5 L’Ontologia da Parmenide e Zenone ai filosofi pluralisti

di P. Mussa

Þ Parmenide (Elea, 500 anni avanti Cristo) scrisse un poema, dove una dea e fanciulle immortali e cavalli sapienti gli spiegano che il nulla non esiste.

Orbene ti dirò quali sono le sole vie di ricerca pensabili, e tu ascolta attentamente le mie parole, L’una che dice che l’ESSERE è e non può non esserci è il sentiero della PERSUASIONE, che tiene dietro alla verità. L’altra, che dice che anche il NULLA deve necessariamente esistere è un sentiero che non devi seguire. Non lo puoi pensare né lo puoi esprimere (...) infatti, è lo stesso il PENSIERO e l’ESSERE

Questo filosofo, aveva del bel tempo da perdere, non ti pare?

Sembrano cose semplici ed evidenti: se penso una cosa vuole dire che, almeno come pensiero, esiste. Se una cosa non viene pensata non esiste, almeno per chi non la pensa. L’essere c’è, il nulla non c’è: è molto meglio studiare (vie di ricerca) le cose che ci sono che quelle che non esistono. Col nulla non si può costruire qualcosa... e così via.

 Ma com’è fatto l’ESSERE?

ESSENDO INGENERATO

 

è ANCHE IMPERITURO

 

TUTTI INTERO *

 

UNICO*

 

IMMOBILE

 

SENZA FINE **

 

NON MAI ERA NE’ SARA’ **

 

SIMILE ALLA MASSA DI BEN ROTONDA SFERA

 

PRIVO DI PARTI ***

 

 INDIVISO ***

 

*, **, ***: Attenzione, si somigliano molto ma non sono attributi identici: io sono indiviso ma non privo di parti...

Dal poema di Parmenide deriva una branca della filosofia che si chiama Ontologia (tal greco “to on”, essere) che studia l’essere e le sue caratteristiche. Ecco alcune parole dell’ontologia.

Ente

 

Essere

 

Essenza

 

Esistenza

 

Nulla

 

Sostanza

 

Þ Zenone, allievo prediletto e “AMASIO” di Parmenide, era un gran logico, specializzato nelle dimostrazioni per assurdo (Ammettiamo pure che A sia B. Ma se A è B allora... Quindi A non può essere B! c.v.d.) e nei paradossi si diede da fare per dimostrare a tutti i costi che il suo maestro aveva ragione.

Ma com'è possibile che l’ESSERE sia uno e indivisibile? Io vedo un mondo pieno di esseri, tutti sono divisibili!

Zenone rispose che evidentemente, visto che il suo maestro non poteva avere torto avevano torto i nostri sensi e inventò questa definizione:

 

 

Ammettiamo pure che gli

 

®

O sono un numero infinito

 

 

 

®

Se sono in numero infinito  anche le loro parti sono in numero infinito

 

 

 

®

Ma se le loro parti sono in numero infinito ciascuna di loro avrà un peso

 

 

 

®

La somma di infiniti pesi, per piccola che sia dà un peso infinito

 

 

 

®

Allora nel mondo ci sono delle pizze, delle scarpe e delle piume infinitamente pesanti....

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

esseri siano più di uno

 

®

O sono un numero finito

 

 

®

Mettiamo che siano due

 

 

®

Per sapere che sono due deve esserci qualcosa che li divide

®

Allora non sono due ma tre

 

 

®

Ma se sono tre allora sono cinque perché devono esserci almeno due cose che li separano...

CONCLUSIONE: Lo spazio è un’illusione dei nostri sensi.

Col PARADOSSO DELLA DICOTOMIA. Poi, Zenone dimostrò che anche il tempo non esiste

1     Tra A e B, a metà, c’è il punto C, tra A e C, a metà c’è il punto D, tra A e D, a metà c’è il punto E (e così via all'infinito...)

2     - Un corpo, per muoversi da un punto all'altro impiega un tempo

3     - La somma di infiniti tempi è un tempo infinito (!!!)

4     - Se tra due punti ci sono infiniti punti (spazio continuo), un corpo, per muoversi, impiegherebbe un tempo infinito

5     Ma anche se i punti fossero in numero finito (mettiamo due)...

Le affermazioni di Parmenide e di Zenone furono  discusse e confutate da altri filosofi.

Ecco alcuni dei loro ragionamenti

 

Þ MELISSO negò la finitezza (Il termine PERFEZIONE deriva da PERAS, confine) dell’ESSERE:

Per essere uno doveva essere infinito (Se fossero due uno limiterebbe l'altro, non sarebbero infiniti. Se, poi crescesse occuperebbe più spazio)

Dove prima c'era il nulla non può esserci qualcosa

Se non c’è il vuoto l'essere pieno e immobile

Se fosse denso o rado ci sarebbe più o meno spazio vuoto tra le sue parti, se si muovesse dovrebbe esserci un dove.

 

Þ EMPEDOCLE più che di ESSERE parlò di ENTI (al plurale)

- Gli enti sono 4: le radici (Aria, acqua, terra e fuoco)

- Il "non - essere" lo è rispetto ad uno degli altri esseri non il nulla, quindi,  ma differente, (distinto qualitativamente). Il non essere del

- Non c’è bisogno di elementi di divisione.

- Qualitativamente è diverso da quantitativamente. (per gli atomisti pratico è diverso da teorico)

 

 

Þ ANASSAGORA negò l’unicità ed indivisibilità dell’ESSERE distinguendo il piano teorico da quello pratico: per quante siano le parti, (numero teoricamente infinito), esse, all'atto pratico, sono sempre in numero finito

Esempio del prosciutto: Lo divido in 2 parti e la loro somma 1 prosciutto - Lo divido in 20 parti e la loro somma 1 prosciutto - Lo divido in 200 parti e la loro somma 1 prosciutto... - e così via all’infinito!

Da ciò derivano alcune considerazioni:

- Ogni cosa è infinitamente grande rispetto alle possibili parti, infinitamente piccola rispetto ciò di cui può far parte

-Le parti più piccole sono i SEMI, che costituiscono tutte le cose

- Relatività: "Caldo per me, freddo per te, piccolo per te, grande per me..."

- Ma come fanno tutte queste parti a formare un insieme ordinato? Il Nous sa e governa tutto

 

democritoÞ LEUCIPPO E DEMOCRITO , invece, diedero un nuovo significato al NULLA, considerato spazio VUOTO (Spazio in cui ci sono le cose, e in cui avviene il movimento)

L’essere, per loro, non è indivisibile. Le sue parti elementari, indivisibili (il limite della divisibilità) sono gli ATOMI. A (non) TOMO (taglio). Le cose sono aggregati di atomi. La somma degli atomi restituisce l’intero... - Gli atomi sono di misure diverse

Anche il ragionamento di Zenone viene confutato: essendoci il vuoto gli elementi divisori non sono più necessari

I paradossi basati sulla divisione infinita sono confutati: Tra divisione pratica (col coltello) e teorica (matematica) c’è differenza e le due operazioni non vanno mischiate. (Un atomo (indivisibile) è la metà dell'altro)