1706  di P. Mussa

Un giorno nella storia 

Il colle di Superga e l'assedio di Torino nel 1706In un giorno da stabilire la nostra classe quarta per tutta la giornata fingerà di essere nel 1706.

Questo corso ci aiuterà

 

 > a trovare le informazioni necessarie per organizzare il "giorno nella storia"

 > a trovare amici che partecipino con noi da altre parti d'Italia

          > e, perché no, del mondo

 > a scegliere il giorno del 1706 che vorremo rivivere

 > a decidere cosa vogliamo fare in quella giornata

 


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Perché il 1706? 

 ANONYME, Bataille de Turin septembre 1706Perché

  • nel 2006 ricorre il trecentesimo anniversario dell'assedio di Torino,

  • noi siamo a Torino

  • e il prof ha deciso così.

    • Mai sentito qualcosa di più democratico?


Per saperne di più > Turin 1706

Antefatti 

CharlesII.jpgCarlo II d'Asburgo, re di Spagna, era da tempo malato e, verso la fine del seicento le sue condizioni, peggiorarono al punto di lasciar presagire il peggio.

Le monarchie europee, ben a conoscenza della situazione, diedero avvio ad un complesso lavorio diplomatico sulla successione.

In particolare, reclamavano la Spagna e i suoi possedimenti, in Europa ed oltre Atlantico

  • Luigi XIV, Borbone di Francia,

    • che aveva sposato Maria Teresa, sorellastra di Carlo

  • e l'Imperatore Leopoldo I d'Asburgo.

    • appartenente alla stessa dinastia regnante in Spagna.

      • Ricordi? Dopo Carlo V...

    • e che aveva sposato Margherita Teresa, altra sorellastra

Guerra di successione spagnola 

Carlo II chiese consiglio al Pontefice che consigliò di designare come suo successore un francese.

Carlo II accettò il consiglio e designò quale suo successore Filippo d'Angiò, nipote di Luigi XIV, che salì al trono col nome di Filippo V

Questo nuovo assetto, in base al quale Francia e Spagna venivano a trovarsi sotto la dinastia dei Borboni di Francia, provocò la reazione dei principali Stati europei, Austria in testa, che in quella unione vedevano un indebito arricchimento territoriale e l'inizio di una possente egemonia francese.

 

Si giunse quindi al formarsi di una coalizione contro Luigi XIV e alla "Guerra di successione spagnola" e si protrasse per oltre dieci anni, concludendosi con i Trattati di Utrecht (1713) e Rastadt (1714).

 

Per completezza va detto che nel 1700 ebbe inizio anche un'altra guerra, la II guerra del Nord


Per saperne di più > Spagna | Nord | Guerre di supremazia

I contendenti

Ecco i due schieramenti:

  • da una parte l'Inghilterra, l'Impero Asburgico, il Portogallo, la Danimarca e l'Olanda;

  • dall'altra la Francia e la Spagna, la quale aveva accettato il nuovo Re Borbone.

    • realizzando così il progetto del Re Sole > "fra i due Stati, non dovevano più esserci i Pirenei"

Il Ducato di Savoia si trovava tra la Francia e la Lombardia spagnola. Era il naturale corridoio di collegamento tra i due alleati, e così Luigi XIV impose al Duca Vittorio Amedeo II di allearsi con i franco-ispanici per ovvie esigenze strategiche.

Va detto che l'indipendenza piemontese dalla Francia fu sancita dal trattato di Ryswick del 1697 e fin dal 1690 il Principe Eugenio era stato inviato dall'Austria a combattere sotto gli ordini di suo cugino Vittorio Amedeo II...

Per la verità il Duca Vittorio Amedeo agiva ambiguamente: trattava separatamente sia con gli austriaci, sia con i francesi.


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Vittorio Amedeo II si allea con il nemico

Come abbiamo appena detto Vittorio Amedeo II, Duca di Savoia, trattava separatamente con entrambi i contendenti ma i Francesi se ne accorsero ed accellerarono la penetrazione in Piemonte di ben tre eserciti francesi.

Quando disarmarono una guarnigione piemontese a S. Benedetto-Po il Duca si rese conto che stava per perdere e cambiò bandiera, alleandosi con gli Austriaci.
Questa volta la partita principale tra la Francia e l'Impero si sarebbe giocata in Italia e non più nelle Fiandre o in Lorena.

  • la vittoria della Francia, di cui lo stato sabaudo era alleato - suddito ne avrebbe confermato la sudditanza

  • se avessero vinto gli Asburgo, magari anche grazie all'alleanza con Vittorio Amedeo II, si sarebbe finalmente ottenuta l'indipendenza dello Stato sabaudo.

    • L'Imperatore, inoltre prometteva il Monferrato, parte della Lomellina e della Valsesia, Vigevano e una parte della provincia di Novara.

Sostenuto dal cugino Eugenio di Savoia-Carignano, Duca di Soisson e gran condottiero delle truppe imperiali, Vittorio Amedeo si schierò contro la Francia

La cittadella

Luigi XIV comandò alle sue truppe di attaccare prima la Savoia e poi il Piemonte.
 

Stretto tra due fuochi, 

  • a ovest dalla Francia

  • e ad est dall'esercito spagnolo che controllava la Lombardia

Vittorio Amedeo perse Susa, Vercelli, Ivrea e Nizza (1704), a resistere rimaneva solo la Cittadella di Torino, fortificazione fatta erigere dal duca Emanuele Filiberto circa centoquaranta anni prima.

Nell'agosto del 1705 gli eserciti franco-spagnoli, appostati in prossimità  della Cittadella, erano pronti ad attaccare, ma il generale de la Feuillade preferì aspettare i rinforzi per avere la certezza matematica di vincere.

Vittorio Amedeo  ne approfittò per rinforzare le fortificazioni fino alla collina eper prepararsi ad un lungo assedio.


Per saperne di più > la cittadella

L'assedio di Torino 

Assedio di Torino del 1798Il 14 maggio 1706 le truppe franco-spagnole (140000 uomini) si appostarono strategicamente di fronte alla fortezza.

I Francesi scavarono di numerose linee di trincea.

Gli assediati, sostenuti dalla popolazione (che partecipò direttamente alla battaglia) e forti di una fitta rete di gallerie, infersero numerose perdite all'esercito nemico. La battaglia andò avanti per tutta l'estate.

Torino resistette eroicamente per mesi agli attacchi del forte esercito nemico.

Anche i religiosi dettero il loro apporto:

  • il già anziano Beato Sebastiano Valfrè, si dette da fare per incutere coraggio nei concittadini

  • dalla clausura, la carmelitana Beata Maria degli Angeli li invitava a pregare Maria Bambina.

  • Decine di pilastrini con scolpita l’immagine della Consolata furono collocati lungo il campo di battaglia (l’attuale Borgo Vittoria).

E' ancora oggi visibile una palla di cannone, rimasta conficcata vicino alla cupola del santuario della Consolata.
 

Vittorio Amedeo, partecipò alla difesa di Torino per un certo periodo, poi, quando ormai sembrava che le cose volgessero al peggio, lasciò la città alla guida del generale austriaco Virico Daun e andò personalmente incontro al principe Eugenio di Savoia, suo cugino, che stava giungendo in suo aiuto al comando delle truppe imperiali austriache.

Dopo l'eroico gesto del soldato-minatore Pietro Micca, che difese a prezzo della vita una porta della città, la situazione sembrava destinata a precipitare.


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Pietro Micca

Pietro Micca nell'iconografia classicaL'episodio più famoso del 1706 torinese è senz'altro quello in cui Pietro Micca perse la vita.

Nella notte tra il 29 e il 30 agosto 1706 Pietro si trovava, con un compagno, vicino ad un accesso alle gallerie che immettevano all’interno della cittadella.

A mezzanotte alcune dozzine di francesi sbaragliarono i soldati di guardia e riuscirono ad entrare nelle gallerie. Dopo pochi passi trovarono una porta sbarrata da Pietro Micca, di guardia a quel settore, che si mise subito a minare la scala nel caso il nemico riuscisse a passare.

La leggenda vuole che Micca, visto un commmilitone tentare maldestramente di innescare la miccia gli disse: «Alzati di là, sei più lungo di un giorno senza pane, lascia fare a me e scappa a salvarti».

Di certo la miccia era troppo corta per poter mettersi in salvo. L'esplosione travolse almeno un paio di dozzine di i francesi.

Lo scoppio uccise anche Pietro Micca, il cui corpo è stato trovato a quaranta passi dall’esplosione.

Questo episodio, raccontato di volta in volta con toni più o meno patriottici, è divenuto il simbolo del sacrificio di chi difese Torino in quell'assedio, e, più in generale, di chi si sacrifica per salvare gli amici.

Da allora Torino ha continuato a celebrare il suo eroe. La galleria è stata restaurata e resa visitabile nel 1958 e a due passi, c'è un museo che racconta la storia del piccolo uomo biellese che fermò la Francia.


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Superga

Vittorio Amedeo II, salito sul colle assieme al cugino, il principe Eugenio di Savoia, per studiare i piani di battaglia,

  • dinanzi a un pilone votivo che vi sorgeva

  • dinnanzi alla statua della Madonna delle Grazie

  • nella piccola parrocchia del luogo dove entrò proprio prima di avventurarsi in una battaglia decisiva

Fece voto che se avesse vinto, avrebbe fatto realizzare li' una grande chiesa in suo onore.

Già nel 1710 incaricò Antonio Bertola (il grande architetto militare cui si deve il Forte di Fenestrelle) del progetto, e fra i disegni presentati scelse il più economico, in quanto la volontà di mantenere la promessa doveva conciliarsi con le esigenze di uno stato reduce da molti anni di guerra.
Tuttavia, proprio in quegli anni giunse a Torino Filippo Juvarra, che presentò al re progetti più costosi, ma indubbiamente in grado di rappresentare nel migliore dei modi la gloria del giovane stato sabaudo.

La prima pietra fu posata nel 1717. I lavori terminarono nel 1731, quando la basilica venne aperta al pubblico.

Ancor oggi ogni 7 settembre nella basilica viene celebrato un Te deum.

 

Domenica 11 settembre 2005 ore 21 il Complesso vocale strumentale Colonna d’Armonia presenterà al pubblico il "Concerto celebrativo della vittoria del 1706 e del voto di Vittorio Amedeo II"


Per saperne di più > Superga

Borgo Vittoria 

Il 2 settembre i due Savoia salgono sulla collina di Superga, da cui si domina l'intera città , osservarono i trinceramenti franco-spagnoli che attorniavano la città sotto assedio e decisero di aggirare il nemico impiegando il grosso dell'esercito ed una parte della cavalleria correndo un grosso rischio per la vicinanza delle linee francesi.

Le truppe piemontesi (con un buon rinforzo di austriaci e prussiani) aggirarono la città attraversando anche il Po e schierandosi in modo da "chiudere" gli avversari in una morsa: da un lato la non doma guarnigione torinese che aveva sino ad allora resistito all'assedio, dall'altro le fresche forze austro-piemontesi.
CHIESA NOSTRA SIGNORA DELLA SALUTELo scontro si sviluppò nella zona pianeggiante specularmente opposta a Superga, che si trova sulla sponda destra del Po a nord ovest della città.

Intorno al pilone che ricordava la sconfitta dei francesi sorse poi il borgo Vittoria, la cui chiesa (Nostra Signora della Salute) conserva resti dei caduti DELLA BATTAGLIA DEL SETTEMBRE 1706 con i nomi dei paesi del Nizzardo, antica proprietà del Ducato di Savoia: Breglio, Sospello, Saorgio; e altri nomi, dei protagonisti: la Vittoria stessa, Vibò, Roccavione… Il fascismo alimentò, a fini di propaganda, un "irredentismo" che non era mai esistito..

Il 6 settembre la manovra di aggiramento portò le truppe sabaude a posizionarsi fra i fiumi Dora Riparia e Stura. Lo scontro finale iniziò il 7 settembre quando le forze austro-piemontesi si disposero sull'intero fronte e respinsero ogni tentativo di controffensiva dei franco-ispanici. La ritirata di questi verso Pinerolo e quindi in direzione della Francia iniziò nelle prime ore dello stesso pomeriggio.

La vittoria di Torino fu l'inizio della rovina del partito borbonico in Italia.

Vittorio Amedeo II e il principe Eugenio di Savoia entrarono nella città  ormai liberata da Porta Palazzo e si recarono al Duomo per assistere ad un Te Deum di ringraziamento.