Jean Paul Sartre

di P. Mussa

PAROLE CHIAVE: Esistenzialismo

Essere e nulla

Nausea

Metodo progressivo - regressivo

 

Serie e gruppo

VITA: (1905 - 1980)

INFANZIA E FORMAZIONE

(1905 – 1927)     Nato a Parigi. Orfano del padre in tenera età. Vive con mamma e nonni a La Rochelle fino al 1911, anno in cui si trasferiscono a Parigi. “Un vecchio (protestante) e due donne (cattoliche) ”, e un giovane ateo che ha difficoltà a fare esperienze formative e che scopre la sua bruttezza. Nel 1916 la madre si risposa e ritornano a La Rochelle, dove frequenta il liceo. Il giovane Sartre è inquieto, religiosamente laico, fugge il mondo reale e si rifugia nell’arte, nella cultura. Tra il 1924 e il 27 École Normale: filosofia e psicologia. Studia con Merleau - Ponty e Simone de Beauvoir, che sarà la compagna di tutta la sua vita. Il positivismo ancora dominante non soddisfa. Gli autori che piacciono ai giovani intellettuali sono Kafka, Joyce, Dostoevskij o Kierkegaard, Nietzsche. Anche le nuove interpretazioni del pensiero di Hegel, “coscienza infelice”, “servo e padrone”, (da cui emerge un Hegel sensibile verso i temi esistenziali, per gli aspetti contraddittori e drammatici della vita)

PSICOLOGIA E FENOMENOLOGIA

(1927)Studi di psicologia, traduce in francese un trattato di Jaspers “per svecchiare la psicologia francese. Dopo due anni di docenza al liceo di Le Havre, si reca a Berlino come borsista a studiare a fondo Husserl ed Heidegger ed impadronirsi del metodo fenomenologico. Analizza la coscienza ed il rapporto tra l’immaginazione ed il mondo reale. In questo periodo c’è disinteresse per la politica. Quest’analisi porterà al romanzo “La nausea” e alla raccolta di novelle “Il muro”. Sul problema del senso dell’esistenza.

ESISTENZALISMO NEGATIVO L’opera più significativa di questo periodo è “L’essere e il nulla” dove confluiscono le due tematiche caratteristiche degli anni trenta: assoluta libertà della coscienza (analisi dell’immaginazione) e assurdità dell’esistenza. L’essere per sé, la coscienza, è libertà ma l’essere in sé, il dato, è immutabile. L’uomo, per sfuggire alla condanna alla libertà cerca rifugio nella malafede, di assomigliare alle cose. Ogni scelta è uno scacco. I rapporti umani sono senza sbocco. Nel dramma “A porte chiuse”, del 44, questo concetto è espresso con: “L’inferno sono gli altri”

ESISTENZIALISMO UMANISTICO Il disinteresse per la politica gradualmente viene meno.

In guerra, Sartre combatte dapprima sul fronte alsaziano, sperimenta, poi, la prigionia nello Stalag XII presso Treviri (1940 – 41) durante la prigionia scrive un dramma “Bariona”, per i compagni di prigionia, in cui il racconto cristiano si salda all’invito alla resistenza. Uscito dal lager partecipa attivamente alla resistenza.

Al termine della guerra mondiale i temi negativi della sua filosofia cominciavano a piacere, specialmente ai giovani, anche per le scomuniche e gli anatemi che arrivavano sia dalla chiesa sia dal partito comunista. L’esistenzialismo ateo è presentato come una dottrina umanistica, (tema positivo).

Nella celebre conferenza “L’esistenzialismo è un umanismo”, l’autore afferma che il soggetto è l’unico ente nel quale l’esistenza precede l’essenza. L’uomo è condannato alla libertà, la libertà degli altri dipende dalla nostra e viceversa. Sembra quasi esserci, nel sociale, una soluzione al problema del senso dell’esistenza di cui si è parlato sopra.

1945: nasce il periodico “Les temps modernes” (cui collaborano Aron, Merleau – Ponty e Camus) che presto diviene una voce autorevole della sinistra in Europa.

L’ATTIVISMO E LA SCELTA PER IL COMUNISMO   Sartre propone la fondazione di un nuovo partito comunista non schierato né con l’est né con l’ovest. Una “terza forza” di sinistra. Nel saggio “Marxismo e rivoluzione”, in cui rifiuta sia il materialismo dialettico sia il pensiero idealistico borghese e propone una “filosofia della rivoluzione” che non cada nel determinismo e salvaguardi la libertà.

Nel 1948 – 49 fonda un nuovo gruppo politico, marxista ma non classista, il Rassemblement Démocratique révolutionaire, che è sconfitto alle elezioni e sciolto.

Nel 1950 – 53 (guerra fredda) si schiera col PCF e con l’URSS e rompe con Camus e Merleau – Ponty. Gli intellettuali che non si schierano politicamente (est od ovest) sono definiti “topi viscidi” che a furia di cercare le pulci nel partito comunista perdono di vista la fondamentale differenza tra società capitalista e socialista.

IL DISTACCO DALL’URSS E DAL PCF       Nel 1957, dopo le denunce di Kruscev e la repressione in Ungheria, Sartre rimette in discussione la propria posizione politica.

Nel 1964 rifiuta il premio Nobel in segno di critica alle istituzioni della cultura ufficiale

Nel 1968 si schiera contro l’URSS (Cecoslovacchia) e contro l’atteggiamento del PCF verso gli studenti contestatori. Si avvicina all’estrema sinistra ed aiuta i giornali “Liberation” e “La cause du peuple”. Teorizza il metodo “progressivo – regressivo”.

Le sue ultime opere ed interviste (dopo il 1975 la cecità gli impedisce di scrivere), ricostruiscono la storia della sua vita. Muore nel 1980.

OPERE:

LA NAUSEA (Sotto forma di diario) Antoine Roquentin, intellettuale piccolo borghese, vive a Bouville, cittadina provinciale. Egli trascorre le sue giornate in biblioteca, dove svolge ricerche sul signore di Rollebon, un personaggio minore del settecento, e in un caffè, dove ha una relazione con la padrona.

Il diario racconta le prime settimane del 1932, quando Roquentin è assalito da un male oscuro, la nausea. Prima sembra legata agli oggetti, poi s’interiorizza nel corpo fino ad avvolgere il pensiero. (La nausea scaturisce dall’esistenza quando se ne coglie l’assurdità e non si riesce a conferirle un significato)

Alla fine dell’opera Roquentin trova finalmente un modo per dare un significato all’esistenza: entra al ritrovo dei ferrovieri ed ascolta, prima di partire definitivamente per Parigi, un disco di musica jazz che aveva sentito tante volte in solitudine. La nausea sembra far posto ad un nuovo, inaspettato sentimento: la gioia.

IL DIAVOLO E IL BUON DIO (Dramma. Scritto quando Sartre si schiera col PCF e l’URSS) Nessuna scelta può pretendere di realizzare un valore assoluto, visto che l’unico fondamento dei valori è l’uomo stesso

Goetz, crudele capitano di ventura nella Germania sconvolta dalle guerre di religione nel primo cinquecento, sfida Dio e cerca di incarnare la figura del diavolo facendo il male assoluto. Ma fare il male per il male non ha nulla d’originale perché tutti compiono il male. La sua opera, poi, difende l’ordine costituito, gli dice il rivoluzionario Nasty.

Goetz, allora, lancia una nuova sfida: scommette con il prete Heinrich che riuscirà a realizzare il bene assoluto. Edifica “La città del Sole”, dove i contadini sono padroni delle terre e vivono in libertà e benessere. I contadini delle terre limitrofe, visto cosa succede nella città del sole, si ribellano ai loro padroni. Gli abitanti della Città del Sole non amano la violenza e non si schierano. Sono massacrati dai ribelli che li considerano traditori.

Goetz rinuncia al Cielo ed all’Inferno, riconosce la “morte di Dio” e sceglie la terra. S’impegna in un’opera di liberazione collettiva degli uomini concreti che agiscono nella storia.

“Su questa terra il Bene e il male sono inseparabili, accetto dunque d’essere malvagio per diventare buono.

ALTRE OPERE L’essere e il nulla. Critica della ragione dialettica. L’esistenzialismo è un umanismo. La nausea

Saggi su immaginazione, emozioni, trascendenza dell’ego.

Drammi:. La sgualdrina rispettosa, A porte chiuse… (Libertà e impegno politico)

Drammi connessi alla militanza comunista: Le mani sporche e Il diavolo e il buon Dio.

Scritti polemici Riflessioni sulla questione ebraica. (1946) I comunisti e la pace. (Indocina e Corea). Il fantasma di Stalin (Ungheria)

PENSIERO:

SARTRE E HUSSERL         Psicologia: entrambi sono contro i positivisti che riducevano i fatti psichici a fatti fisiologici. Husserl, li riferisce ad una coscienza che “mette il mondo tra parentesi” e Sartre all’esistenza concreta nel suo rapporto col mondo.

Estetica: L’immaginazione crea miti, è condizione necessaria della libertà. La realtà per Husserl si riduce, però, al cogito mentre per Sartre esiste un mondo esterno e l’immaginazione può crearne altri.

Conoscenza: Conoscenza e mondo sono dati nello stesso momento. Pensare è l’essere in sé (?!)

SARTRE E HEIDEGGER                                    L’uomo non si può ridurre a coscienza pura (rifiuto dell’egotismo husserliano). L’io è ricettivo e passivo e non attivo. Se isolata dai fenomeni da cui è circondata la coscienza non è nulla

L’ESSERE E IL NULLA L’essere in sé: è il complesso dei fenomeni (intesi come realtà e non apparenza di qualcosa). È causato da se stesso: costatiamo che c’è ma non ne diamo ragione, è assurdo. È una realtà compatta, opaca, impenetrabile, che mi assedia. È del tutto ottuso e immobile.

L’essere per sé: è la coscienza. Non si chiude in se stessa ma è in relazione con i fenomeni (essere in sé). È intenzionalità: per essere libera tende a trasformare l’essere in nulla e nega se stessa e le proprie determinazioni.

La coscienza ha due possibilità: Il nulla (libertà assoluta ma priva di significato) e la nausea (rendendosi conto del proprio conformismo)

GLI ALTRI Noi siamo oggetti per gli altri e viceversa. Due libertà che tendono a paralizzarsi. Se n’esce, solo apparentemente, con amore (masochismo) e desiderio (sadismo)

LIBERTA’ L’uomo possiede una coscienza nullificante, egli, quindi può essere tutto, la libertà diviene così grande da essere una pena. Nell’uomo l’esistenza (da farsi) precede l’essenza (fatto). Dio diviene lo scopo del continuo riprogettarsi dell’uomo ma presto ci si accorge che è una meta irraggiungibile. A quel punto i valori morali assoluti perdono senso. “La vita non è nulla, sta a voi darle un senso”.

MARXISMO L’adesione di Sartre non è acritica. Il marxismo è diventato teoria dogmatica collegata ad una prassi che definisce empirismo senza principi.

Nella “Critica della ragion dialettica”, Sartre integra il marxismo con l’umanismo: non solo conflitti economici e classi ma bisogni, passioni dell’individuo. La dialettica, poi, è pensata tra fasi e non tra classi: ad una fase regressiva se ne oppone una progressiva e così via… (Metodo progressivo – regressivo)

SERIE E GRUPPO     La serie è la forma di collettività in cui ci si limita a stare con gli altri e agire con gli altri senza alcun legame reciproco. (esempio della fermata dell’autobus).

Il gruppo si ha quando si ha un soggetto collettivo in cui tutti sono capi e gregari che si muove verso un fine condiviso. (in caso di pericolo…)

Il movimento da serie a gruppo è liberatorio ma difficile da realizzarsi. I gruppi tendono anche a ridiventare serie (esempio dei partiti che si burocratizzano)

 

METODO

PROGRESSIVO  REGRESSIVO

Momento regressivo

Momento progressivo

Lavoro individuale

Costruendo attrezzi l’uomo si aliena, diviene strumento

Con il lavoro si vince l’inerzia della realtà inorganica

Lavoro collettivo

Dalla penuria delle risorse naturali (e non dai conflitti di classe nasce la produzione in serie, l’uomo è livellato

Diminuendo la penuria aumenta la libertà

Gruppo

Ciascuno rinuncia alla propria libertà individuale per maggior sicurezza, tendono a darsi una prassi comune, nasce il gruppo

Si formano sottogruppi

Classe

Il gruppo è istituzionalizzato, gli individui hanno rapporti attraverso le cose e sono condizionati

Rivendicazioni e rivoluzione per realizzare la piena libertà dell’individuo e dell’intera classe.

Dittatura del proletariato e collettivizzazione delle cose faranno cessare il rapporto alienante con le cose.