è vittima di un collasso.

Muore l'11 novembre in ospedaleinneggiando a Dio che gli ha infisso “la spina nella carne” e rifiutando il viatico dal pastore protestante.


Opere

Kierkegaard sosteneva l’unicità e l’incomunicabilità dell’esistenza, conseguentemente comunicare le esperienze non ha molto senso.

Tentò di aggirare questo ostacolo insormontabile utilizzando gli pseudonimi: a seconda del tipo di opera e del momento in cui la scrisse e delle finalità l'autore si immedesimava in personaggi più o meno lontani dalla sua personalità e così si firmava Iohannes de Silentio oppure Climacus o Anticlimacus calandosi in pseudo autori che meglio di lui avrebbero potuto esprimere le cose raccontate nel testo. (Anche a me sembra piuttosto strano...)

Divideremo le sue opere in tre gruppi:

 


E' abbastanza facile trovare i suoi testi, che non sono molto difficili e possono piacere ai ragazzi della vostra età.

Il libro è ricco di letture abbastanza facili e ben commentate.

Se vuoi puoi anche dare uno sguardo  a questa curiosità: una sua recensione del Don Giovanni di Mozart > qui


Il singolo e l'esistenza

Abbiamo già detto che per il nostro autore l'esistenza è del singolo ed è irripetibile e incomunicabile.

In questo Kierkegaard è oppositore dell'hegelismo, che considera astratti i singoli, che traggono significato solo dai gruppi, dalle relatà di cui fanno parte.

Per lui esistono due tipi di pensiero: 

La filosofia perde il suo valore gnoseologico e si configura essenzialmente come etica del comportamento umano, che mira a cogliere ciò che vi è di più profondo, al di sotto delle sovrastrutture create dalla società…


Stadio etico e stadio estetico

in “Aut - aut” Kierkegaard confronta due 'stili' di vita che lui definisce estetico e etico. Sono come due tappe della vita, due scelte di vita, due tappe della nostra esistenza (entrambe illusorie) che ciascuno di noi può fare.

Lo stadio estetico (Don Giovanni - l'immediato, il piacere illusorio dei sensi, che è il punto di partenza della vita di ogni uomo)

Usciti dallo stadio estetico possiamo approdare allo stadio etico(Quello del padre di famiglia)


Perché queste due convinzioni sono pericolose per il nostro autore?

Puoi trovare la risposta libro o visitando questo > link


Il terzo stadio è detto stadio religioso.

Come sai dalla vita del nostro autore il suo rapporto con la religione è piuttosto tormentato e difficile. In particolare lui vede la religione come qualcosa di assurdo e angosciante che tuttavia non può non essere scelto. Hai già visto che la religione bonacciona e accomodante, basata sulla distribuzione della "pappatoria" della Danimarca dei suoi tempi è da lui ferocissimamente contestata.

Peccato e pentimento Questa è la via attraverso cui si giunge alla scelta della vita religiosa


Kierkegaard e la storia

Contro lo storicismo hegeliano


Politica


L’esercizio del cristianesimo 

Per saperne di più > leggi questa pagina


Conclusioni

Un personaggio molto complicato, che non accetta compromessi, con un padre terribilmente angosciante che ha influito su di lui fino a fargli fare una vita per niente piacevole...

Un altro allegrone, vero?

A proposito, mi sono dimenticato di parlarti della sua tesi di laurea sull'ironia.

Pazienza, se vuoi puoi saperne di più leggendo > qui