Karl Jaspers

Vita (1883 - 1969)

fotoKarl Jaspers nacque a Oldenburg, in Germania. Iniziò gli studi in giurisprudenza, poi li abbandonò in favore di medicina, studiò quindi a Berlino, Gottinga e Heidelberg laureandosi nel 1908.

Fino al 1915 lavorò presso la clinica psichiatrica di Heidelberg grazie alla specializzazione in psicologia e psichiatria.

Nel 1916 gli venne assegnata la cattedra di professore straordinario di psicologia presso l'Università di Heidelberg, nel 1921 quella di filosofia.

Nel 1932, con l'avvento del nazismo, gli venne tolta la cattedra e gli venne proibito di pubblicare i suoi scritti.

Nel 1945, finita la guerra, gli fu restituita la cattedra e nel 1948 si trasferì a Basilea dove svolse attività di insegnamento fino al 1961.


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Opere principali
Psicopatologia generale (1913);

Psicologia delle visioni del mondo (1919);

Filosofia (1932);

Ragione ed esistenza (1935);

Nietzsche (1936);

La filosofia dell'esistenza (1938);

La fede filosofica (1947);

Sulla verità (1948);

La fede filosofica davanti alla rivelazione (1970);

Cifre della trascendenza (1970).


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Psicopatologia ottocentesca

Prima di Jarpers la psicopatologia era

  • Una parte della psichiatria
    • quindi parte della medicina
    • che cercava le cause fisiche della malattia psichica
    • che proponeva terapie mediche (medicina, chirurgia, scariche elettriche...) per alleviare o eliminare i sintomi
    • che classificava le malattie in base ai parametri utilizzati in medicina
      • considerando i sintomi come malfunzionamenti della psiche o di qualche organo o apparato

Jaspers immaginò la psicopatologia come parte della psicologia

La psicopatologia come disciplina psicologica autonoma (1913)
Con Jaspers abbiamo un nuovo metodo di osservazione
  • Il sintomo è un segno che indica un diverso modo di elaborare l’esperienza

Il principio dell’anomalia psichica va cercato all’interno dell’individuo

  • l’anomalia psichica non è una dis-funzione
  • L’anomalia segnala un certo modo di essere al mondo e di progettare un mondo

Spiegare e comprendere
La vita psichica è un processo, un accadere temporale

La psicopatologia studia

  • lo sviluppo psichico
  • non le cause organiche
    • che sono l'oggetto di studio delle scienze naturali

Bisogna innanzitutto stabilire una differenza tra

  • spiegare (erklären): psicologia esplicativa
  • comprendere (verstehen): psicologia comprensiva
Psicologia esplicativa (da rivedere)
Il fenomeno psichico: oggetto per un soggetto conoscente
  • analisi conoscitiva (dal di fuori) dei nessi causali

Trasformazione dei fenomeni psichici

  • li assume sotto leggi, mettendoli in relazione con altri fenomeni differenti
  • li frantuma in parti, considerate più reali del fenomeno complessivo
  • l’insieme della vita psichica viene dissolto negli elementi del pensiero causale
Psicologia comprensiva
Ma oltre alle psicologie esplicative ci sono anche quelle comprensive

Visione intuitiva del fenomeno dal di dentro (Dilthey)

  • rendere presenti ed evidenti di per sé stati d’animo che i malati sperimentano
  • astenersi da tutte le interpretazioni che trascendono la pura descrizione (Husserl)

Si tratta di vedere il fenomeno (e le strutture che in esso emergono)

  • dal versante del malato,
  • e non dal versante di chi indaga

Si tratta di partecipare al fenomeno, in modo che esso mostri la sua essenza a chi lo comprende (metodo fenomenologico)

Contro il dualismo anima-corpo
Jaspers taglia i ponti con l’impostazione naturalistica della psicologia e con l’esigenza di oggettivazione ad essa connessa

Jaspers supera il dualismo anima e corpo, che riduce ogni espressione psicologica ad affezioni cerebrali

  • la contrapposizione di psiche e soma è un’astrazione, che disturba (invece di favorire) la comprensione
  • l’essere umano va considerato come un tutto
Il limite della scienza
Natura del procedimento metodologico della scienza
  • oggettivazione del reale mediante ipotesi di natura matematica
  • nella conoscenza scientifica l’essere umano viene ridotto a oggetto, cioè a qualcosa che può essere studiato dall’esterno

Il volto del reale non si riduce a quello che risulta dall’oggettivazione matematica

L’uomo non si riduce al suo corpo e, quindi, sta oltre ogni possibile e afferrabile oggettivazione

  • Io non posso comprendere dall’esterno l’essere che io sono. Posso conoscermi solo dall’interno, prendendo coscienza delle mie possibilità
Distinzione tra scienza e filosofia
La scienza oggettivante frantuma la totalità dell’essere, in quanto coglie solo determinati aspetti del reale

La filosofia vede, nei dati oggettivi, solo le "cifre" di una realtà ulteriore: la totalità dell’essere, la Trascendenza, l’Onniabbracciante (das Umgreifende)

  • L’uomo nella sua interezza è sempre più grande di quello che le singole scienze umane possono dire di lui
  • L’essere nella sua totalità è sempre più grande di quello che che le singole scienze possono dire di esso
Situazionalità e prospettivismo
L’esistenza umana
  • è sempre storicamente e culturalmente situata (situazionalità)
  • può aprirsi all’essere solo da un determinato e individuato punto di vista (prospettivismo)

Il prospettivismo rinvia alla totalità dell’essere (Trascendenza), che non si può mai comprendere e afferrare compiutamente e definitivamente, ma che, manifestandosi nelle realtà del mondo, già sempre ci appella

Il prospettivismo in Jaspers e in Nietzsche

L’antropologia jaspersiana
L’individuo è
  • Esser-ci
    • essere biologico,
    • realtà psicofisica
  • Coscienza in generale
    • essere conoscente, capace di produrre scienza, cioè un pensiero oggettivo e universalmente valido
  • Spirito
    • essere produttore di valori artistici, giuridici, morali, religiosi, in grado di donare senso e unità
  • Esistenza
    • essere che si sceglie nella sua singolarità e storicità, distinguendosi dalla massa e rapportandosi alla Trascendenza
Orientamento nel mondo e chiarificazione dell’esistenza
Orientamento filosofico nel mondo
  • l’uomo deve cercare di chiarire chi egli sia, in rapporto all’essere del mondo che gli si contrappone
  • questa ricerca non può mai concludersi,
    • in quanto le scienze forniscono
      • una conoscenza degli oggetti nel mondo
      • non una comprensione del mondo

Chiarificazione filosofica dell’esistenza

  • L’esistenza (essere se stessi in senso autentico)
    • non si riduce a ciò che egli è a livello meramente empirico e quotidiano (esserci) e che lo accomuna agli altri
    • bensì è un compito (affatto specifico e personale) che egli deve realizzare nella sua libertà
Esistenza situata e esistenza possibile
L’esistenza (singola, concreta) è "situata"
  • segnata da una parzialità ineliminabile

Ma l’esistenza (singola, concreta) è anche esistenza "possibile"

  • libertà e rischio della scelta tra diverse possibilità di vita
  • libertà e rischio della scelta tra
    • esser-ci (mero vivere quotidiano)
    • ed esistenza (essere-se-stessi in maniera autentica)
L’esistenza
"Esistenza" indica tutto ciò che ha a che fare in maniera essenziale con l’essere di un individuo
  • di contro a tutto ciò che gli appartiene solo esteriormente, perché non dipende da lui

L’individuo

  • come esserci biologico, si ritrova a vivere in condizioni (naturali, culturali e storiche) non poste da lui
  • come esistenza, può ancora scegliersi, può ancora decidere che cosa essere essenzialmente e propriamente
Le situazioni-limite
Per lo più l’uomo accetta, in maniera aproblematica, le condizioni esteriori in cui si ritrova a vivere
  • gli garantiscono sicurezza e protezione

Ha bisogno di essere scosso nelle sue certezze

  • per scegliersi (= esistere, e non solo a vegetare)
  • per essere se stesso (= dare alla sua vita un’impronta propria e personale)

Ciò avviene nelle situazioni-limite

  • lotta per l’esistenza, colpa, dolore, morte
Storicità dell’esistenza
L’individuo, nelle situazioni-limite,
  • comprende che le condizioni esteriori non riescono a garantirgli un sostegno duraturo
  • viene chiamato a decidere della sua vita e quindi viene ricondotto radicalmente a se stesso

L’individuo non può realizzarsi come esistenza possibile senza le condizioni biologiche, storiche e culturali (il suo esser-ci)

  • Storicità dell’uomo
    • unità di esser-ci ed esistenza, necessità e libertà, tempo ed eternità
Esistenza e Trascendenza
L’esistenza è
  • oltrepassamento della situazione
  • rapporto con la Trascendenza, con l’Eterno

L’esistenza

  • non è un congedarsi dalla situazione, ponendosi quale astratta soggettività (senza terra, senza tempo e senza storia)
  • bensì è un porsi, nella storicità della situazione, in relazione a quell’"oltre" che, nella situazione, si annuncia tramite cifre e simboli

L’esistenza si radica nella Trascendenza quale origine, fonte e possibilità della libertà

La Trascendenza e le sue "cifre"
La Trascendenza si annuncia nelle situazioni-limite
  • esperienza dello scacco (o naufragio) esistenziale

La Trascendenza può essere colta da chi

  • rifiuta di ridurre il significato delle cose a quanto risulta dalla loro oggettivazione
  • assume le realtà del mondo come simboli che rinviano alla Trascendenza

La Trascendenza è avvistabile a partire dalle "cifre"

  • modi sempre inadeguati (perché condizionati dalla rispettiva situazione storica) di rivelarsi della Trascendenza
Fede filosofica e fede rivelata
La fede filosofica
  • non si ferma al dato (coma fa la scienza), ma nel dato coglie il trasparire di una realtà e di un senso ulteriori (la Trascendenza)
  • la Trascendenza in sé resta irraggiungibile

La fede religiosa

  • ritiene di avere accesso alla Trascendenza
  • si fonda su una rivelazione considerata "assoluta" (cioè l’unica vera rivelazione della Trascendenza)
La comunicazione tra esistenze
Ogni individuo esistente ha la "sua" verità
  • coglie la Trascendenza dal "suo" punto di vista

Ciò rende necessaria la comunicazione

  • Comunicazione quotidiana (realtà economica, politica e sociale)
  • Comunicazione esistenziale (reciproco sforzo di fare emergere nell’altro il suo Sé più autentico)

Per realizzarsi come esistenza, l’uomo ha bisogno dell’altro

La ragione come fondamento della comunicazione (ricerca dell’unità e della verità)

Verità dell’esistenza e verità dell’esserci  
Ogni esistenza attinge la verità solo dal "suo" punto di vista
  • ogni esistenza è unica, insostituibile, irripetibile

La verità dell’essere trascende sempre la verità della singola esistenza

  • la verità dell’essere è irraggiungibile e inoggettivabile
    • Eh?! ricordi Kierkegaard e l'incomunicabilità dell'esperienza? Qui si dice un'altra cosa...

La singola esistenza, nella sua situazionalità e storicità, non può condividere con le altre esistenze una verità comune

La verità
La verità è unica (ed è quella che impronta la mia esistenza)

La verità è molteplice (ma le verità che improntano le diverse esistenze sono diverse)

L’unica verità traluce in maniera diversa nelle molteplici esistenze

  • contro il dogmatismo ma anche contro il relativismo egli propose 
    • La reciproca comunicazione come ricerca della verità
      • ogni verità è solo una via verso la Trascendenza
      • porre una verità particolare come assoluta è im-porre una non-verità

morto Detesto l'abuso delle parole col trattino, ma se riscrivo il tutto togliendo i trattini non vi ritrovate più coi testi che dovete leggere...